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Start-up innovative vs. PMI innovative, quali le differenze?

Startup innovative e PMI innovative: ecco le differenze

Dopo le agevolazioni per le start-up innovative sono giunti provvedimenti legislativi ad-hoc per le PMI innovative. A coniare questo nuovo termine è stato il Decreto Investment Compact che ha introdotto per la nuova categoria di PMI diversi benefici, tra i quali possiamo segnalare: semplificazioni burocratiche, avvio d’impresa più veloce e vantaggi fiscali che si estendono anche agli investitori, come peraltro già previsto per le start-up innovative. In questo articolo facciamo il punto sulle due tipologie di imprese e sugli elementi di differenziazione fra le PMI innovative e le start-up innovative.

Le PMI innovative

I requisiti richiesti alle PMI innovative sono quello di non essere quotate in mercati regolamentati, di presentare l’ultimo bilancio certificato e di possedere almeno due dei requisiti indicati di seguito.

  • Il primo requisito è di avere a bilancio l’importo delle spese in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 3% del maggior valore tra fatturato e costo della produzione (escludendo le spese per immobili). Fra le spese di ricerca e sviluppo si possono comprendere le spese per lo sviluppo pre-competitivo e competitivo, le spese relative ai servizi di incubatori certificati, i costi del personale interno e dei consulenti esterni e le spese legali per la registrazione della proprietà intellettuale.
  • Il secondo requisito è quello di impiegare personale altamente qualificato, in misura almeno pari a un quinto della forza lavoro complessiva.
  • Il terzo requisito è quello di essere detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o di un software registrato in campo industriale o bio-tecnologico.

Le Start-up innovative

Le start-up innovative sono imprese attive da massimo 48 mesi”

Per start-up innovativa si intende un’impresa che è attiva da massimo 48 mesi, che non distribuisce utili e che ha ricavi annui inferiori a 5 milioni di euro; essa offre un prodotto o un servizio ad alto contenuto tecnologico, anche se non necessariamente tutelato da brevetto o marchio e ha una percentuale di investimenti in ricerca e sviluppo pari al 15% del maggior valore tra fatturato e costi.

 

Le differenze

Quali le differenze? In entrambi i casi sono previsti l’esonero dall’imposta di bollo e dai diritti di segreteria all’avvio dell’attività d’impresa, l’incentivazione e la remunerazione di personale in equity, il crowdfunding, incentivi fiscali agli investimenti, accesso semplificato al Fondo di Garanzia per le PMI.

Per le start-up innovative è previsto l’esonero dal pagamento annuale alla Camera di Commercio”.

Per le start-up innovative sono previsti anche l’esonero dal pagamento annuale alla Camera di Commercio, un credito d’imposta per l’assunzione di personale altamente qualificato, deroghe alla disciplina sul diritto del lavoro in tema di assunzione con contratti a tempo determinato, incentivi particolari per gli investimenti delle imprese dei settori sociale ed energia e una disciplina speciale per la procedura fallimentare.

Per le PMI innovative è prevista invece la disciplina ordinaria in tema di assunzione di personale altamente qualificato, per il fallimento e in tema di disciplina del lavoro.

Laureato in Economia all’Università di Udine, si occupa di consulenza direzionale alle PMI del Nordest. Appassionato di start-up, è socio fondatore di Custodi di Successo FVG.

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