Mettersi in proprio: la questione del prezzo
Il principio generale è che se vendi qualcosa che vendono anche altri, devi avere un prezzo più basso, mentre se vuoi farti pagare di più devi dare qualcosa (in termini di prodotto, di servizio o di brand) che gli altri non danno. In sintesi: dare di più a uguale prezzo, dare altrettanto a prezzo inferiore. …
Il principio generale è che se vendi qualcosa che vendono anche altri, devi avere un prezzo più basso, mentre se vuoi farti pagare di più devi dare qualcosa (in termini di prodotto, di servizio o di brand) che gli altri non danno. In sintesi: dare di più a uguale prezzo, dare altrettanto a prezzo inferiore. Prima di gettarti a capofitto in un progetto, dai un’occhiata al mercato: se ti accorgi che la tua idea l’hanno già avuta in molti, in troppi, cambia obiettivo. Perché, anche se non lo sai tu, gli investitori (specialmente le banche, informatissime su ogni aspetto del mercato) diffidano di un business “troppo di moda”. Di giovani che hanno tentato di aprire catene di ristoranti che usano solo prodotti tipici italiani a Londra negli ultimi tre anni ce ne sono state parecchie centinaia. Qualcuno ce l’ha fatta? Sì, ma la stragrande maggioranza no, e se chiedi un finanziamento con un’idea simile ti verrà probabilmente sbattuta la porta in faccia.
Hai un vantaggio competitivo?
Il tuo vantaggio competitivo è difendibile nel tempo e nello spazio? Registrare marchi e brevetti è sicuramente un buon sistema per proteggere la tua idea dagli imitatori, ma non basta. Se la tua azienda fa un vino strepitoso o un formaggio unico al mondo potranno copiarti il marchio e la confezione, ma non riusciranno mai a fare un prodotto altrettanto buono. Se il tuo modello imprenditoriale è basato su una buona intuizione ma non hai né la forza economica né la capacità di comunicazione di affermare che tu e solo tu sei il più bravo a fare quella cosa, prima o poi qualche copione proverà a farti fuori.
Farti conoscere è importante
Consiglio ovvio: la sicurezza che nessuno ti rapini le idee passa non solo dalla registrazione di marchi e brevetti. La migliore difesa è la capacità di farti conoscere. Più sei noto (in rete, in città, sui giornali, nell’ambiente) meno devi temere i copioni. Sei solo soletto o hai una squadra? Se sei solo con il tuo talento, forse puoi affermarti più facilmente come professionista o come dipendente di una grande azienda senza imbarcarti in un’avventura ardua e di lungo periodo. Come abbiamo già detto, fare azienda non è impresa per lupi solitari. Il capo azienda è sempre una figura carismatica, al vertice di un gruppo di persone che ne condividono la visione e gli obiettivi. Per essere un capo azienda di successo, devi coinvolgere le persone giuste fin dall’inizio.
L’equipaggio su cui puoi contare per la navigazione garantisce il successo dell’idea quanto, e forse più, dell’idea stessa.
Uno dei cardini del tuo progetto è l’equipaggio su cui puoi contare per la navigazione: chi sono, cosa sanno fare, che cosa ti aspetti che facciano. Questo garantisce il successo dell’idea quanto, e forse più, dell’idea stessa. Ultimo consiglio. Il mondo, le imprese, il commercio è in trasformazione profonda. Google, Amazon, Airbnb quindici anni fa non esistevano, Apple faceva computer (li fa ancora, ma nel frattempo ha anche inventato gli smartphone, i tablet, i lettori MP3 e ha ucciso tutte le case discografiche del mondo facendo molti più soldi di loro vendendo musica anche se nel frattempo il suo primato viene minacciato da Spotify). È adesso che nascono le occasioni. Il che non vuol dire che bisogna essere degli assi nelle tecnologie. Bisogna saperle usare, sapere che ci sono, non pensare di fare impresa come 25 anni fa. Ma, soprattutto, bisogna capire che cosa si è veramente bravi a fare e a come si può venderlo in un mondo che cambia.