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Lettera di un piccolo imprenditore a un dipendente

Ogni giorno continuiamo a parlare di startup e nuove attività. Lo facciamo con lo spirito positivo che deve avere per forza chi ha deciso di diventare imprenditore di se stesso e imbarcarsi in una nuova avventura. Eppure nel sottofondo, mentre corriamo come dei disperati per realizzare i nostri sogni, in Tv, sui social e sui …

Ogni giorno continuiamo a parlare di startup e nuove attività. Lo facciamo con lo spirito positivo che deve avere per forza chi ha deciso di diventare imprenditore di se stesso e imbarcarsi in una nuova avventura. Eppure nel sottofondo, mentre corriamo come dei disperati per realizzare i nostri sogni, in Tv, sui social e sui giornali assistiamo a un baccano enorme sollevato da sindacati che invocano scioperi generali e non hanno capito l’epoca in cui viviamo, da dipendenti che non vogliono saperne di mettersi nei panni di chi mastica crisi e asfalto dalla mattina alla sera, da un partito di maggioranza che continua ad autoflaggellarsi, da aziende che chiudono e spostano la produzione all’estero e potrei andare avanti ancora per molto.

“Se pensi di avere delle idee così geniali e dove lavori il tuo capo ti sfrutta, perché non ti metti in proprio e cerchi di realizzare i tuoi sogni”? L’ho chiesto proprio ieri a un caro amico che continua a sostenere di avere un’idea interessantissima e ogni giorno si lamenta del proprio lavoro da impiegato, immutato da 15 anni. “Guarda, finché avrò un posto fisso e qualcuno che mi paga lo stipendio tutti i mesi, non ci penso minimamente a mettermi in proprio. Eppure ti invidio, perché tu sei sicuramente più libero di me!”

 

Ma davvero c’è chi crede che un lavoratore autonomo sia una persona libera? Certo,

  • libero di mettersi a lavorare alle sei di mattina anziché timbrare il cartellino alle nove.
  • Libero di incollarsi alla sedia per quindici ore consecutive e col telefono accesso fino a tardi.
  • Libero di infuriarsi e poi scrivere lettere gentili quando i tuoi clienti decidono di ritardare i pagamenti.
  • Libero di lavorare il sabato e la domenica e non prenotare mai un albergo se manca la connessione Wi-Fi.
  • Libero di accettare oggi dei lavori per ieri perché “siamo di corsissima e il budget è risicato”.
  • Libero di stare sveglio la notte perché sei sempre sicuro di aver dimenticato qualcosa di importante.
  • Libero di non capire esattamente cosa c’è da pagare allo Stato, al Fisco, al Comune, all’Inps e a mille altri destinatari che immancabilmente ti svuotano le tasche lasciandoti ogni mese con l’amaro in bocca.
  • Libero di non afferrare mai completamente quello che ti dice il commercialista, perché alla fine sono sempre brutte notizie.
  • Libero di non ammalarsi mai perché le consegne vanno rispettate e “fuori tu, avanti un altro”.
  • Libero…

 

Ma è davvero possibile fare impresa in un Paese convinto che chiunque abbia una partita Iva o una piccola attività sia un evasore? È possibile che in Italia una fetta enorme di persone, risulti completamente invisibile agli occhi del diritto? È possibile che nessuno si sia mai accorto di quel mostro assassino chiamato Gestione Separata Inps? Una cloaca che ingloba denari di lavoratori che non se li vedranno mai restituiti.

I suoi con­tri­buti ser­vono oggi a coprire i debiti delle altre gestioni Inps, quella dei diri­genti per esem­pio. Que­sti lavo­ra­tori non hanno diritto a nessun ammortizzatore sociale, eppure con i loro com­pensi pro­du­cono un Pil pari a 24 miliardi di euro e garantiscono all’Inps un get­tito di 5 miliardi e 805 milioni l’anno. I pre­cari finan­ziano il Wel­fare senza avere nulla in cam­bio. Sono fatti.

Ci vuole coraggio, amico mio, a fare questa vita, ma ogni piccolo traguardo raggiunto ha un valore indicibile. Perché ci arrivi sempre, nonostante tutto e mai grazie a qualcuno.

Faccio parte di quella gente che rischia sempre in prima persona, che la mattina affila la lama e inventa cose nuove perché altrimenti il mercato ti ammazza. Mi pento ogni sera di non essere un dipendente e cambio idea tutte le mattine perché ormai non potrei più esserlo.

Cosa penso del baccano che sento in questi giorni? Nulla! È solo fastidio! Non mi riguarda. Non mi riguarda Landini, i sindacati, la Fiom e tantomeno Renzi. In fondo, perché un aiuto cuoco dovrebbe preoccuparsi di come i commensali si spartiscono quel succulento arrosto che lui non assaggerà mai? Perché?

 

La risposta di un dipendente.

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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202 Commenti

  1. Mi spiace caro mio ma nn sono d’accordo con te. Se te la devi prendere,prenditela con quelli che guadagnano soldi alle tue spalle,manager,politici,ladroni,non prendertela con chi porta a casa 1000€ cacati. Pensi che la vita da dipendente sia facile,vallo a chiedere a infermieri,poliziotti,carabinieri,postini,magazzinieri,cassiere e potrei scrivertene a migliaia! I nostri genitori nonni dopo la guerra si sono rimboccati le maniche e hanno tirato su un Paese grazie al lavoro dipendente e non grazie al lavoro autonomo! Fino a 20 anni fa il dipendente era visto come uno sfigato una sorta di Fantozzi,ora voi liberi professionisti,siete nella merda e con chi ve la prendete con chi e’ nella merda piu di voi!
    Per favore continua a votare il tuo amico Berlusconi e compagnia bella, se l’Italia e’ nella cacca la colpa e’ anche tua e dei tuoi amici liberi professionisti che hanno evaso miliardi di tasse,e noi dipendenti,ahime’ non possiamo evadere nemmeno un cent di €

    1. Caro amico “dipendente” sarebbe opportuno innazitutto un nome e cognome prima di muovere delle critiche a chi lo fa e non ha nulla a che spartire con le conclusione cui giungi. Non tiriamo in ballo i nostri genitori e i nostri nonni, il cui rispetto non credo sia in discussione. Pensiamo piuttosto a quei giovani che non avranno mai un posto fisso e sono solo numeri fra le percentuali degli invisibili italiani non tutelati da niente e da nessuno. Tantissimo rispetto per le categorie che citi e per tutti coloro che lavorano onestamente. Ma davvero credi che chi lavora in proprio sia un “amico” di Berlusconi e tutto il resto? Continua pure a farlo se la cosa ti porta sollievo…

    2. Ti ricordo che senza qualcuno che rischia nel fare impresa, i dipendenti non esisterebbero. I nostri nonni hanno sollevato il paese creando commercio,impresa e rischiando amche quello che non avevano…grazie anche ai dipendenti ovvio, che però si accontentavano come del resto facevano gli imprenditori dell’epoca. Oggi invece, oltre ad essere supertutelati, pretendono sempre di piu…addirittura il reintegro forzato qualsiasi cosa abbiano fatto o se l’imprenditore per motivi economici non riesce a mantenerlo!quello che vogliono quelli come te è solo lo stipendio a fine mese, non vi interessa di niente e di nessuno, neanche dei vostri simili…altrimenti sareste i primina ribellarvi all’ingiustizia di due persone che fanno lo stesso identico lavoro, solo che uno puo esser sbattuto fuori in ogni attimo mentre l’altro è intoccabile. Questo è l’ideale di uguaglianza della sinistra?a me sembra che siete piu di destra voi che quelli di destra. Non rinuncereste ad un minimo privilegio per dare lavoro ad una persona in piu. Avete fallito. Ed ora siete pure pochi.

  2. Dipende dal quale lavoro svolgi come libero professionista. Per quanto mi riguarda (campo sanitario) libero di non avere colleghi che ti fanno la guerra, libero di non avere mai un tetto massimo di profitto (e nemmeno minimo), libero di avere un orario flessibile senza chiedere permessi per andare a prendere una raccomandata. Libero di scegliere come fare e organizzare il mio lavoro senza sovrapposizioni di competenze da parte di terzi o vedere persone che per conoscenze e non per meriti ottengono benefici e privilegi immeritati.
    Il libero mercato se non altro segue delle regole precise: va avanti chi è più scaltro nel mix tra marketing e competenze. Difficile fare discorsi a carattere generale, ma bisogna avere la testa da imprenditore per fare impresa, le buone idee non bastano. Ci ha solo buone idee fa il dipendente.

  3. Un tale, venuto via da un ufficio pubblico perchè invidioso dei professionisti, dopo 1 anno e 6 mesi rifece carte false per ritornarsene al suo posto… Un anno e sei mesi cari dipendenti sapete perchè!? Ve lo spiego!? Il primo anno dopo l’apetura della P.i. nn si pagano tasse, l’anno successivo aveva speso tutto perchè credeva fossero sua…. Credeva…. Credeva, e ora è di nuovo al suo posto e maledice quel giorno….

  4. dico solo, e mi riferisco a colui che si “firma” dipendente, che l’Italia si è risollevata con le imprese e non con i dipendenti delle stesse… Per lo,stesso motivo sta affondando

  5. Ragazzi tranquilli che il tempo dei dipendenti che scioperano è finito da un pezzo…oggi si fanno i salti di gioia per uno stage che diventa contratto a progetto per un anno e poi chissà. L’unica vera verità è che qui piangono entrambi, Purtroppo il tempo degli scioperi (caro il mio bel lavoratore dipendente) e della frode fiscale (caro il mio bel lavoratore in proprio) è finito.
    Evitiamo una guerra tra gli ultimi e i penultimi

  6. È assolutamente sbagliato generalizzare in questo modo.cercare dei capri espiatori in una categoria o nell’altra. Tutti noi, dipendenti e imprenditori, se onesti, contribuiamo allo sviluppo di questo paese. Ogni lavoro è nobile se fatto con coscienza e professionalità. Non si può demonizzare qualcuno solo perché non ha il carattere per cominciare una attività in proprio, ma quotidianamente presta la propria opera per qualcun altro e contribuisce al successo di qualcun altro accontentandosi nella maggior parte dei casi delle briciole. Ci sono imprenditori disonesti, che non hanno mai pagato le tasse, che non hanno mai pagato una lira di contributi ai propri dipendenti, che ne hanno sfruttato tempo e idee. Così come ci sono dipendenti che non fanno bene il loro lavoro, che non si impegnano abbastanza, che”rubano” il loro stipendio non meritandolo assolutamente.
    Non generalizziamo. Faccio parte della categoria dei dipendenti, di quei dipendenti che per quattro anni, di crisi profonda, hanno mandato avanti l’attività del proprio datore di lavoro, investendo tutto il proprio tempo e tutto il proprio stipendio su questo, nella speranza di salvare il lavoro di tutti, non solo il proprio. E dopo 4 anni di sacrifici ha dovuto mollare la spugna, perché si è reso conto che il proprio datore di lavoro pensava solo al proprio tornaconto personale.
    È facile addossare le responsabilità ai dipendenti, quando le cose vanno male. Ma quando tutto andava bene, quando di soldi ne giravano parecchi i lavoratori dipendenti guadagnavano sempre la stessa somma, mai di più. Le imprese non sono entità indipendenti, esistono perché nella maggior parte dei casi ci sono i dipendenti a svolgere il lavoro. Fatta eccezione per qualche libero professionista, rari direi, è sempre cosi. Avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, dottori, imprenditori edili, artigiani, parrucchieri, elettricisti, tutti non potrebbero fare niente senza dipendenti. Quindi smettiamola, pensiamo invece che tutti dobbiamo rimboccarci le maniche, lavorare, pagare le tasse e non scariche le proprie frustrazioni sugli altri. Siamo tutti nella stessa barca, rispettiamo il lavoro di tutti.

