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Investire per tutelare l’ambiente? La scelta di Enerfip

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Guido Teot, AD di Enerfip Italia, la piattaforma di lending approdata da poco in Italia per spingere e promuovere investimenti green. Ecco cosa ci ha raccontato.

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Guido Teot, amministratore delegato di Enerfip Italia, la piattaforma di lending approdata da poco in Italia per spingere e promuovere investimenti green. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Guido, due parole su chi sei e cosa fai

Sono quello che viene definito un “early adopter”. Una di quelle persone che vogliono sempre provare l’ultima novità tecnologica, in termini di servizi, di prodotti, eccetera. Negli anni, questo mi ha portato a vivere tante esperienze professionali di innovazione. Ho sempre lavorato nel mondo della finanza innovativa, mi piace dire che lavoravo nel “fintech” prima che la parola fosse inventata. Ho avuto il privilegio di contribuire al primo sito di trading online, alla prima banca online, alla prima banca telefonica. Oggi risiedo a Milano, ma ho vissuto in diversi Paesi europei e per cinque anni in Francia. Questo mi ha permesso di conoscere bene Enerfip, una piattaforma che consente attraverso innovazione di investire nel settore più importante di tutti: la tutela del nostro ambiente.

A proposito di Enerfip, quando parli di investimento a cosa ti riferisci in particolare?

Enerfip è una piattaforma di crowdfunding. In Francia si chiama investimento partecipativo che mi piace molto di più perché esplicita il concetto della partecipazione, ma chiamiamolo crowdfunding. Questa forma di investimento consente a chi partecipa, di sapere esattamente dove vanno i suoi soldi perché non c’è alcun intermediario. La piattaforma ha il compito di mettere in contatto due parti e non utilizza l’investimento per altro. La nostra peculiarità riguarda la tipologia dei progetti che decidiamo di portare a bordo: devono raccogliere denaro unicamente per fare investimenti sostenibili, in quella che è la grande sfida dei prossimi anni, ovvero la transizione energetica.

Il crowdfunding implica diverse forme di finanziamento. Enerfip, in particolare, di cosa si occupa?

Vero. Nel nostro caso, parliamo lending, ovvero di prestiti. In ogni caso, quando si parla di investimento e quindi di affidare il proprio denaro a un soggetto terzo, che sia una piattaforma di crowdfunding, una banca o un fondo di investimento è bene capire con chi si ha a che fare.

Enerfip è nata in Francia 10 anni fa, dall’iniziativa di quattro founder di cui uno laureato in biologia con indirizzo ecologico. Quindi, chi meglio di lui per poter lavorare nel mondo della transizione energetica? Abbiamo 10 anni di storia, ma soprattutto un’esperienza specifica, verticale nel mondo delle energie rinnovabili. Due dei founder lavoravano per società che si occupavano di sviluppo nel mondo fotovoltaico, quindi abbiamo internamente le competenze necessarie  per fare una corretta valutazione degli investimenti in questo settore.

Quanto è importante una specializzazione così verticale?

Direi che è fondamentale. Investire in energie rinnovabili richiede un background tecnico e finanziario molto specifico. Il business plan che sta dietro un progetto di questo tipo deve tenere conto di tantissime variabili molto tecniche. Banalmente, un impianto solare in Sicilia produce di più di un impianto solare di Norvegia, ma nelle due aree è molto diverso il terreno disponibile e il relativo costo. Enerfip seleziona prevalentemente soggetti che abbiano un’esperienza, un track record dimostrabile e che abbiamo già fatto investimenti in energie rinnovabili.

Che tipo di ritorno può aspettarsi un investitore che aderisce alla vostre campagne?

Come tasso di interesse annuo, per darci un ordine di grandezza, a seconda del rischio dell’operazione noi chiediamo ai nostri clienti di offrire agli investitori una cifra che va tra il 7% e il 9%. Abbiamo questo delta del 2% perché è chiaro che se il progetto che stiamo finanziando è ready to build, ovvero è pronto per essere semplicemente installato e messo in produzione ha un rischio leggermente più basso e quindi offriamo un tasso leggermente più basso, ma di questi tempi più che interessante.

