Mettersi in proprio: perché vuoi farlo?
Se vuoi metterti in proprio perché hai un’idea, un prodotto o un servizio in cui credi, prima o poi avrai bisogno di una mano da qualcuno. E per mano, intendiamo finanziamenti. A tale proposito è fondamentale essere coscienti del fatto che nessuno ama buttar via i propri soldi e prima di aprire il portafogli, l’investitore …
Se vuoi metterti in proprio perché hai un’idea, un prodotto o un servizio in cui credi, prima o poi avrai bisogno di una mano da qualcuno. E per mano, intendiamo finanziamenti. A tale proposito è fondamentale essere coscienti del fatto che nessuno ama buttar via i propri soldi e prima di aprire il portafogli, l’investitore di turno ti metterà di fronte ad alcune domande alle quali è bene cercare una risposta convincente fin da subito.
Perché vuoi aprire un’impresa?
Se la prima risposta che ti viene in mente è «perché ho più o meno 30 anni e nessuno vuole assumermi per quello che so fare», sei in ottima compagnia, ma la risposta non è sufficiente per capire se la tua voglia di impresa sia solo un “sentimento” o qualcosa di più. Per esempio: «siamo un gruppo affiatato di persone con competenze diverse ma complementari, abbiamo già lavorato insieme e vogliamo metterci in gioco aprendo una cosa nostra»; oppure: «voglio fare questa cosa perché, secondo me, sul mercato non c’è e io e molti miei amici ne sentiamo il bisogno», o ancora: «ho lavorato 20 anni per un’azienda che offriva prodotti/servizi in questo campo ma io penso di poter fare di meglio in un’azienda che faccia le cose in un altro modo, a costo di crearla», e infine: «lavoro in un negozio di una grande catena e tutti i giorni sono in contatto con clienti che mi chiedono prodotti che non vendiamo e scarseggiano sul mercato: vorrei farli io perché so che li venderei».
Puntare sull’esperienza e sulle competenze del team sono le scelte vincenti per presentarsi a un investitore.
Dunque la prima risposta non può mai essere semplice, non può mai essere «perché non saprei che altro fare». Controlla attentamente se dentro di te c’è uno stimolo in più e tiralo fuori, perché bisogna che sia ben chiaro a te e agli altri qual è la molla che ti spingerà verso il successo.
Quali sono le tue reali competenze?
Nessuno nasce professore. Molti pensano di avere ricette magiche, ma è bene controllare attentamente se effettivamente sono “così magiche”. Gestire un’impresa è un compito dannatamente difficile. Ci vogliono molte competenze: avvocato, commercialista e consulente del lavoro possono (e probabilmente a un certo punto debbono) aiutarti, ma non puoi demandare tutto a loro. Neanche se, poniamo, il commercialista è tuo marito o la consulente del lavoro è tua moglie. Questo non significa che avere in famiglia competenze imprenditoriali sia un male, anzi, spesso è un ottimo punto di inizio: se la tua famiglia si occupa di vino da sei generazioni e tu vuoi creare un’azienda per la commercializzazione di vino in internet, saprai già parecchio sul prodotto, sui problemi legati alla conservazione e il trasporto, sui canali di vendita e di consumo, sui prezzi e il contesto competitivo e, soprattutto, dove andare eventualmente a prendere le persone che queste cose le sanno, visto che sono i tuoi famigliari.
Un’impresa non è uno scherzo
Come dicevamo, lanciare un’impresa non è uno scherzo. Dunque se hai un’idea imprenditoriale che consideri “forte” in un settore che conosci bene (perché ci hai lavorato tu o la tua famiglia) ti conviene affiancarti, cioè prendere come socio o consulente, qualcuno che ha competenze di gestione di impresa. Al limite anche un neolaureato/neolaureata in gestione aziendale, mettendo bene in chiaro che a te spetta la parte creativa (o quella commerciale, o produttiva; quella dove ti senti più ferrato) e a lui quella gestionale. Dalle discussioni con lui/lei può emergere più chiaramente di che cosa (e di chi, di quali altre competenze) può avere bisogno l’idea imprenditoriale per funzionare. Per esempio, se tu sei molto forte sulla parte creativa e sul mercato, hai bisogno di una persona che si occupi della produzione, un’altra della commercializzazione, una per la finanza, oltre al responsabile gestionale che hai già individuato.
Anche se conosci bene un settore, affiancarsi a un esperto nella gestione d’impresa può evitarti molti problemi.
Idealmente in questo modo riservi per te la parte di presidente con deleghe al marketing, hai individuato un amministratore delegato (che si occupa della gestione), un direttore di produzione, un direttore commerciale e un direttore finanziario. C’è già la struttura di una media azienda di successo. Se non fai questo lavoro preventivamente, rischi di prendere il mare con una barca che fa acqua. E turare una falla mentre si naviga è sempre più difficile che costruire bene uno scafo.