  7. Sono un dipendente della grande distribuzione e come ha fatto notare già qualcuno ….non mi posso lamentare. Voglio solo farvi notare che ci stanno mettendo uno contro gli altri……..la guerra dei poveri !!!! Quando i lavoratori autonomi e quelli dipendenti troveranno un motivo per lottare insieme. ……sarà la vera rivoluzione !!! Silvano Un dipendente “contento”

  8. Mettere dei lavoratori l’uni contro l’altro è uno dei metodi più vecchi per distruggere i diritti di tutti i lavoratori. Io sono stato un lavoratore autonomo in Italia e se non avessi avuto la mia famiglia non avrei potuto sopravvivere. Io vorrei che i diritti che hanno i dipendenti li avessero anche i lavoratori autonomi…e che tutti i lavoratori fossero UNITI su questo punto di vista. Perchè mentre uno se la prende con un dipendente che guadagna nemmeno 1200 euro chi ne guadagna 9000 se la ride (MANAGERS, POLITICI ect…). Io non sono totalmente d’accordo con l’attacco ai lavoratori dipendenti. Sono i politici e chi detiene i mezzi di produzione che (LORO UNITI) distruggono i diritti dei lavoratori. Io sono uno dei tanti lavoratori autonomi che se potessi trovare un lavoro da dipendente lo accetterebbe e che gli fa schifo un lavoro senza diritti. Che i sindacati non hanno lottato per difendere i lavoratori autonomi sono d’accordo ma che bisogna prendersela con i lavoratori dipendenti è una cavolata. Per me il lavoro autonomo è stato solo un modo per abbassare il costo del lavoro a scapito di chi sopravvive in un paese che ha come articolo 1 della costituzione (L’Italia è un paese basato sul lavoro). FANNO BENE I SINDACATI A FARE CHIASSO PER I DIRITTI DEI LAVORATORI DIPENDENTI E DOVREBBERO FARLO ANCHE PER I LAVORATORI AUTONOMI. QUINDI NON SONO D’ACCORDO CON QUESTO ARTICOLO.

  9. Io non confonderei le due figure, molto differenti fra loro, e sarei molto più a favore del vero imprenditore…. (Quello che da lavoro ai dipendenti) Poi invece che affidare ad un blog una cosa così importante, parlerei con l’amico, tenendo conto che lui è in una condizione molto più costretta, non puó fare la spesa della famiglia con la carta di credito aziendale e scaricare così parte del reddito e recuperare l’IVA , uscire in auto magari in affitto e compilare la scheda benzina.,,,, arrivare a fine anno e trattare con il commercialista sulla cifra da dichiarare, queste sono solo poche cose in evidenza ma ce ne sono molte altre….. Scoprire che il libero professionista dichiara quello che il lavoratore dipendente paga di IRPEF…
    Il libero professionista[1] è un lavoratore che svolge un’attività economica, a favore di terzi, volta alla prestazione di servizi mediante lavoro intellettuale. L’attività svolta da tale soggetto è detta libera professione.
    L’imprenditore:
    Attività economica. Nell’esercizio di impresa l’imprenditore rispetta i criteri di economicità e si assume i rischi d’impresa.
    Organizzazione. L’imprenditore ha il potere di organizzare mezzi e persone (collaboratori).
    Professionalità. L’imprenditore svolge il proprio lavoro in modo abituale nel tempo anche se non necessariamente in modo esclusivo.
    Il profitto non è, invece, un elemento fondamentale per definire l’imprenditore in quanto il profitto dell’imprenditore è perseguito soltanto in alcune tipologie d’impresa. Per questa ragione nella definizione di imprenditore il legislatore italiano pone l’enfasi sulla produzione e lo scambio.

  10. Ciao, sono un infermiere di sala operatoria. Tu non hai idea di quante ore di lavoro gratis che lascio allo stato perché non vi sono soldi… Faccio anche dalle quaranta alle ottanta ore di straordinario al mese, senza percepire soldi oltre al misero stipendio e questo grazie ai molti imprenditori che evadono il fisco. Certo, non tu. Non gli altri che hanno commentato questo articolo. Ma pensaci: se tutti pagassimo il giusto allora sarebbero pagate anche le mie ore in più. Perché lo faccio? Perché credo immensamente nel mio lavoro e anche se arrivo stentatamente a fine mese (a proposito, timbro il cartellino alle sei del mattino e non alle nove, lavoro anche il sabato e alla domenica) comunque non mi lamento perché amo quello che faccio, a prescindere da tutto lo stress accumulato. Chiudo facendoti i complimenti per avere inaugurato la guerra tra i poveri e gli onesti. La prossima lettera però ti invito, per par condicio, a scriverla proprio ai tuoi colleghi evasori. E sono tanti.

    1. Scusa ma di quei dipendenti in cassa integrazione o mobilità che fanno un altro lavoro in nero (magari giardinaggio, imbianchino ecc.) e oltre ad essere evasori totali portano via posti di lavoro che magari farebbero comodo a qualcuno che non percepisce i soldi degli ammortizzatori sociali ne vogliamo parlare?

    2. eccoli qui, di nuovo con l’appiccicare l’etichetta di evasori ai lavoratori autonomi!….i nostri padri hanno risollevato l’Italia col loro lavoro e allo stesso modo la stanno distruggendo! ma pensi veramente che se tutti pagassero le tasse, anche se portano via il 70% del reddito, tu avresti gli straordinari pagati? I nostri politici ruberebbero di più e basta e noi tutti saremmo nello stesso mare di merda!!

      1. Ecco bravo. Ma ricordati che la vera piaga di questo paese sono i politici corrotti e non i dipendenti. Come ci sono imprenditori onesti ci sono anche dipendenti che non sono fannulloni. Come ci sono dipendenti che timbrano e non fanno niente tutto il giorno, ci sono imprenditori che rubano. E’ la natura umana mio caro.

    3. Ciao Riccardo ho letto tutti i commenti ma ho deciso di rispondere a te perché sei una persona che mette cuore in quello che fai , per questo hai la mia stima . Volevo solamente farti presente che facendo 80 ore di straordinario non retribuito anche tu stai contribuendo ad evadere il fisco in quanto non percependo una paga non puoi pagare le tasse che sugli straordinari sono molto alte . In oltre così facendo non permetti a chi disoccupato di avere una occupazione . In ultimo ti faccio una domanda il tuo rendimento dopo tutte quelle ore di lavoro com’è ? Concludo dicendo che credo che ogni persona nel suo piccolo deve cercare di migliorare le cose .
      Ciao e buon lavoro

    4. mi sento in dovere di intervenire, perché Zago fa parte di quelli che NON capiscono che la COLPA DELLE TASSE ESAGERATE che noi paghiamo è dovuta al fatto che esiste una MAFIA FINANZIARIA che si chiama FED negli USA e BCE in Europa che presta SOLDI AD USURA ai governi in cambio di TITOLI facendo AUMENTARE IL DEBITO a dismisura – DEBITO ILLEGITTIMO peraltro e imposto a tavolino come <> ; Kennedy è stato ucciso perché voleva RIPRENDERSI LA SOVRANITA’ MONETARIA – finchè la SOVRANITA’ è in MANO A BANCHE PRIVATE non cambia nulla – gli EVASORI ITALIANI esercitano un LEGITTIMO DIRITTO DI AUTODIFESA DEI LORO INTERESSI – non dimenticare che pagjiamo TASSE su OGNI COSA – coi CARBURANTI,AUTOSTRADE,ENERGIA ED ACQUA si COPRIREBBE GIA’ TUTTO, senza bisogno di imporre null’ altro balzello – e invece… CONTINUATE A NON CAPIRE L’ INGANNO DEL SIGNORAGGIO FINANZIARIO MONDIALE…

  11. ai giorni nostri non puoi scegliere se essere dipendente o collaboratore con p iva; la partita iva è un regime fiscale per chi ha un attività con spese inerenti che gli andranno a scalare le imposte da pagare. il l.prof si paga da solo i contributi previdenziali e imposte, come dovrebbe essere. fatturo 30000euro all’anno e x farlo esco alle 7 del mattino e rientro alle 21 di sera, mi devo pagare i contributi ed imposte e quasi la metà e poco più va via in tasse e contributi previdenziali inps che non rivedrò mai, verso 9000euro di contributi inps che non rivedrò. 9000!!!!!!
    non è una guerra tra poveri ma basta con sta storia: tanto ti scarichi quel che compri non paghi le tasse,,,forse dovrebbero fare 2 calcoli: non si godo di tredicesima, quattordicesima, ferie, ore permessi. ciò vuol dire che un dipendente che guadagna 1200 al mese avrà un reddito di 14000euro annui con tredicesima, permessi e ferie e malattie. un l.prof per avere 14000 di reddito netto annuale deve fatturare più di 30000euro annui…
    i sindacati se ne sono sempre fregati dei lavoratori autonomi perché un tempo si poteva scegliere se esserlo o meno,

    bisogna interesarsi di cosa fa renzi, la camusso e tutti…perchè quando si andrà a votare(tra anni ahimè), spero che l’italiano si ricorderà chi ha aumentato le imposte, abbassato le pensioni, ha distrutto le partite iva con nuovi regimi insensati, ha tutelato solo la casta politica senza diminuire la loro retribuzione e i loro fondi pensionistici…spero che tutti lo ricorderemo, non sono ne di destra ne di sinistra (anche perché ora sono la stessa cosa),
    dimenticavo siamo in Italia dove ognuno si fa i fatti suoi, crede a chi promette di “regalarti” 80 euro al mese o chi dice portiamo tutta la tassazione al 20%, un popolo che se c’è una partita di calcio si dimentica che a fine mese e fine anno c’è da piangere anziché esultare..

