Regolamento Europeo sul crowdfunding, metà dei portali resterà fuori
Il 10 novembre 2023 entrerà in vigore il nuovo Regolamento Europeo sul crowdfunding, ma ancora oggi nessun portale italiano è stato autorizzato. Il punto della situazione
Che non fossimo messi bene sulla faccenda dell’adeguamento alla nuova normativa europea sul crowdfunding lo sapevamo un po’ tutti. Che questo porterà molto probabilmente a due/tre mesi di fermo delle attività, rappresenta invece un problema serio a cui non eravamo preparati e che avrà conseguenze economiche non trascurabili. Ma andiamo per gradi.
Il 10 novembre 2023 il nuovo Regolamento Europeo sul crowdfunding sarà in vigore.
Ad oggi, inizio ottobre 2023, nessuna piattaforma italiana è stata ancora autorizzata. E questo non perché i nostri portali siano meno attenti o più lenti di quelli esteri, ma solo perché ci si è messa di mezzo la macchina pesante della burocrazia che ha reso tutto drammaticamente più complesso.
Gli investitori hanno sempre più voglia di investire in economia reale
«Tanto per cominciare, noi siamo l’unico Paese ad aver designato due autorità competenti: la Consob e la Banca d’Italia. Altri Paesi invece hanno scelto di nominare un’unica autorità. Questo ovviamente ci complica le cose perché noi abbiamo due organismi che si devono parlare e si devono un po’ dividere gli aspetti regolatori e di vigilanza». Lo ha spiegato l’avvocato Alessandro Maria Lerro durante il panel Crowdfunding Trends: 2023-2030 che si è tenuto a Torino nel corso dell’Italian Tech Week e al quale, oltre a Lerro, hanno partecipato altri rappresentanti dell’ecosistema italiano legato al crowdfunding come Antonella Grassigli di Doorway, Federico Rastelli di Mamacrowd, Luigi Ucci di Upsidetown, Matteo Conti del Crowdinvesting Observatory Politecnico di Milano, Claudio Grimoldi di Turbocrowd, Silvia Favulli di Scai Comunicazione e il sottoscritto Salvatore Viola in rappresentanza di Dynamo-lab. L’evento, condotto da Giorgio Ciron, Direttore Generale di Innovup ha messo in risalto diverse criticità del settore, ma ha anche portato un messaggio chiaro: gli investitori hanno sempre più voglia di investire in economia reale.
Numeri, il crowdfunding in Italia
I dati raccontati da Matteo Conti, relativi al primo semestre del 2023, mostrano una raccolta complessiva di €3,44 miliardi. Di questa cifra, €86,64 milioni provengono dagli investimenti in equity, mentre ben €2,55 miliardi sono destinati a progetti immobiliari. Da notare l’aumento del +28% nella raccolta del crowdfunding immobiliare basato sull’equity, rispetto all’anno precedente.
Stiamo parlando indubbiamente di un mercato estremamente interessante, che con l’entrata in vigore del nuovo regolamento potrà ampliare ulteriormente la platea di investitori per le società emittenti, ma allo stesso tempo alzerà notevolmente il livello di competitività e di sfida.
Probabilmente, da qui a un anno non vedremo più di 20 o 25 portali di crowdfunding attivi
Eppure, numeri a parte, l’Italia è tremendamente in ritardo nel suo percorso di adeguamento al nuovo regolamento europeo. «La colpa di questo ritardo è del MEF che ha ritenuto necessario fare un provvedimento legislativo per dare attuazione a un regolamento comunitario. I ragazzini che studiano giurisprudenza al terzo anno sanno che non serve, eppure questa cosa ci ha fatto perdere due anni» ha commentato ancora Lerro.
I portali di crowdfunding in Italia
Prima del regolamento europeo, i portali italiani erano circa 85 tra equity e lending crowdfunding. «In questo momento che io sappia siamo a circa 45 richieste di autorizzazione. Di queste, probabilmente una quindicina non hanno capito nemmeno che cosa stavano facendo e dubito che arriveranno a conclusione. In sintesi, avremo un consolidamento del mercato. Probabilmente da qui a un anno non vedremo più di 20 o 25 portali di crowdfunding attivi perché effettivamente quella richiesta dal regolamento europeo è un’organizzazione molto solida che richiede un team di 8/10 persone e un budget significativo. Sarà abbastanza difficile, secondo nostre proiezioni, andare a break even per un portale che gira meno di 10 milioni l’anno. Se guardiamo i portali esteri siamo nell’ordine delle centinaia di milioni almeno quelli più grandi, quindi il mercato diventerà molto più competitivo rispetto ad oggi». Continua Lerro.
Sarà abbastanza difficile andare a break even per un portale che gira meno di 10 milioni l’anno
Cosa dobbiamo aspettarci
Considerando il grande ritardo maturato, è molto probabile che al 10 novembre avremo circa 7/8 portali autorizzati e saranno quelli già operativi che hanno presentato application prima dell’estate. Seguiranno poi le procedure di autorizzazione degli altri che però non potranno essere velocissime tanto che si parla di circa tre mesi di stallo. «Questo blocco sarà piuttosto nocivo per il mercato dei capitali. Ricordiamoci che gli investitori hanno una voglia tremenda di investire in economia reale perché non ne possono più di titoli sintetici e incomprensibili che lo stesso consulente finanziario non riesce a spiegare». Ha concluso Lerro.
Insomma, una situazione difficile che poteva essere evitata. Attualmente, in Europa circa 12 Paesi hanno autorizzato già una sessantina di portali a operare in seno al nuovo Regolamento Europeo sul crowdfunding. In Italia, ancora nessuna.
Approfondimento:
Regolamento Europeo sul crowdfunding, le autorità di vigilanza in Italia
Ai sensi del Regolamento Europeo, in Italia sono due le autorità designate a vigilare: Consob e Banca d’Italia.
Consob, di concerto con Banca d’Italia, avrà l’autorità per concedere e ritirare le licenze ai fornitori di servizi di crowdfunding. Questo la rende l’ente competente per garantire la conformità alle normative in termini di trasparenza e correttezza, nonché per identificare le disposizioni nazionali pertinenti riguardo alle comunicazioni di marketing diffuse in Italia. Funzione che peraltro svolge da circa 10n anni. Consob sarà anche incaricata di monitorare le operazioni dei portali di crowdfunding.
Banca d’Italia avrà il compito di assicurare la conformità alle normative in materia di adeguatezza patrimoniale, contenimento del rischio e partecipazioni detenibili, oltre a gestire la divulgazione delle informazioni al pubblico su questi aspetti. Una novità significativa è che Banca d’Italia, in collaborazione con Consob, potrà autorizzare e revocare le licenze per fornitori di servizi di crowdfunding che siano banche, istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica e intermediari finanziari registrati nell’albo.