Fondare una startup: 5 regole per evitare lo schianto
Da qualche anno, incontro spesso giovani startupper che sognano di diventare Zuckerberg e sono straconvinti di avere in tasca l’idea del secolo. Parlando con loro, mi rendo conto che serve almeno mezzora di discussione prima di iniziare a capire cosa fanno (o vorrebbero fare) realmente e, nella stragrande maggioranza dei casi, da qualche parte esiste già …
Da qualche anno, incontro spesso giovani startupper che sognano di diventare Zuckerberg e sono straconvinti di avere in tasca l’idea del secolo. Parlando con loro, mi rendo conto che serve almeno mezzora di discussione prima di iniziare a capire cosa fanno (o vorrebbero fare) realmente e, nella stragrande maggioranza dei casi, da qualche parte esiste già una soluzione pronta, rodata e in alcuni casi migliore della loro. Facendo notare la cosa (impersonando a questo punto l’avvocato del diavolo) mi rendo conto che spesso c’è di base un’ostinazione cieca. Capisco che credere nella propria idea è uno dei cardini del successo, ma questo funziona solo se l’idea vale. Purtroppo non è sempre così.
Tutto ciò mi porta a pensare che spesso (non voglio assolutamente generalizzare) esiste un problema di fondo legato alle startup che potrei riassumere in cinque punti. A mio avviso indispensabili per evitare uno schianto… prevedibile.
- Se credi di avere l’idea giusta, verifica prima che in giro non esista qualcosa di simile. Non devi essere per forza originale. Ma se qualcuno ha avuto la tua stessa intuizione è tuo dovere studiare a fondo il suo prodotto, trovarne i limiti e farlo meglio. Se quel progetto funziona, vuol dire che c’è mercato. Se c’è mercato parti già col piede giusto.
- Esercitati a raccontare il tuo progetto in un minuto. Cerca esempi pratici per descriverlo ed elimina tutto quello che non serve. Se ti trovi a colloquio con un business angel o un qualunque potenziale investitore, non avrà voglia di sprecare un’ora di tempo prima di capire cosa vuoi fare. Riassumere il tuo progetto mettendo in luce i punti di forza e i problemi che risolve, serve prima di tutto a te per capire se l’idea ha le gambe per camminare.
- Riprenditi con una videocamera o uno smartphone mentre fai un pitch del tuo discorso. Il fatto che esistano tante piattaforme di crowdfunding non vuol dire che la gente muoia dalla voglia di offrirti il proprio denaro. Rivedi il video insieme a persone di cui ti fidi e accetta anche i commenti negativi, prima di spararlo in rete e controllare ogni 5 minuti quante visualizzazioni ha.
- Considera che il denaro non si fa con l’idea, ma con il lavoro che serve a realizzarla. L’idea in sè, vale pochissimo. Quante persone conoscete che sostengono di avere in mente il progetto, il libro o il disco del secolo? Ebbene finché rimane in testa vale poco più di niente.
- Stai attento ai social. Molti sostengono che con Facebook riusciranno in breve tempo a raccogliere un pubblico interessato al progetto e non sarà difficile trasformare i fan in clienti. Sbagliatissimo! Gestire una pagina Facebook richiede tempo e capacità. Trasformare i fan in possibili customer è difficilissimo. Provate a comporre una bella canzone e fatela ascoltare gratis. Poi provate a fare un disco e venderlo a 5 euro per recuperare almeno le spese. Vi renderete conto che i numeri caleranno in maniera imbarazzante…
Qualche anno fa, mi trovavo a Londra a colloquio con un investitore al quale stavo presentando una mia idea per fondare una startup. Lui mi ascoltò attentamente e poi mi chiese: “Tu credi davvero in questo progetto?” “Certo!” Risposi. “Allora saresti disposto a mollare il lavoro che ti fa vivere per investire nella tua idea?” Io risposi che al momento non me la sentivo, ma ci avrei lavorato duramente. Lui mi strinse la mano dicendomi: “Se tu non sei disposto a farlo, perché allora io dovrei rischiare dei soldi su una cosa per cui tu non rischieresti i tuoi?”
Messo alle strette avevo capito che nella mia idea c’erano dei buchi, era immatura, prematura. Non avevo analizzato bene tutto e anche se non volevo ammetterlo, in fondo forse lo sapevo…