  12. Vorrei sottolineare nuovamente, come qualcuno ha già fatto, che è bene fare un distinguo, invece di generalizzare: comincio dicendo che sono un dipendente, a volte di quelli che si lamentano pensando “l’anno prossimo” di diventare professionista. E’ una scelta difficile, perchè io in primis sono conscio delle difficoltà che ci sono e che sono state sottolineate, almeno in una piccola parte, nella lista dell’articolo. Ci vogliono le palle per passare “dall’altra parte”, consci che poi tutto cambia.
    Ma quello che ci tengo a dire è che il lavoro dipendente, spesso, non è facile. Lo dico come uno che dopo l’università si è fatto 5 anni di contratto a progetto a 500 euro al mese, facendo quasi sempre 8 ore al giorno, seguiti da 5 anni di apprendistato che, per il rotto della cuffia si sono tramutati in un indeterminato che ora, a distanza di 1 anno, barcolla, causa una cattiva gestione dei costi fissi dell’azienda in cui ho sempre lavorato. A me gli straordinari non li paga nessuno, e faccio quasi sempre almeno 10 ore al gg, per cercare di mantenere in piedi la stessa azienda nella quale sono stati tolti i buoni pasto ma i soci continuano a cambiare auto ogni da non meno di 50k euro ogni 3 anni e con noi dipendenti piangono lacrime amare, dove ci vengono contati i rotoli di carta igienica per pulirci il c*ulo (e non è uno scherzo). Che cosa mi fa restare in questa situazione? L’illusione di avere il reddito “fisso” di poco più di 1000 euro, di avere l'”illusione” di quello che si chiama “posto fisso” e che i nostri genitori continuano ad inculcarci nella mente, nonostante ormai il mondo da dipendente non si basi più su quello. Quindi non facciamo di tutta l’erba un fascio, anche perchè tanti dipendenti come me, che desiderano e pensando di diventare professionisti, SEMPRE ammirano quelli che si danno da fare e lavorano da professionisti. Ci manca solo che salti fuori anche questa diatriba e siamo apposto.

  13. sono un autonomo, professionista da 6 anni e da 1 titolare di una nuova impresa.
    – credo nel lavoro delle 6 della mattina, perché libertà significa anche non dover timbrare cartellini;
    – credo nelle idee che possono fruttare qualcosa, idee pensate la notte quando non viene il sonno;
    – credo nel coraggio di iniziare la mattina, senza conoscere i mille imprevisti che mi aspettano sulla strada;
    – credo di non aver tempo per pensare alla politica, ai diritti, alle tasse improprie. Perché’ cio’ che più mi interessa è la voglia di trova le soluzioni;
    – credo che si possa essere pessimi lavoratori dipendenti o pessimi imprenditori, e tra essi non trovo differenza alcuna;

    Sono libero, senza padroni, amo il mio lavoro. Ai lamentosi, a quelli che criticano, agli insoddisfatti, voglio dire: trovare anche voi il vostro posto in questa società e non perdete tempo a fare cose che non siete capaci di fare.

  14. Perfetto.
    Basta che non diventi una scusa per demonizzare il lavoro dipendente.
    NON tuti sono fatti per essere imprenditori.
    E legittimamente esiste anche la scelta del tipo:
    accetto di essere dipendente, mi espongo a rischi minori e mi accontento di minore potenziale arrichimento, ottenemdo più tempo per la mia vita privata”.

    Scelta rispettabile e cpmplrensibile… ma scelta che, come tutte le scelte… deve capirw conseguenze e accettarle.

    Se la impresa o lo stato che Ti danno il lavoro… non possono più stare in piedi…
    anche tu, lavoratore dipendente… sei per strada.

    P.S.: sono lavoratpre dipendente.
    NOn me ne vergogno.
    Ma non voglio in nessun caso evitare le analisi fattuali dell’impresa e delle reali relazioni fra poteri, impresa, cittadini e bene Comune.

    Oggi del tutto avvelenate dalal ipocrisia e dal SOLO poeter che conta: la finanza criminale anti-umana, che ammazza imprese, lavoratoti, giustizia sociel, popoli, costituziomni, parlamebnti e la idea stessa di democrazia…

    O no?
    E che mette in “guerra fra loro” i POVERI: Gli imprenditori ed i lavoratori dipendenti.

    Guerra fra poveri… che favorisce la finanzza inumana parassitaria e criminale…

    Cazzo…

    http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/10/immediata-uscita-da-eurozona-moneta-sovrana-applicazione-mmt.html

  15. Come libera professionista mi sento anche io derubata dallo Stato. Non è che ci sia da prendersela con i lavoratori dipendenti! Loro sono la normalità, non vanno considerati come dei privilegiati (forse quelli statali, un pochino). La normalità sarebbe lavorare tutti, essere pagati per quello che si fa, una volta raggiunta l’età per farlo. Se viviamo in un paese che non garantisce questo diritto fondamentale, non c’è molto da discutere, la situazione è tragica a livelli molto più profondi… e tutti paghiamo, chi in un modo chi nell’altro. Non c’è un partito politico (uno serio, intendo) realmente interessato alla tutela dei lavoratori. Non c’è, ho controllato. Sto per fondare una start-up e non c’è verso di ottenere un’agevolazione per assumere dipendenti giovani e qualificati: costano troppo! E dunque… arrabbiamoci, ma non con i nostri “simili”!

  16. Io sono un dipendente da 26 annivivo in veneto e sono sempre stato dipendente di piccole o medie imprese vi posso assicurare che mi ritrovo più nella figura del piccolo imprenditore che in quella presunta del dipendente, ho sempre fatto il tecnico e tutte le cose che sono state dette sul piccolo imprenditore le facevo anch’io sabati e domeniche comprese straordinari non pagati 12 ore al giorno e magari anche 600 chilometri di autostrada, il tutto per 1200 1300 euro al mese se questo è il dipendente che conoscete voi non sono d’accordo se non è quello che conoscete voi allora sono d’accordo con voiresta il fatto che la maggioranza dei miei titolari navigavano sempre in acque diverse dalle mie e io ne ero felice puntualizziamo perché quando un imprenditore vive in maniera benestante vuol dire che l’azienda gira, e ribadisco come è già stato detto che io a prescindere evadere non posso e che comunque non lo farei, non tutta l’Italia è come la vedete voi!!

  17. Mi sono diplomata a luglio del 98 e ad ottobre avevo già un contratto a tempo indeterminato in una giovane azienda in forte espansione… Il 9 gennaio del 2001 ho preso partita iva, all’inizio é stata dura, nessuno mi ha spiegato come funzionava il magico mondo dei liberi professionisti ed ho fatto degli errori, errori che sto ancorq pagando…
    Ho preso un ufficio, assunto dipendenti, poi é arrivara la crisi ed ho dovuto mandare tutti a casa, chiudere l’ufficio e ricominciare tutto da capo.

    Oggi ho 35 anni e amo il mio lavoro che ogni giorno mi regala soddisfazioni indescrivibili, sono dell’idea che non é semplice per nessuna delle due facce sulla medaglia ma voglio dire una cosa a voi uomni che commentate con tanto fervore questa lettera…

    Vorrei un figlio ma sono libera professionista e non posso permettermi di stare a casa perché non ho un titolare che mi paga la maternità e non posso pretendere che il mio compagno si accolli da solo tutte le spese che una maternità porta…e dopo?

    Quando sei libera professionista non puoi permetterti di direi ai clienti che non puoi consegnare il lavoro perché devi andare un attimo a partorire e dopo devi allattare, e magari hai passato la notte in bianco e hai bisogno di riposare oppure devi portare il bimbo dal dottore…o semplicemente devi fare tutte quelle cose che non possono essere delegate e che solo una mamma può fare…
    Quando sarà il momento lo farò e cercherò di dare il meglio di me per i miei clienti, i miei collaboratori, il mio compagno ed il mio futuro figlio sperando che tutto questo impegno serva a crescere un giovane sveglio, intelligente ed intraprendente.

    Quindi che siate lavoratori autonomi, imprenditori o dipendenti non scannatevi a vicenda ma cercate di comprendere che non é dei vostri soldi che vi dovete preoccupare ma di ciò che lascerete ai vostri figli e soprattutto ricordatevi che accanto a voi c’é una donna che probabilmente lavora, si prende cura di voi, della vostra casa e magari anche dei figli…

    ^_^

  18. Salve.
    Io sono stato entrambe le cose, libero professionista (cioé partita iva) e dipendente, e vi posso dire che spesso e volentieri entrambe le categorie parlano l’una dell’altra senza sapere esattamente che cosa stanno dicendo. Per i dipendenti, i liberi professionisti sono coloro che possono scaricare tutto e anche di più dalle tasse, quando non addirittura evasori, Inutile dire che alcuni liberi professionisti, evadono e/o magari riescono a trovare stratagemmi fiscali per scaricare il più possibile, ma la stragrande maggioranza di chi lavora con la partita iva è costretto di fatto all’esclusiva dal proprio cliente (una società che fa da intermediario tra lui e il cliente vero), non decide la tariffa ma deve adeguarsi a quello che l’intermediario gli vuol dare, deve pagarsi in toto l’INPS, non ha ferie pagate, se non lavora non viene pagato, In più il fisco lo obbliga a pagare degli acconti con la presunzione che se i suoi guadagni sono stati x quest’anno lo saranno anche l’anno prossimo, in caso contrario vai “a credito” (peccato che i soldi tu li debba dare ora). Poi sarebbe ora di smetterla con questa storiella che compri la macchina e te la scarichi etc etc….ovvio che la puoi comprare e forse nell’arco di 5 o 10 anni qualcosa recuperi, peccato che però al concessionario la devi pagare tutta o subito o a rate, perciò o hai i soldi per comprartela la maccina o niente. Anche la faccenda che fai l’orario che vuoi, lavori quando vuoi, dove vuoi e così via lascia il tempo che trova. Questo in parte vale per i liberi professionisti veri, che decidono modi, costi e tempi della loro prestazione, e in ogni caso, se lavori poco, poco intaschi. Provate invece a chiedere a qualunque consulente informatico che lavori nell’azienda di cui siete dipendenti, e vedrete che sono legati a fornire la loro prestazione 8 (si fa per dire) ore al giorno per 5 giorni alla settimana. Altro che libertà. Per quanto riguarda i dipendenti, stipendi da fame a parte (cosa che li accomuna con molte partite iva), godono soltanto dell’avere chi paga (quando paga ovviamente) l’INPS, le ferie e la malattia, ma i margini di manovra delle aziende già ampi saranno ulteriormente ampliati con il Jobs Act, che grazie al Decreto Poletti sui lavori a termine e perciò saranno condannati al precariato a vita senza tutele di fatto. Altra storia quella dei dipendenti pubblici….non credo che debbano aspettarsi scossoni troppo forti.