Quanto dura mediamente un progetto sulla piattaforma Enerfip?

Cerchiamo di proporre sul nostro portale diverse durate in maniera tale che i nostri investitori possano decidere quanto tempo vogliono tenere bloccato il proprio denaro. Abbiamo progetti che vanno da un anno a un massimo di tre anni. Questo significa che il nostro investitore può scegliere all’interno dei vari progetti anche in base alla durata.

Mi sembra un investimento molto interessante. Ma è pur sempre un investimento. In che modo valutate i possibili rischi?

Il rischio viene valutato e mitigato in tre modi.

  • Il primo, attraverso un’analisi approfondita di tutti gli aspetti legati ai permessi di costruzione di impianti solari e tutto quello che è il business plan e la reputation del team. E sappiamo benissimo che il team è una delle prime cose che guardano gli investitori.
  • Il secondo aspetto sono le cosiddette garanzie reali. È vero che prestiamo denaro ma è anche vero che sull’azienda che ottiene il denaro noi mettiamo un pegno in maniera tale che qualunque cosa succeda, i nostri investitori attraverso Enerfip possono entrare in possesso degli asset dell’azienda. È un modo per evitare il più possibile che l’impresa che lancia un prodotto non paghi il proprio prestito.
  • Il terzo elemento di mitigazione del rischio è la spinta verso la differenziazione in termini di scadenza. Anche su indicazione dell’AMF (Autorité des marchés financiers) ovvero la Consob francese per intenderci, sollecitiamo i nostri investitori a non dedicare più del 10 15% del proprio patrimonio al crowdfunding, in questo caso, lending.

Voi avete all’attivo oltre 400 progetti, un numero considerevole. Sono tutti progetti francesi?

Abbiamo finanziato 481 progetti. Di questi, il 95% sono già stati completamente ripagati. La maggior parte dei progetti è francese perché siamo nati lì. Ma dall’11 novembre 2023 il crowdfunding è regolato dal nuovo regolamento Europeo. Questo ci permette di operare in qualunque Paese europeo anche se noi rispondiamo sempre all’AMF. Oggi siamo operativi in Spagna da due anni, mentre in Italia siamo partiti ufficialmente a settembre 2023, ma i primi progetti li abbiamo finanziati negli ultimi tre mesi. Da poco siamo partiti anche nei Paesi Bassi dove contiamo di raccogliere molti investitori perché l’Olanda è uno dei paesi che investe di più in crowdfunding in tutta Europa.

Quanti sono e chi sono gli investitori registrati sulla piattaforma?

Abbiamo circa 50.000 utenti registrati. Sono investitori di qualunque livello: piccoli, medi e grandi. Sono persone che hanno in comune la voglia di investire in maniera utile per la transizione energetica e la salvaguardia del pianeta. Ad oggi, i nostri investitori sono prevalentemente collocati in Francia, hanno mediamente fra i 35 e i 45 anni e sono tendenzialmente di sesso maschile, ma siamo una piattaforma europea, di conseguenza chiunque può unirsi al gruppo.

Quanto serve per iniziare?

La cosa bella della nostra piattaforma è che si può iniziare davvero con importi minimi, anche con 10 €. E questo, ovviamente, avvicina all’investimento in piattaforma anche quella che per noi è la generazione più sensibile ai temi ambientali, cioè la generazione Z. Ma c’è anche un altro dato interessante: su ogni progetto, circa il 70% degli investitori è lo stesso che ha già fatto almeno un altro investimento in piattaforma.

Guarda la nostra intervista video

Per chi volesse saperne di più su Enerfip, ricordiamo che è in corso una promozione con Startup-News, per cui, aprendo un nuovo conto attraverso  questo indirizzo e inserendo il codice STARTUP24, dopo un primo investimento di 100 euro, la piattaforma offrirà altri 30 € da investire in un altro progetto.

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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