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Meet The Founder: Emmanuela Alesiani, SUITEFOOD

Si parla sempre di startup e sempre troppo poco di persone. Per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica: Meet The Founder in cui facciamo una serie di domande ad alcuni founder particolarmente brillanti sperando possano rappresentare uno stimolo per tutti coloro che si apprestano a seguire il duro e articolato cammino delle startup.

Si parla sempre di startup e sempre troppo poco di persone. Per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica: Meet The Founder in cui facciamo una serie di domande ad alcuni founder particolarmente brillanti sperando possano rappresentare uno stimolo per tutti coloro che si apprestano a seguire il duro e articolato cammino delle startup.

Emmanuela Alesiani, founder e Ceo di SUITEFOOD.

 

Emmanuela, prima di essere un founder, cosa facevi?

Prima di diventare una founder, ho svolto il ruolo di Innovation Manager presso Carrefour Italia, un’esperienza che è stata sia meravigliosa che formativa. In questa veste, ho avuto l’opportunità di immergermi nel mondo FMCG e di contribuire attivamente all’innovazione del settore Retail attraverso progetti sia italiani che europei. Gran parte della mia attuale visione internazionale nel mondo food & beverage è il frutto di questa preziosa esperienza.

Quando è nata l’idea di avviare la tua startup?

L’idea di avviare la mia startup ha iniziato a germogliare quando avevo 25 anni e ho contribuito al successo di una delle prime startup italiane: Tramezzino.it. Tuttavia, ho iniziato a considerare seriamente l’opportunità di avviare la mia startup quando ero ventinovenne, ben 14 anni fa, anche prima che fosse introdotta la legge sulle startup in Italia. In quel periodo, avevo persino individuato finanziamenti tramite HFARM, quando ottenere fondi era più agevole. Nonostante ciò, ho deciso di rimandare perché non mi sentivo ancora completamente pronta, volevo comprendere nel dettaglio il comparto FMCG, su scala mondiale. Per questo motivo sono diventata Innovation manager di Carrefour, che è uno dei retail più importanti al mondo.

Quando hai capito che era arrivato il momento giusto per provarci?

L’opportunità di avviare la mia startup è emersa quando sono rimasta incinta e ho avuto 5 mesi di pausa dal mio lavoro principale. Durante questo periodo, ho dedicato tempo ed energia per sviluppare il progetto. Una volta che il mio bambino, Riccardo, ha avuto meno bisogno di me, ho colto l’occasione per dare vita alla mia startup. Tuttavia, il mio tempismo non è stato perfetto, poiché ho lanciato l’attività insieme al COVID 19 e nel mentre dovevo formulare i prodotti con farmer in Asia. Il momento giusto non sempre è anche quello ideale; abbiamo avuto un ritardo di un anno e mezzo, ma allo stesso tempo abbiamo imparato e testato tantissimo.

E il team? Come è nato?

La mia prima co-founder, Linh, originaria di Hanoi, è entrata nella mia vita nel 2019 durante una fiera a Bangkok in modo del tutto casuale. Mio fratello, Pierluigi, PhD in Ingegneria civile e ambientale, condivide la mia stessa visione del futuro.

Come hai finanziato l’avvio di SUITEFOOD?

Ho creato SUITEFOOD Milano, utilizzando tutti i miei risparmi e con il supporto di Banca Intesa San Paolo. Solo dopo aver validato e formulato i prodotti ho cominciato a considerare l’opportunità di gestire capitali di terzi e stiamo attualmente parlando con investitori nazionali e Internazionali.

In America e Singapore sembrano esserci opportunità importanti per startup di prodotti alimentari formulati in Italia.

Quali sono stati i primi passi della startup?

L’avvio della nostra startup è stato un percorso molto impegnativo. La creazione di nuovi prodotti alimentari è un’attività intricata che coinvolge l’intera filiera di produzione. I nostri prodotti alimentari hanno le loro radici nello Sri Lanka, in Vietnam, in India e in Lombardia, prima di giungere a Milano per essere definitivamente formulati. È importante sottolineare che abbiamo affrontato un ritardo di circa un anno e mezzo a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.