    Luciano

  19. Ciao a tutti,
    trovo prepotenza e maleducazione sociale che si parli di pubblico o privato, dipendenti “cattivi” al pari di imprenditori disonesti… capeggiati da uno stato che sembra aver preso di tutti il peggio. Chi votiamo? chi sembra avere la faccia più adatta a prendersi le colpe di una macchina che non funziona. Però alla fine siamo tutti tesi ad un individualismo o egoismo sterile. Non ci viene lasciata più la libertà di progettare programmare un futuro ma, ci vengono offerti pacchetti che lasciano intendere che altri hanno pensato a noi. Proprio qui è il problema, quelli che hanno pensato a noi come schiavi di questo meccanismo non curano il nostro interesse MA vogliono che noi lo crediamo, e se quando reagiamo ci scioccano con eventi allarmanti. siamo diventati bestiame. Dovremmo accettarlo. Caro scrittore, sei libero di fare quello che vuoi della tua vita a patto che tu rammenti di rispettarla… Rivaluta i tuoi valori e forse ti accorgerai che sono proprio gli altri che vogliono attribuirti la responsabilità delle decisioni che ti si imboccano :) con affetto Mauro

  20. Cari amici, vorrei dire chiaramente a tutti che quello che ho scritto è lo sfogo di pancia di una persona che vede in giro tante cose storte e molto spesso le vive sulla propria pelle. Non è mia intenzione scatenare una guerra fra poveri. Io ammiro e apprezzo chi lavora onestamente e disprezzo con tutte le mie forze chi non lo fa. Prego tutti di non usare parole forti nei confronti di chi potrebbe ingiustamente sentirsi tirato in causa. Rispetto tutti perchè sono stato da ambedue le parti, ma sento di dover dar voce a coloro che non vede e non sente nessuno. Per favore, non è contro gli onesti, da qualunque parte stiano, che dobbiamo prendercela…

  21. Caro Salvatore,prima di sfogarti dovresti pensarci su prima con chi prendertela.Fare di tutta un’erba un fascio non e’ giusto. A lavoro da me cercano di metterci sempre l’uno contro l’altro ed e’ quello che stanno cercando di fare ora,morti de fame contro morti de fame. Su 1200€ al mese un dipendente paga 1700€ in tasse tutti i mesi,scarichiamo spese mediche se raggiungiamo la cifra e basta!Ci sono politici sindacalisti e manager che guadagnano 300000€ all anno e una volta in pensione prendono 20/30000€ al mese di pensione!Perche’ non hai intitolato il tuo articolo Mortacci a sti ladroni che ci fregano tutti i mesi. Senza liberi professionisti e piccoli imprenditori io dipendente sarei fregato,ad esempio se ho bisogno di un elettricista o di un dentista o avvocato e cosi via,e voi idem,se fate un incidente vengono a prendervi dipendenti che lavorano in ambulanza dipendenti che fanno i poliziotti,ecc…..
    Quello che non ci serve sono le caste caro mio Salvatore,e tu stai alimentando odio tra due categorie martoriate da questo sistema marcio, quindi se devi scrivere un articolo next time think better about it!

  22. Salve sono un dipendente ossia non capace e non geniale per essere un imprenditore.
    Caro imprenditore che lavori 24 ore al giorno, sei insoddisfatto e non riesci a sviluppare i tuoi sogni, dovresti trovare qualcuno che ti aiuti,qualcuno alle tue dipendenze, cioè un dipendente a cui trasferirai parte dei tuoi sogni e di sicuro ti sarà di aiuto,
    Se invece il tuo operato tenderà a prevaricare il prossimo compreso il tuo dipendente, aspettati delle risposte in frequenza.

  23. Scusate , ma non mi sembra il caso di aprire una diatriba per questa lettera….Io dico che ci dovrebbe essere libertà di opinione sia da parte di dipendenti che di imprenditori….
    Non per dar contro a qualche dipendente, se dico che nn esiste corrispondenza biunivoca fra le due categorie,voglio dire….che è molto piu facile che un imprenditore abbia fatto prima il dipendente piuttosto che un dipendente abbia fatto l’imprenditore, a meno che non abbia iniziato sull’azienda di papa’ ma questa è un altra storia.
    Per quello che riguarda la mia esperienza, posso dire che ho fatto il dipendente per circa un quarto di secolo, trovandomi benissimo, facendo sempre il mio dovere e forse anche di piu, differenziandomi in positivo rispetto ai miei colleghi, purtroppo però la crisi che tutti conosciamo è arrivata e le cose sono cambiate.
    Unitamente alla crisi è arrivato anche qualche serio problemino di salute che mi ha tenuto fuori per qualche mese , e i rapporti con il mio datore di lavoro si sono incrinati come se il tutto fosse causa mia…..da qui la coraggiosa decisione di iniziare un’attività per conto mio..
    Dopo tre anni di attività non mi sono pentito della scelta , ma devo ammettere che tra dire che non mi sono pentito e pensare di assumere qualcuno ce ne passa….anche se lavoro ce ne sarebbe..
    Le spese fisse di cui parla anche il piccolo imprenditore (commercialista, inps ,inail) , non sono fittizie ma reali e vi posso assicurare che loro da sole si mangiano più di 10000 euro all’anno, senza contare poi le tasse sull’utile , la spesa per i mezzi di trasporto, sedeaziendale, carburante e chi piu ne ha piu ne metta…se poi aggiungiamo anche un solo dipendente la cosa va letteralmente fuori controllo.
    Di soldi se ne vedono frullare tanti, ma stringi stringi rimane ben poco, se tutto va bene uno stipendio medio, al quale bisogna calcolare che non esistono ferie, mutua ,TFR. Quindi secondo me dire ad un dipendente (non sfruttato ma pagato almeno con la paga sindacale) che se non è contento del trattamento economico si puo tranquillamente aprire un attività propria , NON e’ REATO in tanti hanno bussato alla mia porta per chiedere di essere assunti,ma quando ho detto loro che ora come ora cerco un socio, nessuno ha avuto le @@ di aderire all’iniziativa.

  24. Come al solito si generalizza, sia sul lavoro dipendente sia su quello autonomo. Ci sono dipendenti che guadagnano soldi per guardare fuori dalla finestra (sempre più rari!), e dipendenti come me che le otto ore non sanno nemmeno cosa sono, che lavorano da casa in malattia e che sotto dichiarazione dei redditi se arrivano a casa alle undici di sera son fortunati, e gli straordinari non si sa dove siano.
    Di contro, ci sono autonomi che davvero fanno la fame, in un regime di precarietà e globalizzazione come quello attuale, ma ci sono anche tanti autonomi, ma tanti tanti, che hanno il pieno controllo del loro fatturato e del loro “non fatturato”.
    Ora io non posso giudicare le esperienze singole di ognuno, ma criticare il lavoratore “dipendente” in generale, perché ha lo stipendio sicuro a fine mese, e nascondersi dietro un dito quando il meccanico non ti fa la fattura perché ti fa lo sconto e poi dichiara come un operaio.., non è dare un’informazione accurata! D’altronde, l’INPS lo pagano pure i dipendenti… così come IRPEF e addizionali… e lo pagano sull’intero della loro busta paga, senza possibilità di controllo sul proprio “fatturato”. Quindi, per favore, non generalizziamo. Portiamo pure i nostri casi concreti (perché son convinto che ci sono autonomi onesti), ma non come autonomo o dipendente, ma come persone singole. Forse allora si diamo informazione!

  25. Cari signori Buon gg vorrei dire che purtroppo ho letto questa lettera tutta dall’inizio alla fine è vi assicuro é tutto vero, anche un piccolo imprenditore trova delle difficoltà veramente enormiiiiiiiii nel andare avanti e sopravvivere.
    In realtà ho tanti amici che fanno ciò che racconta la lettera ma poi quando gli chiedo perché se pensi che sia così facile non ti metti in proprio? Indovinate la risposta, quindi vi dico che la vita è veramente difficile, è difficile star lì e pensare che mentre io mi faccio il culo ore nun dare avanti impresa e famiglia lo stato si arricchisce con i miei e i Vs soldi

  26. Dopo quattro anni di impiego statale il 1° settembre del 1968 ho intrapreso l’avventura del lavoro autonomo, e tra alti e bassi non mi sono mai pentito della mia scelta e di lavorare dodici ore al giorno! Ma bisogna avere gli “attributi” per scegliere questa vita.
    Gli stessi attributi che usano quelli che sanno solo lamentarsi di svolgere un lavoro insoddisfacente! Mal pagato, ma che non vedono l’ora di andare in ferie o in pensione, e che si ammalano con la stessa facilità con cui io riesco a vincere le malattie per poter rispettare gli impegni nei confronti dei miei clienti.

  27. Quando l’economia tirava ci prendevate per il c. perché noi dipendenti eravamo a paga fissa mentre voi giravate con la porsche. Ora invece ci scrivete lettere…

  28. Lo dico dalla prospettiva di uno che ha lavorato sia da dipendente sia in proprio: la spocchia che ALCUNI lavoratori autonomi (come l’autore del post) dimostrano nei confronti dei lavoratori dipendenti e’ il preciso specchio del “sono tutti evasori” da parte di alcuni lavoratori dipendenti.

    Er mejo e’ il “ogni mio risultato vale 10 dei tuoi”, cioe’ “il lavoro che faccio IO, che sono superiore, vale molto di piu’ di quello di voi Untermenschen dipendenti”. Egocentrismo distillato.

    Per cui, se la pensi cosi’, ti MERITI che ti chiamino evasore anche a sproposito, e alla grande.

    In che decennio vive l’autore del post? No perche’ a me sembra che il lavoro dipendente sia sempre piu’ precario, sottopagato, sottoposto a ricatti.

    Lo sa che i lavoratori dipendenti che scioperano perdono giorni di stipendio? Mi sa di no.

    Se poi il conflitto sociale degli altri non lo riguarda, peggio mi sento: il menefreghismo e la guerra fra poveri sono ESATTAMENTE i risultati a cui mira la nostra simpatica classe dirigente da alcuni decenni.

