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Aprire una Web Radio commerciale? Ecco come fare

Aprire una web radio può essere una buona idea per gli appassionati di uno o più generi musicali, con la consapevolezza che non ci renderà ricchi ma ci permetterà di esprimere la nostra creatività e farci conoscere

Articolo aggiornato a ottobre 2022

Aprire una web radio è il sogno di molti, la buona notizia è che si tratta di un sogno realizzabile. L’importante è tenere presente che, anche se si tratta di un’attività che ha costi contenuti, avremo comunque bisogno di introiti per farla sopravvivere nel medio e lungo termine. Quindi servono capacità commerciali per l’organizzazione degli spazi pubblicitari, la loro vendita e la loro gestione. Inoltre è indispensabile mettere in conto un investimento iniziale per il pagamento dell’attrezzatura e delle licenze necessarie.

Facciamo un passo indietro. Ci stiamo concentrando sui passi per aprire una web radio commerciale perché è l’unica che consente di operare senza limiti di utilizzo di banner (all’interno del sito della radio) o di spot con finalità commerciali (nel palinsesto). Volendo, però, possiamo rinunciare a questo tipo di radio, optando per una amatoriale o istituzionale.

La radio commerciale è l’unica che consente di trasmettere spot senza limitazioni

Le tipologie di web radio

Cos’è esattamente una web radio? Si tratta di una radio che trasmette via Internet e che può essere ascoltata via app, smartphone, sito web e così via. Riassumendo possiamo distinguere tre tipologie di web radio:

  1. Commerciali, che operano grazie a una licenza e non sono sottoposte ad alcun limite nella distribuzione di contenuti pubblicitari.
  2. Amatoriali o personali, ovvero aperte da persone fisiche che trasmettono contenuti audio sul web senza alcuna finalità commerciale diretta o indiretta (non è consentito nessun tipo di pubblicità o introiti pubblicitari).
  3. Istituzionali o comunitarie, nate per divulgare messaggi e informazioni legati a istituzioni pubbliche, associazioni, fondazioni, ONLUS o enti locali. Anche in questo caso la pubblicità non è contemplata perché l’attività dovrebbe essere senza scopo di lucro. Di solito queste radio sono “espressione di particolari istanze culturali, etniche, politiche e religiose”.

Esiste una licenza specifica per le radio amatoriali e per quelle istituzionali o comunitarie, che chiarisce l’impossibilità di proporre pubblicità. Sono escluse dalla licenza commerciale le radio destinate a pubblici esercizi come supermercati, gallerie commerciali, alberghi, negozi, istituti bancari, stazioni ferroviarie, scali aeroportuali, fiere eccetera. In questo caso si parla di Radio in Store.

Quanto costa aprire una web radio?

Per avviare una web radio degna di questo nome, nei primi tre mesi spenderemo circa 5000/7000 euro. Perché? Dobbiamo investire innanzitutto nell’attrezzatura, che comprende (almeno) un microfono professionale, un mixer, un computer e un software adatto alla regia. Ma come vedremo a breve dovremo procurarci anche la licenza SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e quella SCF (Società Consortile Fonografici). Inoltre è indispensabile un bel sito web. Infine, dovremo capire come associarci ai servizi necessari per essere “presenti” nella maggioranza degli smartphone e degli smart speaker in circolazione.

Posso evitare la licenza SIAE?

Sì e no. O meglio: è sempre possibile creare una radio priva di repertorio musicale, ovvero una web talk radio. Le radio che non trasmettono musica, ovviamente, non hanno bisogno di nessuna licenza. Ma a questo punto è molto meglio impegnarsi a creare uno o più podcast. In alternativa, esiste anche il cosiddetto “repertorio libero”, brani rilasciati con licenze di tipo Creative Commons che possono essere trasmessi liberamente o quasi: di solito basta citare gli autori ed evitare di usare queste musiche con scopi commerciali.

Benché possa essere interessante condividere anche questo tipo di repertorio, difficilmente sarà sufficiente per offrire un palinsesto che attiri pubblico. In ogni caso se trasmettiamo solo musica non tutelata dai diritti d’autore non servono licenze.

Le radio che non trasmettono musica non hanno bisogno di alcuna licenza

Viceversa, per usare qualsiasi tipo di repertorio tutelato dobbiamo rivolgerci, operando in Italia, alla SIAE (per i diritti d’autore) e alla SCF (per i diritti connessi).