Parlami dell’errore più significativo che hai commesso…

Dopo aver trascorso quasi 20 anni come dipendente prima di creare la mia startup, ho compreso che provenendo da una famiglia di non imprenditori, ho commesso e commetto diversi errori. Tuttavia, sono impegnata a imparare e ad acquisire le competenze necessarie per guidare con successo la mia startup.

Su cosa si fonda la visione futuristica alla base di SUITEFOOD?

La conferma della mia visione futuristica nel settore alimentare è supportata dai dati di mercato. Tuttavia, realizzare un’impresa di successo partendo da zero è un processo complesso e sfidante, indipendentemente dal mercato in cui si opera.

Rifaresti tutto daccapo?

Assolutamente sì, rifarei tutto daccapo, ma questa volta lo farei a 29 anni anziché a 38. Avere più tempo per affrontare sfide, imparare dagli errori e ricominciare è un’opportunità preziosa.

Fate startup quando non avete nulla da perdere e tutto da imparare.

Fate startup quando non avete nulla da perdere e tutto da imparare”. Emmanuela Alesiani, SUITEFOOD.

A chi ti senti di dire grazie?

Desidero sinceramente esprimere la mia profonda gratitudine a Giulia Barani di Ambosiano Logistica Spa, il cui prezioso aiuto e collaborazione hanno permesso di creare una solida filiera di distribuzione per l’ecommerce alimentare sia in Italia che in Europa.

Inoltre, voglio ringraziare di cuore Marco Rossi dello studio Integra di Padova, il cui ruolo di commercialista specializzato nelle Startup Innovative è stato fondamentale nel guidarci nella giusta direzione.

Un sentito ringraziamento va anche ad Andrea D’Aietti di LHUB per il suo sostegno nella fase di validazione iniziale e, naturalmente, al mio socio Francesco Pezcoller, il quale è stato fondamentale nel tenermi lontano da errori che avrebbero potuto avere costi elevati.

Infine, non potrei mai dimenticare di menzionare mio marito, l’unico che mi sostiene appieno e condivide la visione di questo avventuroso percorso che stiamo intraprendendo.

Come è cambiata la tua vita da quando sei diventata una founder?

La mia vita è cambiata notevolmente rispetto al passato, passando da un’esperienza lavorativa gratificante e remunerativa a sfide intense e complesse. Sebbene sia stato un cambiamento impegnativo e momentaneamente peggiorativo dello stile di vita familiare, sono convinta che rappresenti la strada giusta per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata.

Due consigli per giovani founder?

  1. Investite tempo nello studio e nella formazione all’estero (ad esempio Stati Uniti), e confrontatevi con founder di diverse culture, come quelli Asiatici e Americani. Questa prospettiva internazionale vi aiuterà a sviluppare una visione più ampia.
  2. Seguite il vostro istinto e siate pronti a dire tanti “no”, quando necessario. L’ascolto delle proprie intuizioni e la capacità di prendere decisioni difficili sono fondamentali.
  3. Abbracciate il mercato internazionale fin dall’inizio e datevi il giusto tempo, il vostro tempo.

Tre cose da cui un founder dovrebbe stare alla larga:

  1. Evitate i consigli non richiesti, possono confondere il percorso della vostra startup.
  2. Non lasciatevi scoraggiare dagli ostacoli e dal pensare di essere i soli a vivere delle grandi difficoltà. Ogni founder affronta sfide complesse, spesso senza condividerle, creando un senso di solitudine nella battaglia.

Apprezzo profondamente il mindset Americano, in cui le sfide sono apertamente discusse fin dall’inizio. In contrasto, qui c’è spesso un pregiudizio negativo verso chi parla apertamente delle difficoltà, che può portare a essere etichettati come perdenti o falliti.

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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