    Solo che poi succede che ti alzano le tasse e i contributi (senza nulla in cambio), poi ti fanno una bella verifica fiscale (e qualcosa trovano sempre grazie al bizantinismo del sistema) e ti ritrovi una bella multa, ecc. ecc. e GIUSTAMENTE a nessuno importa, visto che a TE non importa degli altri ma solo del tuo orticello.

    Cercare di capire che i TUOI interessi e quelli della stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti coincidono pare troppo difficile? Mi sa di si’.

  29. Mi spiace ma non condivido quasi nulla di quello che dici!! È una generalizzazione e come tale a mio avviso è sempre sbagliata!
    Io sono un lavoratore dipendente e mi alzo alle 6 della mattina! Lavoro di notte, al sabato, la domenica, a natale a capodanno e a ferragosto….rischio ogni giorno la mia incolumità e prendo decisioni importanti in pochi istanti… Visto che con le mie denuncie decido spesso il futuro delle persone! Ho lo stipendio bloccato da più di dieci anni e un potere d’acquisto ridicolo… Ho quasi il 40% di trattenute in busta paga!
    Quindi credo che sia inutile fare una guerra tra poveri! È vero, i lavoratori autonomi sono meno tutelati in caso di malattia, maternità etc ma dall’altra parte hanno la possibilità se capaci di incrementare i propri profitti e se disonesti di moltiplicarli….spesso alle spalle del lavoratore dipendente!! Dire che del sindacato e dei lavoratori non mi interessa credo sia davvero sbagliato!! Anni di lotte hanno permesso di ottenere dei diritti che non possono essere cancellati solo perché ” comunque uno lo stipendio lo ha”

  30. lavoro da sempre nel settore informatico. Inizialmente per 14 anni come dipendente, poi 7 come socio di srl, poi 7 ancora da dipendente, ed ora da 3 ancora socio di SRL. Ad oggi, il mio stipendio è di 2000€ netti mese per 12 mesi senza ferie, malattia e pensione. Tornerei a fare il dipendente tutta la vita!!!. Voto a sinistra da sempre ed ho sempre fatturato tutto. Ed ogni giorno sono tentato dal portare l’azienda fuori confine.

  31. suggerisco una soluzione semplice e gia’ applicata in diverse societa’ non solo in Italia, cioe’ che il datore di lavoro una volta assunto il dipendente gli dara’ una quota dell’azienda da cui avra’ oltre che lo stipendio anche uno share sui profitti a fine anno.allora vedrai che i sindacati spariranno, gli imprenditori e gli share holder( non chiamiamoli piu dipendenti) si motiveranno per avere risultati e porteranno VALORE AGGIUNTO,PASSIONE,IDEE,…… e vi chiederete cosa succede in caso di perdita..tutti perdono assieme ma in una squadra non piace a nessuno di perdere,troppo facile mandare a casa allenatore(imprenditore) non ci guadagna nessuno ………..italiani svegliatevi dobbiamo tornare ad essere la cina del futuro esattamente come negli anni 60…….torniamo a sfornare brevetti e smettiamola di essere provinciali ………..

  32. Caro piccolo imprenditore, guarda che NESSUNO TI HA COSTRETTO a fare il lavoro che fai e per il quale ti lamenti tanto. E non c’è neanche NESSUNO CHE TI IMPEDISCE di cambiare mestiere. Ragion per cui, anziché perder tempo a scrivere inutili lettere ai dipendenti sulle grandi fortune che hanno e sui grandi svantaggi che invece hanno gli imprenditori, comincia a cercarti un altro lavoro che non sia soggetto a tutte le sofferenze e le disgrazie di cui sei ingiustamente vittima.
    Io ti consiglio vivamente di andare a fare il dipendente, così da coglierne appieno gli innumerevoli vantaggi, la grande libertà e i lauti guadagni!

  33. Questo post ha la stessa valenza di una domanda del tipo : ” Vuoi più bene a mamma o papà ?” E’ di una superficialità e di un provincialismo mostruoso, tipico dell’ italiano medio … Ma è mai possibile che si fanno osservazioni di questo tipo ? E’ naturale che un tipo che fa da 30 anni lavoro d’ ufficio, senza fare una sega da mattina a sera, senza cultura, con un posto regalato dal papi darà risposte del tipo presenti nell’ articolo. Siamo tutti consapevoli che sia il dipendente sia l’ autonomo sono bombardati a destra e manca da tasse e ancora tasse e che tutti sono in difficoltà … Al contrario dovremmo essere uniti e combattere insieme e non farci la guerra con esempi e affermazioni degne di un lemure che ha appena avuto un ictus (perdonate l’ esempio un pò pesante e forse stupido, ma è per rendere l’idea)…

  34. So quello che provi. Il mio compagno fa la tua stessa, identica, vita. Io, invece, sono una dipendente. Non scrivo il mio nome solo perché… è meglio così, fidati. Lavoro a tempo pieno ma con uno stipendio e una busta paga da part-time, non mi vengono riconosciuti gli straordinari, le aperture nei giorni festivi, le ferie ( ne faccio 1 settimana all’anno pur avendo diritto a 4 settimane) non percepisco 13esima, 14esima… prendo €700 al mese. I famosi €80 non mi vengono corrisposti perché “o è così o te ne vai”. E non è facile andarsene, non trovo altro (pur cercandolo) e gli anni passano, in più non posso assolutamente mettermi in proprio perché non ho un soldo e non mi farebbero credito nemmeno in paradiso. Hai ragione sui dipendenti, ma non sono tutti così. C’è una nutrita schiera di dipendenti che accettano compromessi assurdi pur di portare il pane a casa, e l’unica cosa che vorrebbero e non essere umiliati tutti i giorni dal proprio capo, che si comporta come se lo stipendio lo spedisse a casa loro per simpatia, come se non portassero avanti, con le proprie braccia e il proprio cuore, l’attività che rimpingua le loro tasche… dovresti arrabbiarti con chi fa leggi che regolano il lavoro pur non avendo lavorato un solo giorno in tutta la loro vita. La verità è che chi vuole lavorare, in un modo o nell’altro, lavora. E gli altri stanno a guardare e a sindacare. In bocca al lupo per tutto, di cuore.

  35. Leggo anche qui i soliti troll che vogliono creare confusione e non permettono di affrontare degnamente la discussione di problema reale…ho gli incubi a cominciare da gennaio per paura di non riuscire a pagare le tasse di giugno (e faccio parte del regime dei minimi) da giugno a dicembre cado in depressione perché non riesco a far salire il conto dopo che è stato praticamente prosciugato e prendo tutti i lavori possibili, quando lo dico al mio commercialista mi guarda stupito e mi fa (ogni anno):”ma te stai na favola…coi minimi” eh si beato te…ma come mai sto sempre con l’acqua alla gola nn me lo sa spiegare…e comincio quindi a farmi un quadro mensile meticolossissimo delle entrate e delle uscite. …e cacchio di spese ce ne ho e anche tante per poter lavorare. ..e sto a casa xn i miei perchè se vivessi da sola potrei vivere ad acqua e mollica. Detto ciò non mi capacito di come un povero cristo debba pagare delle tasse a giugno dell’anno precedente con acconto dell’anno successivo….soldi ch fondamentalmente sono già evaporati per pagare affitti, benzina, spese mediche, corsi di aggiornamento. …sono strastufa… delle chiacchiere. ..di destra e sinistra, di dietro e di sopra. Ma basta!!quando scendiamo in piazza noii???

  36. Bravo, vorrei stringerti la mano!
    Per me aprire la partita iva ha significato poter fare il mio lavoro, quello per cui ho studiato con grandi sacrifici, perché nel mio settore i dipendenti NON ESISTONO, o fai il freelance, o cambi lavoro. Non ho una casa di proprietà, non faccio vacanze da 4 anni, se mi ammalo mi impasticco e vado avanti… Però non tornerei indietro. Perché, a meno che non si nasca ricchi, passiamo una grande percentuale della nostra vita lavorando, e allora voglio fare una cosa che mi piace.
    Però, certo, se oso lamentarmi di qualche “inezia” come l’assurda pressione fiscale e contributiva, o il fatto di avere dei mesi in cui non ho lavoro quindi non guadagno, mi viene ancora rinfacciato di non essermi tenuta un posto da receptionist senza possibilità di crescita professionale, dove però mi avrebbero assunta, e che la libera professione è UNA MIA SCELTA, percui non ho diritto di lamentarmi di nulla… Come se questa scelta non la pagassi già tutti i giorni…

  37. caro Federico
    gli imprenditori comunque servono …..altrimenti….. saremmo tutti dipendenti dello stato,
    nessuno nasce imprenditore ma lo diventa o al massimo eredita per cui dipendenti capaci e con idee fanno il passo ma oggi avere un socio al 50 % chiamato stato non conviene e vedervi litigare da migliaia di km mi convince che emigrare sia stata la decisone migliore anche se lasciare il paese piu bello del mondo dispiace,pagare le tasse e’ la soluzione migliore ma in paese dove i servizi siano all’altezza …peccato perche L’Italia sarebbe numero uno al mondo se smettessimo di rubare e fare i finti perbenisti . firmato un ex dipendente oggi imprenditore

  38. Essere lavoratori autonomi o dipendenti sono due filosofie di vita. Non ce n’è una giusta o sbagliata, e nessuna delle due è più importante dell’altra.

    Trovo assurdo chi dice “io estenderei i diritti dei dipendenti agli autonomi”, oppure “facciamo scaricare le spese anche ai dipendenti”. Sono due modi distinti di vivere il lavoro, ed è logico che ogni modalità abbia le sue peculiarità, i suoi pro e i suoi contro.

    Ciò che trovo ingiusto è quando i pro di una categoria vengono garantiti sulle spalle dell’altra: quanta cassa integrazione straordinaria viene pagata dalle tasche degli autonomi che ne sono (giustamente) esclusi? Perché non viene riconosciuto il rischio d’impresa, ed anzi si massacrano gli autonomi di tasse assurde (IRAP per professionisti senza dipendenti!), ed acconti commisurati al fatturato dell’anno prima, mentre gli 80 euro arrivano solo ai dipendenti, cioè a quella categoria di lavoratori che può contare su un introito costante nel tempo? Come se la povertà d’un misero reddito autonomo avesse più valore di un ricco introito da dipendente!