Trasmettere contenuti protetti dal diritto d’autore

Se decidiamo di trasmettere brani tutelati possiamo ottenere la licenza SIAE direttamente online. Si tratta di un’autorizzazione alla trasmissione previo pagamento. Quella che fa al caso nostro è la licenza AWR, dedicata alle radio monocanali. Dopo essersi registrati sul sito con le proprie credenziali è possibile compilare la richiesta di autorizzazione o licenza e visionare il preventivo dei costi. Si pagano tramite MAV i compensi dovuti e a questo punto si può procedere con SCF.

La Società Consortile Fonografici dà l’opportunità di usare legalmente le registrazioni originali delle case discografiche iscritte. SCF incassa i diritti connessi pure per conto degli artisti interpreti ed esecutori, perché ha stipulato un accordo con l’Istituto Mutualistico degli artisti interpreti esecutori (IMAIE).

Le licenze SCF ci autorizzano a mettere a disposizione, attraverso il sito della nostra web radio commerciale, fonogrammi e video musicali (anche tramite un flusso continuo) e di realizzare la copia tecnica delle registrazioni musicali da inserire nel palinsesto.

Come funziona dal punto di vista burocratico?

Fortunatamente, una volta tanto, le procedure burocratiche sono piuttosto veloci.

Le Web Radio in Italia sono regolamentate dal Testo Unico dei Media audiovisivi. Rispetto alla radiofonia tradizionale, in base alla Delibera AgCom 606/10, godono di particolari condizioni che snelliscono la prassi di apertura. Il regolamento prevede, infatti, che l’attività di comunicazione e di messa a disposizione di contenuti audiovisivi tramite internet sia libera. La Web Radio, intesa come struttura organizzata che trasmette contenuti sonori fruibili in tempo reale da più utenti situati ovunque nel mondo, rientra nei servizi di media audiovisivi lineari, diversi dai servizi di media on-demand (come i podcast, che sono su richiesta). 

La messa a disposizione di contenuti audiovisivi via internet è libera

Attenzione, anche se con la nostra web radio andremo a guadagnare qualcosa, sono esclusi dal campo di applicazione del regolamento i servizi prestati nell’esercizio di attività principalmente non economiche e che non siano in concorrenza con la radiodiffusione televisiva. Cosa vuol dire? Che se i ricavi annui che derivano da pubblicità, televendite, sponsorizzazioni, contratti, convenzioni con soggetti pubblici e privati, provvidenze pubbliche e offerte televisive a pagamento non superano i centomila euro annui, la nostra radio non viene considerata al pari le altre e godrà di un trattamento di favore.

Il mercato delle web radio italiane ha ormai compiuto vent’anni ma le regole non si sono evolute con l’evoluzione delle abitudini dei fruitori e il crescere dell’offerta. Ecco perché la legislazione è relativamente povera di regole in materia.  

Meglio associarsi

Esistono diversi servizi online che offrono uno spazio web dove caricare i nostri brani e si occupano degli oneri dovuti alle agenzie di settore, agli artisti e alle case di produzione. Offrono la possibilità di creare in modo facile e veloce la propria stazione radio online, scegliendo i brani tra quelli messi a disposizione dal sito o caricando i nostri pezzi musicali preferiti e la nostra voce. Basta registrarsi al servizio e attivare un account: a questo punto potremo impostare il server dal quale trasmettere la radio e partire con la nostra avventura. Tra questi servizi segnaliamo ad esempio https://www.shoutcast.com/. Attenzione: associarsi a un servizio è anche il modo più semplice per essere presenti con la nostra radio sulle principali app in circolazione.

Vogliamo occuparci noi di tutto, perché desideriamo che la Web radio diventi una fonte di guadagno e possa svilupparsi? Per ottenere degli sconti sui costi delle licenze iscriviamoci all’Associazione Web Radio Italiane, WRA, a soli 100 euro l’anno. L’associazione saprà anche darci le dritte che ci servono per procedere spediti con il nostro progetto.

Diplomata al liceo classico e laureata in biotecnologie industriali, da 13 anni lavora nel mondo dell'editoria di settore online e su carta stampata. Collabora durante le fasi di ideazione e rilancio di prodotti editoriali e si occupa di correzione di bozze, editing e revisione di articoli, saggi e romanzi.

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