Equity Crowdfunding in Italia: passato, presente e futuro
Equity crowdfunding: i dati forniti dallo studio “La Finanza Alternativa per le PMI in Italia” a cura di Unioncamere - Innexta - Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale disegnano una panorama davvero interessante.
Chi come noi segue l’equity crowdfunding fin dal suo ingresso in Italia, non ha potuto fare a meno di toccare con mano la crescita continua di questo straordinario strumento di investimento con un’impennata che nell’ultimo anno ha completamente sdoganato qualunque riserva nei suoi confronti.
A inizio 2016 con il team di Dynamo seguivo la comunicazione di CleanBnB che con la sua prima raccolta inaugurava il portale CrowdFundMe. Era la prima campagna su quella piattaforma che poi si sarebbe quotata in Borsa sotto la guida di Tommaso Baldissera Pacchetti. Era anche una delle prime 5 campagne italiane in assoluto e l’unica di una startup che in meno di quattro anni sarebbe (anche lei) arrivata a suonare la tanto ambita campanella di Palazzo Mezzanotte con un percorso da manuale, disegnato dal suo timoniere Francesco Zorgno e dal formidabile team.
All’epoca, la parola “crowdfunding” all’interno di un comunicato stampa suscitava sempre l’attenzione dei media, a volte più della stessa startup in raccolta. Oggi le cose sono molto diverse. L’equity crowdfunding ovvero il collocamento di quote del capitale di rischio su portali autorizzati da Consob è un dato di fatto.
Certo, in ogni raccolta c’è sempre una fetta di pubblico che si avvicina allo strumento per la prima volta e ha bisogno di comprendere bene come funziona, ma non c’è dubbio che in questi anni sia davvero cambiato tutto.
La crescita dell’equity crowdfunding
I dati forniti dallo studio “La Finanza Alternativa per le PMI in Italia” a cura di Unioncamere – Innexta – Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale disegnano una panorama davvero interessante.
L’equity crowdfunding ha registrato un ottimo tasso di crescita negli ultimi anni, anche grazie all’estensione a tutte le PMI di questa opportunità, inizialmente riservata a startup e PMI innovative. Sono 742 le aziende italiane che hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate fino al 30 giugno 2021, portando a successo 588 campagne. Si tratta in gran parte di startup innovative, ma sono arrivate anche PMI con operazioni in ambito real estate.
Sono 742 le aziende italiane che hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate fino al 30 giugno 2021, portando a successo 588 campagne.
Negli ultimi 12 mesi osservati la raccolta è stata pari a € 127,7 milioni, con un incremento del 67% rispetto al periodo precedente. Nel primo semestre 2021 la raccolta è stata di € 65,4 milioni, con un aumento tendenziale del 70% sul 2020.
Equity crowdfunding: i numeri in Italia
Alla data del 30 giugno 2021 l’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano aveva censito 831 campagne di equity crowdfunding sui portali autorizzati, di cui ben 162 relative ai primi 6 mesi del 2021. In totale il capitale effettivamente raccolto in Italia fino al 30/6/2021 attraverso l’equity crowdfunding dalle 588 campagne chiuse con successo ammonta a € 286,73 milioni (con un flusso negli ultimi 12 mesi pari a € 127,63 milioni, abbastanza equamente suddiviso fra il secondo semestre del 2020 con € 62,28 milioni e il primo semestre del 2021 con € 65,35 milioni).
Altro numero interessante riguarda la percentuale di successo delle campagne. A parità di numero di campagne concluse, nel primo semestre 2021 quelle che hanno raggiunto l’obiettivo di raccolta prefissato hanno sfiorato il 90%, rispetto al 78% del 2020.
Crowdfunding al plurale
La ricerca mette in evidenza anche un altro dato. Le imprese che sono state protagoniste delle 831 campagne censite nello studio, sono in realtà 742, poiché ci sono stati diversi casi di emittenti che hanno condotto più campagne in momenti successivi, sullo stesso portale o su portali diversi. “In particolare sono 61 le emittenti che dopo avere fatto una prima raccolta di successo ne hanno proposte altre, sulla stessa o su un’altra piattaforma, quasi sempre con successo. Abbiamo anche 5 casi di imprese che non hanno chiuso con successo la prima campagna ma hanno ritentato in un secondo momento (questa volta con successo, tranne che per una di esse)“.
Insomma la storia del crowdfunding in Italia continua, ma la seconda parte del film dovrà necessariamente fare i conti con il nuovo ECSP, il regolamento europeo del crowdfunding che da novembre 2022 quando sarà operativo, probabilmente modificherà parecchio la situazione per gran parte dei 54 portali italiani autorizzati da Consob e per tutti i player che operano in questo settore.