  39. Al primo “dipendente che ha insultato l’imprenditore” io sono sia una dipendente che moglie di un piccolissimo imprenditore. Si fa fatica in tutti e due i casi. Non tirare in ballo i nostri avi (XXXX). ..erano altri anni con altre potenzialità lavorative e ricordati (XXXX) se prendi uno stipendio è perché c’è un imprenditore dietro che te lo paga ma a te non frega un (XXXX) se fa fatica a pagartelo e magari tu sei pur uno di quelli che non te ne frega niente di come lavori basta arrivare al 10…mediocre…

  40. La guerra tra poveri di cui parla Salvatore e’ esattamente quella che vogliono i nostri governanti (che vengono rieletti all’infinito sulla base dell’eterna divisione destra-sinistra che tanto appassiona gli itagliani).
    Se l’83% degli italiani sono dipendenti e pensionati, e pagano l’80% dei contributi IRPEF (i dati sono questi), e qualche politico o burocrate grida allo scandalo, sostenendo che da questi dati si evince che gli autonomi sono ladri ed evasori, il risultato che vogliono ottenere – e stanno ottenendo – è solo quello di mettere in guerra autonomi e dipendenti; e noi (voi) boccaloni cadiamo nella trappola, fomentando una discussione senza senso, che porta al risultato opposto di quello che tutta l’Italia dovrebbe cercare, cioe’ l’uguaglianza di tutti i lavoratori nei diritti e doveri.
    Invece da una parte autonomi non tutelati (no malattia, contributi pensione piu’ alti, adempimenti fiscali e burocratici infiniti..) e dall’altra dipendenti ipertassati e con redditi da fame, fanno la guerra additando l’altro, facendo solo il bene dei pooliticanti che da anni affollano i talk show fomentando la discussione.
    Volete andare avanti cosi’?

  41. Eccola l’Italia…la guerra dei poveri…fare a gara a chi è più sfruttato e povero. Non è togliendo i diritti a qualcuno che si acquistano i propri. La sinistra non esiste. Cmq non ho mai sentito un dipendente regolare che crea nero ed evasione.

  42. Penso che forse tutte questi commenti che piovono siano semplicemente il grido d’aiuto che una parte fa all’altra e viceversa. E che oltre ciò che non va bisognerebbe soffermarsi prima SU CIÒ CHE VA e puntare su questi, sui motivi che spingono l’una o l’altra parte ogni giorno ad un’ora piuttosto che ad un’altra ad alzarsi e ripartire per una lunga giornata portando avanti un cammino che seppur diverso è legato nel più profondo. Credo che l’imprenditore debba ringraziare il dipendente onesto che ci mette cuore e impegno nel suo lavoro sia per se che per l’impresa e credo che il dipendente debba ringraziare l’imprenditore onesto che ci mette cuore e impegno nella sua attività sia per se che per i dipendenti.
    Parlo da dipendente (non posso giudicare dal lato dell’imprenditore, magari in futuro, ma ora ho solo due anni scarsi si esperienza nel mondo lavorativo e giudico su quel poco di bagaglio che ho), sono grata ogni giorno alla persona che mi ha offerto questo lavoro e ammiro il fatto che lavori ore su ore per “far andare avanti la baracca” e garantirmi lo stipendio a fine mese, dall’altro lato so che loro mi sono grati del fatto che seppure il mio contratto mi tuteli dicendo che dovrei finire alle 18 e fare pause pranzo da 1,30h, stacco alle 20 di sera per più di 3/4 giorni a settimana ultimamente e pranzo in 15/20 minuti, senza pretendere extra in busta, per cercare di andargli incontro perché so che le scadenze son tante e sempre più pressanti. CREDO per sintetizzare CHE OGGI PIÙ CHE MAI SERVA AIUTO RECIPROCO TRA IMPRENDITORE E DIPENDENTE e NEL BISOGNO DI FARE IL PROPRIO DOVERE PRIMA DI PRETENDERE IL PROPRIO DIRITTO.
    Firmato un dipendente apprendista.

  43. Poi arriva quel di che senti un brutto rumore provenire dalla macchina che guidi per tutto il giorno e sai che devi correre in officina ma non puoi perché non hai il tempo… E anche se lo avessi non puoi comunque perché quel cliente non ti paga le fatture da 3 mesi anche se ti aveva promesso che avrebbe saldato in massimo 2 settimane (per chiederti lo sconto , che gli hai chiaramente concesso) e che non ti risponde nemmeno più al telefono. E allora vai avanti con quella macchina che fa sempre più rumore e finché dura… Come si dice? E non dormi e fai finta di nulla di fronte a tua moglie incinta. Ringraziate per quei 1000 euro sicuri tutti i mesi senza nemmeno dover investire altro denaro tutti i giorni. ve lo dice un ex dipendente.

  44. Vedo che i post sono quasi tutti di autonomi e imprenditori per cui vorrei dire la mia da operaio. Purtroppo però devo correre al reparto . Scusate,ma io non ho tempo per cazzeggiare al computer.

    1. In realtà di tempo ne hai già perso per scrivere il tuo insulso commento. La differenza fondamentale è che tu sprechi del tempo che ti viene pagato dal tuo datore di lavoro. Il tempo che sprechiamo noi autonomi lo paghiamo di tasca nostra.

  45. carissimo operaio so molto bene che avrai tantissimo da fare nel corso della tua giornata in qualità di dipendente non lo nego.. perché lo sono stato anch’io per tanti anni donando per la mia azienda anima e corpo ogni giorno proprio come se fosse la mia lavorando anche la notte ed i festivi anche se non mi competeva, fin quando però giunta la crisi, per le poche finanze dei miei datori di lavoro, sono stato licenziato il 30 giugno del 2009. sapevo che le cose non andavano tanto bene ma non fino a questo punto, poco prima del licenziamento mi sposai e cercai un figlio. lei rimase subito incinta quindi mi trovai di colpo senza lavoro ormai in piena estate con le aziende che di certo non assumevano bensì erano in procinto di chiudere per le vacanze. invece di piangermi addosso decisi di comune accordo con mia moglie di rischiare. per questo oggi, come in ogni altro giorno della mia vita soffro per quella scelta presa, anche se so che non ci sarebbe stata altra via d’uscita. ma mi sono ripromesso che non sarei mai stato più dipendente di nessuno.ad oggi collaboro sporadicamente ancora con i miei ex datori di lavoro, che non nascondono che se fosse stato per loro non mi avrebbero mai mandato via.

    1. rischiare perché quando si intraprende una carriera da libero professionista non si hanno clienti per cui bisogna cercarseli prima di iniziare a lavorare. E non è facile come potresti pensare, lo so perché lo pensavo anch’io.

  46. Ormai i clienti trovati, che hanno voluto credere in te non li lasci come lasceresti svuotare un bicchiere d’acqua nel lavandino, sai che hai faticato per trovarli e far si che si fidino si te.

  47. Salvatore,devi ringraziare il “dipendente se il tuo articolo ha preso piede,dato che l’hai pubblicato a Novembre e per un mese intero non ti ha cacato nessuno,grazie al mio commento invece è scaturito un finimondo! Quindi anche stavolta ringrazia il dipendente che ti fa andare avanti caro mio…:)))))

  48. Io sono un lavoratore dipendente da ben ” 32 “anni e cosa credi che anch’io ho molte preoccupazioni sul mio futuro lavorativo e se poi l’ I.N.P.S.” sta andando in fallimento è grazie a voi lavoratori ” AUTONOMI” perché finché eravamo solo noi lavoratori ” DIPENDENTI” ad usufruirne stava in piedi e così le nostre ” PENSIONI” sono sparite ed è per questo motivo che i nostri ” GIOVANI” non arriveranno mai alla ” PENSIONE” ripeto per colpa vostra non di certo per colpa nostra Emilio Zucca

    1. Semmai la colpa è dell’ingordigia e della poca lungimiranza delle precedenti generazioni, indipendentemente dal lavoro che svolgevano: dipendenti pubblici e privati, dirigenti, autonomi ecc.

      Oggi dipendenti ed autonomi versano i contributi nella speranza di una pensione contributiva, quindi ognuno avrà indietro (semmai avrà indietro qualcosa) una pensione proporzionata a quanto ha versato.

      Nel passato è stato elargito a piene mani: autonomi che non hanno mai versato contributi (ma che hanno accantonato fortune in banca) che ricevono una minima che non meritano, baby-pensionati statali andati in pensione a 40 anni d’età, dipendenti pubblici a cui veniva garantito lo scatto poco prima della pensione. In generale, tutti i pensionati retributivi hanno avuto una pensione troppo alta rispetto a quanto versato.

  49. Egregio signor Manuel, sarà sorpreso di scoprire che noi dipendenti abbiamo degli orari ben precisi che dobbiamo rispettare rigidamente.
    A seguire, la informo che l’unico commento insulso è il suo e non il mio, dato che io stamattina correvo al cementificio per iniziare il mio turno e non stavo a sprecare tempo durante il lavoro rubando lo stipendio, cosa che a lei viene così naturale pensare.
    Tuttavia, considerata la sua tendenza allo schiavismo, devo confessarle con imbarazzo che oggi sono andato a fare la pipì per ben due volte, perdendo tempo a spese del mio datore di lavoro.
    E adesso mi scusi ma vado a farmi una doccia fresca. Dopo 8 ore di forno rotativo a 1500°sono un po’accaldato.

    1. Ma c’è qualcosa di vero in tutto questo delirio? Davvero senti l’irrefrenabile impulso di venire a commentare qui (peraltro scrivendo il Nulla) proprio mentre devi scappare per andare a fare qualcos’altro?

      Un suggerimento: un pannolone ti metterà al riparo dalle sacrosante critiche del tuo datore di lavoro.

  50. Salve a tutti. Ho 36 anni e 10 anni fa ho preso in mano l’azienda di mio padre sull’orlo del fallimento per cercare di alleviare le sue pene dovute al disastro in cui si trovava l’azienda per colpa di 5 dipendenti. Dopo 15 anni di servizio hanno avuto una discussione con mio padre, si sono coalizzati ed anno inventato una storia penosa per cercare di pollargli piu soldi possibili con avvocati sindacati ecc…..Ci sono riusciti!Mio padre a pagato una marea di soldi, senza contare l’enorme danno alla sua salute e alla famiglia. Oggi sono fiero di cio che ho fatto: fatturo circa 500000 euro l’anno ho 9 dipendenti a tempo determinato e quando scadono i 36 mesi “si cambia l’acqua”….Il primo di ogni mese hanno lo stipendio, li controllo come un sergente e pretendo che svolgano il loro lavoro al meglio. A CASA MIA non entrerà mai piu nessuno a tempo indeterminato per colpa di questo sistema marcio che va contro l’imprenditore e i dipendenti. Già signori…….non scordate mai che chi vi da il lavoro è A CASA SUA….voi SIETE A CASA SUA. Avete diritto al rispetto e al compenso ma la cosa deve essere reciproca. Ho perso amicizie, fidanzata, passioni, vacanze, finesettimana spensierati. Ho lasciato tutta quella vita in un angolo sperando di riprendermela in futuro per dedicarmi all’azienda. Pago le tasse, gli stipendi, i leasing, il medico del lavoro, il commercialista, tutto cio che riguarda la sicurezza e la prevenzione, la luce, il telefono, l’acqua, l’avvocato…..Quest’anno ho pure pagato 400 euro di canone rai per aver installato un impianto di videosorveglianza!!!! I famosi 500000 euro si traducono in circa 3000 euro puliti per me ogni mese (poco piu del doppio di un dipendente che fa 8 ore esclusi i sabati). Non mi lamento. La mattina mi alzo sperando di non avere sorprese spiacevoli o contratempi……ma ogni giorno c’è qualcosa che non va o da risolvere. Detto ciò, cari dipendenti, vi dico sinceramente che se la situazione qui non cambierà, non avro nessuno scrupolo a chiudere tutto e spostarmi in un altra parte del mondo. Vi lamentate che non arrivate a fine mese? E’ forse colpa di chi sta provando a darvi un lavoro? Mi devo sentire in colpa o avere qualche rimorso nei vostri confronti? Ci sono giornate che mi alzo alle 5 e torno a casa alle 11….18 ore di guerra al giorno per poi tornare a casa e non riuscire a prendere sonno. Non posso ammalarmi perche se perdo un solo giorno rischio che i 3000 si trasformino in – 1000 a fine mese….che poi per me non c’è un fine mese o un primo del mese. C’è solo il risparmio, con la speranza che cio che metto in banca non serva a pagare infortuni, errori o cause. Cari dipendenti, vorrei tanto che voi poteste passare una settimana “al volante” di un azienda……allora si che potreste parlare di cosa vuol dire lavoro! Senza rancore….

    1. A tutti gli imprenditori (ad esempio il sig. mauro) con lo stipendio che pagate ai dipendenti pensate di fare beneficenza o di pagare prestazioni per mandare avanti la vostra azienda…….no perché la cosa non mi è chiara!!!

    2. Caro signor Mauro credo che la sua rabbia (perché è questo lo stato d’animo che mi trasmette con le sue parole), debba essere rivolta solo a quei 15 dipendenti che hanno mandato allo sfascio suo padre. Penso (ripeto penso, è semplicemente un mio parere e non una critica perché come dice è casa sua e sceglie Lei) che quando scrive “la cosa deve essere reciproca” si stia contraddicendo un poco, mi parla di rispetto e compenso reciproco, tuttavia mi dice che la casa è SUA e i dipendenti sono “ospiti” a casa SUA. Ok che la casa è sua ma personalmente (lasciando perdere costi o convenienze a livello di contratto determinato piuttosto che altro) credo che partire col proposito dei 36 mesi e poi vai a casa TUA, possa un pochino essere controproducente. Se sapessi di avere un contratto di 36 mesi e poi resto a casa beh mi sbatterei quel minimo indispensabile per fare cio che mi é richiesto tanto so che anche se dovessi far bene finiti i 36 mesi mi lasciano a casa MIA poi. Se invece lavorassi anche solo con l’illusione (e non la certezza) che un domani potrei rimanere lo a vita beh non farei solo il minimo cercherei di dare il massimo. Credo per concludere che la sua idea (che ripeto non dico sia sbagliata, è la sua e ognuno può e deve avere opinioni proprie) si basi su un fatto che le è accaduto, ma le dico che non tutti i dipendenti sono uguali, come fortunatamente anche gli imprenditori non sono uguali, e per molti che “rubano” ce ne sono anche molti come Lei che fortunatamente si rimboccano le maniche e cercano di creare un piccolo impero per loro ma anche per gli altri. Seppure quindi l’ammiro per la volontà che ha, mi spiace che Lei faccia di tutta l’erba un fascio.
      Un dipendente.

    3. Caro Signor Mauro, vorrei solo farle notare che CASA SUA non esisterebbe se non fosse per LORO.
      A meno che lei non sia capace di adempiere a tutti i ruoli richiesti, contemporaneamente e in maniera impeccabile, mi viene da pensare che LORO siano il motivo reale del perché lei guadagna 500000 euro l’anno. La sfido a vendere i suoi prodotti, se qualcuno non li facesse al posto SUO. A ben pensarci, se LORO producessero meno di quello che CASA SUA paga, probabilmente la sua azienda sarebbe già fallita.
      Il fatto poi, che lei chiami la sua giornata GUERRA la dice lunga (non tanto per il termine ma perché, è evidente, che per lei, il rapporto coi suoi dipendenti e con la sua azienda è sempre e soltanto una questione di conflitto mentre, pensi un po’, esiste anche la collaborazione e funziona molto meglio)… Non commento i suoi 3000 diventano 1000 in caso di malattia perché è un’affermazione un po’ troppo arrogante per le mie corde e ipotizza una SUA incredibile maestosità come manager… Poi, giustamente, se capita un’infortunio ad un operaio che sta producendo per LEI, bisogna proprio arrabiarsi. Gli errori ci sono e, le dirò di più… Se avesse voglia di guardare un po’ più in profondità, si accorgerebbe che spesso sono proprio i suoi operai a coprire i SUOI di errori… Senza che LEI neppure se ne accorga e senza che LORO glie lo dicano. L’operaio che cerca di fregare LEI è quello che non è contento del proprio lavoro e, mi dispiace dire una cosa così ovvia e scontata, ma la tranquillità e la serenità sul posto di lavoro sono una SUA responsabilità ed è compito del ruolo che LEI ha SCELTO DI RICOPRIRE.
      L’operaio contento e coinvolto nell’azienda, non ti pianterà mai in asso. Lo insegna la storia, se avesse mai voglia di studiarsela un po’. Credo che un’atteggiamento più posititvo e meno “terrorizzato” nei confronti del suo lavoro e dei suoi dipendenti le permetterebbero di fatturare più di quello che guadagna oggi e, sicuramente, la farebbe dormire molto meglio e ne guadagnerebbe in salute (che, mi creda, non vale 3000 euro al mese).

      Caro collega imprenditore, vorrei tanto che lei potesse passare una settimana con la paga minima, il mutuo da pagare, le tasse e la certezza che tra 36 mesi la licenziano dovendo costantemente ridiscutere il proprio futuro. Io ci sono passato, lei ha avuto la fortuna di avere qualcosa con cui partire e, solo per questo, dovrebbe ritenersi un privilegiato come lo sono io adesso (che guadagno meno di lei ma sono molto più rilassato).
      Colpa e rimorso sono solo una questione di buon cuore, amor proprio, onestà e senso civico…
      Se non li ha, non glie li posso di sicuro insegnare io.
      Senza rancore…

      Un’altro tipo di imprenditore.

      1. Caspita Sig. Alessio. La ringazio per la sua lezione. E’ raro trovare persone come lei che da un paio di righe capiscono il livello di cultura di una persona, l’organizzazione e la storia dell”azienda. Addirittura nella sua sfera magica, ha visto che i miei operai coprono i miei errori! Veramente, la invidio. Per quanto riguarda “la lezione” di storia, buon cuore, amor proprio, onestà e senso civico la prego di contattarmi in privato…..sono anni che cerco un maestro come lei. “Lei ha avuto la fortuna di avere qualcosa da cui partire”……questa poi……è fenomenale! Io sono partito da un meno a 6 zeri, ho acceso mutui che lei non immagina neanche e che sto ancora pagando. Sa cosa vuol dire? Senza togliere niente a nessuno: se a fine mese non ho i soldi per il mutuo di una casa, sicuramente è una tragedia, ma…..un amico, un fratello, un cugino, una banca, un vicino potrebbero dare un minimo di speranza.Se poi non li trovo….perdo la casa.Ma se i miei operai non lavorano bene chi meli da 6000 eruo per il mutuo 3000 per la corrente, i soldi per le buste paga ecc ecc???????????? Li posso chiedere a lei? Visto che ha un cuore cosi grande.Se io perdo l’azienda non sarò l’unico a piangere. E gia…..un mostro come me arriva anche a pensare questo. Sorpreso? Io non mi sento un super manager e non ho mai detto che odio e prendo a calci i miei dipendenti. Se lei fosse stato veramente un imprenditore avrebbe capito cosa intendevo con il termine “GUERRA” senza ricamarci sopra una storia così mielosa :) Per concludere: casa mia non esiterebbe senza di me e di loro e forse “una parte” della loro casa non esisterebbe senza di me. Saluti. Un imprenditore moooolto diverso da lei.

  51. Ha ragione signor Manuel, rispondere a Lei equivale a scrivere il Nulla e sprecare tempo
    . E ora mi scusi ma devo scappare a fare qualcosa di più serio.

    1. Toh, l’ennesimo commento con contenuto informativo pari a zero. Temo però che l’interlocutore sia ininfluente: è proprio un problema del commentatore. La scuso volentieri, nella speranza che scappi davvero a fare qualcosa di più serio, e non semplicemente in bagno.

      1. Egregio sign. Manuel,
        elimini il bagno da casa sua e scoprirà subito se era una cosa seria.
        Per quanto riguarda i “contenuti informativi”, quelli non ha senso esporli. Parlare a Lei di tasse, orari, guadagni, condizioni di lavoro e frustrazioni varie sarebbe come tentare di versare acqua in un bicchiere già pieno. Lei, sign. Manuel, è già saturo. Saturo di presunzione e di pregiudizio nei confronti dei dipendenti, saturo della convinzione che solo il suo lavoro sia degno di stima.Non tema sign. Manuel, sono in tanti come Lei, tutti bicchieri già pieni fino all’orlo. Ma quale “contenuto” vuoi versare?
        Lei però dà qualche segnale positivo: si è accorto che dall’arroganza iniziale in cui mi ha dato del “tu” è già passato a darmi del “lei”? E questo in due soli passaggi, senza suggerimenti.
        Forse non se ne rende conto, ma Lei ora ha più rispetto per un operaio.
        Con quale “contenuto informativo” avrei potuto ottenere lo stesso risultato?
        Se poi vuole davvero qualche “contenuto informativo” (ma di quelli veri) non resti qui al computer, sign. Manuel, ma venga in cementeria e si faccia due passi in mezzo al clinker. Vedrà che trova qualche risposta alle sue domande.
        Cordiali saluti.
        Un operaio

        1. Quindi lei (eh già, do del lei a chi lo dà a me, anche se prediligo il tu… che cosa strana, vero?) viene a scrivere commenti ad uno sfogo di un imprenditore senza nemmeno provare a mettere un po’ di contenuto informativo nelle sue parole? E sarei io l’arrogante?

          “Saturo di presunzione e di pregiudizio nei confronti dei dipendenti, saturo della convinzione che solo il suo lavoro sia degno di stima”

          Un’opinione che si sfalda di fronte all’evidenza di ciò che ho scritto nel mio primo intervento: “Essere lavoratori autonomi o dipendenti sono due filosofie di vita. Non ce n’è una giusta o sbagliata, e nessuna delle due è più importante dell’altra.”

          Dopodiché ho parlato di quelle che a mio avviso sono le ingiustizie del nostro sistema, ovvero quando i pro di una categoria vengono garantiti sulle spalle degli altri. Come definire altrimenti i famosi 80 euro, mentre l’IRAP che era stata tagliata ad aprile torna a dicembre RETROATTIVAMENTE all’aliquota originale? Questi sono contenuti informativi su cui intavolare un discorso, non le sue lagne sul tempo che perdiamo a scrivere commenti, o sul fatto di dover scappare alla fornace.

          Detto ciò, lei una fornace non l’ha mai vista in vita sua, di questo sono certo. Non le dirò come impiegare il suo tempo, ma sappia che come lo sta facendo è decisamente il modo peggiore.

          1. Sign. Manuel,
            le svelo un contenuto informativo che alla sua età non ha ancora imparato :
            cementificio e fornace sono due cose distinte.
            Si istruisca almeno su questo. Di più vedo che non si può pretendere!

          2. Effettivamente, sviluppando software, non sono tenuto a sapere alcunché dell’industria del cemento. E vivo benissimo lo stesso.

            Detto ciò…

            Questo l’ha scritto lei: “Dopo 8 ore di forno rotativo a 1500°sono un po’accaldato.”

            E questa è la definizione di “fornace” secondo il Garzanti:
            1. costruzione in muratura per la cottura di calcari, gesso, argilla e simili, usati nella preparazione di ceramiche e di laterizi o altri materiali da costruzione; anche, lo stabilimento che comprende una o più fornaci
            2. luogo caldissimo: l’ambiente di lavoro d´estate è una fornace

            Si metta in pace con la lingua italiana, con la logica, e col mondo del lavoro.

          3. Sign Manuel,
            ammetto che il suo lavoro non le impone di sapere queste cose che io e molti altri sappiamo dall’età di 10 anni, ma la mia idea (personale) è che si tratti di cose importanti che tutti dovrebbero conoscere, dato che su di esse si appoggia lo sviluppo di tutta la società e, ovviamente, anche tutte le costruzioni che vede in giro e nelle quali Lei stesso vive e lavora.
            Ragion per cui, ad evitare che Lei, per darmi torto, si confonda le idee cercando affannosamente definizioni sui vocabolari di cose di cui non sa nulla, mi permetto di darle io qualche “contenuto informativo”. Anche perché, riguardo a molti argomenti, i vocabolari stessi richiedono che si abbia almeno una pallida idea di ciò che si sta leggendo.
            Innanzitutto va detto che qualsiasi persona con un minimo di cultura di libro o di vita (e anche molti bambini di 10 anni) sanno bene cosa si intende per “cementificio” e cosa si intende per “fornace” e non si sognerebbero mai di scambiare l’uno per l’altra. Ciò per il semplice motivo che dal cementificio vedono uscire sacchi di cemento in polvere, mentre dalla fornace vedono uscire tegole, mattonelle e mattoncini rossi da mettere uno sopra l’altro.
            Detto questo, se Lei, per bisogno di contraddirmi, vuole giocare con le parole del vocabolario, devo per forza accettare la sfida:
            fornace: “costruzione in muratura”…. Ha mai visto un cementificio? Ha mai notato l’enormità ( e il colore ) delle strutture che non sono in muratura ma sono in calcestruzzo armato? Andiamo avanti:” preparazione di ceramiche laterizi e altri materiali da costruzione”.. Come vede il cemento non è citato. E rinunci pure alla sua protervia lessicale di volerlo far rientrare per forza nel generico “materiali da costruzione” perché io, con altrettanta protervia, le comunico a sorpresa che il cemento non è ( e ripeto NON E’) un materiale da costruzione. Infatti il cemento è solo uno dei quattro componenti che costituiscono il calcestruzzo, questo sì, materiale da costruzione. Pertanto dobbiamo lasciare fuori il cemento da quel novero imprecisato di materiali da costruzione, altrimenti ci tocca definire come materiale da costruzione anche l’acqua, essendo essa un altro dei quattro componenti del calcestruzzo.
            Per quanto riguarda i forni di fornace e di cementificio, beh, direi che non sono parenti neanche alla lontana. Il forno della fornace è un forno statico, in muratura, di piccole dimensioni, (anche pochi metri quadrati) per la cottura di materiali argillosi. Questo forno si può accendere e spegnere a piacere, cosa che rende le fornaci molto diffuse e presenti ovunque nel territorio. I cementifici, invece, sono impianti molto rari perché il forno di un cementificio è un forno rotativo in acciaio, di forma cilindrica, alto più di sei metri e lungo 300, (posto in orizzontale e leggermente inclinato) per la cottura del silicato solido, precedentemente frantumato e polverizzato. Questo forno ha bisogno di una struttura di contenimento esterna di dimensioni enormi. Inoltre deve funzionare di continuo giorno e notte senza mai fermarsi, come tutto il cementificio. Cosa che permette ai dipendenti (questi fannulloni) di fare turni continuativi e “rubare” lo stipendio anche di notte.

          4. è inutile che ti dichiari superparte perké non lo sei per niente.se sei superparte non aggredisci un dipendente che a messo un commento di 2 righe dicendo che così ruba i soldi al padrone. E poi ti permetti anche di insultarlo. Dovresti vergognarti invece, altro che superparte!

          5. Ci mancava l’analfabeta che non sa scrivere né capire un testo (figuriamoci riconoscere l’ironia). Ti rispondo solo perché non mi piace lasciare l’ultima parola a gente come te.

            Operaio (di nome ma probabilmente non di fatto) non è altro che un provocatore il cui primo commento è stato “voi imprenditori siete solo dei perditempo, infatti state qui a commentare mentre io adesso devo scappare in reparto a lavorare”. Da qui tutte le risposte successive.

            Ovviamente ogni lavoratore ha tutto il diritto di andare in bagno ogni volta che ne ha bisogno. Adesso che ho esplicitato l’ovvio puoi dormire tranquillamente? O eri turbata perché avevi la coda di paglia?

  52. Apprezzo Sabina complimenti……io ho chiuso un azienda nel 2010 da 4 anni lavoratrice a Nero ( perché nessuno qui sistema una donna sola con due figli) anche io ho sempre lavorato da autonoma 25 ore al giorno non 24 per non parlare del modo in cui ho trascurato i miei figli buttati 12 ore al giorno in un istituto privato ad oggi vi posso dire che invidio chi ha un lavoro fisso e sicuro vi garantisco che essere mini imprenditori non da sogni tranquilli!!!!

  53. Un articolo che presume che una categoria di lavoratori sia meglio di un’altra. Non tutti i dipendenti sono fannulloni e non tutti gli imprenditori sono evasori. Insomma, tante generalizzazioni.

  54. Cara Sig.ra Paola. Io non ho mai detto che i dipendenti sono tutti uguali, anzi…..quelli che ho ora sono persone serie e grandi lavoratori. Vorrei tanto assumerli a tempo indeterminato (avrei da risparmiare e non poco) ma le persone, io per primo, sono imprevedibili. Ognuno di noi ha dei momenti di crisi o di difficoltà estreme che possono trasformarsi in nervosismi ed attriti con chi ci circonda. Io ho imparato a mie spese che le parole di un dipendente sono oro colato davanti all’ispettorato del lavoro e questo mix di situazioni puo essere molto pericoloso per un imprenditore.E’ lo stato che non riesce a fare normative e regole per tutelare sia i dipendenti che gli imprenditori i modo equo. Già…..ci dobbiamo tutelare gli uni dagli altri. E’ assurdo, lo so…ma la mancanza di questo (oltre che alle tasse) sta portando alla rovina il paese. Non ho mai detto ne penso che i miei dipendenti sono miei “ospiti”. Loro svolgono un servizio per me in cambio di un compenso con regole PRESTABILITE. Quando dico che oltre ad essere pagati sono a casa mia, intendo dire che in azienda, ad esempio, non si portano cellulari, non si fuma, non si esce per salutare un amico o parenti, l’uniforme è sacra, le regole igieniche sono sacre, la cortesia è sacra. Se un dipendente non rispetta le regole e vengono a trovarmi ad esempio i NAS PAGO IO. La legge dice che io sono responsabile delle loro azioni nella mia azienda. Il rigore è uno strumento che serve per far rispettare le regole, non per sottomettere qualcuno. Inizialmente davo molta confidenza e mi comportavo come se “i peccatucci” che commettevano non mi infastidissero piu di tanto. E’ stato uno sbaglio. E cio che all’inizio passava come una svista diventava un abitudine con la conseguenza che poi per riportare le cose alla normalità ho dovuto fare la parte del cattivo. A volte mi sento come un maestro a scuola:) So che tutti mi vogliono bene ma so anche che dare un dito vuol dire perdere il braccio in poco tempo….Ho amici imprenditori che non fanno altro che pensare a fatturare e a trovare nuovi clienti trascurando i dipendenti e le loro aziende non sono sane. L’impresa è come una macchina: inutile avere una carrozzeria lucida e fiammante che attira i clienti se poi il motore va a sbalzi. I dipendenti sono il motore. Li pago, li comando, li rispetto. Punto. Credo di essere stato chiaro. Cordiali saluti.

  55. il problema è che “si fa di tutta l’erba un fascio”! C’è una sostanziale differenza tra il capitalista ed il popolo delle partite iva. I primi sono quelli che detengono i capitali (o hanno facile accesso a grosse somme di denaro), i secondi (che erroneamente si ritengono dalla stessa parte dei primi!) sono invece quelli che lavorano costretti a barcamenarsi tra mille difficoltà, presi per il collo dai creditori (strozzini o banche tanto è la stessa cosa!) e dal fisco, quindi sfruttati come i lavoratori dipendenti.Come al solito la guerra è tra gli ultimi ed i penultimi, la classica “guerra tra poveri”! I “lorsignori” sono bravissimi a scatenare questi conflitti così possono continuare indisturbati a farsi gli affari propri. Quindi, invece di avere come unico scopo quello di comprarvi il suv pensate a combattere nella direzione giusta e non continuate a fare il gioco dei veri padroni! Svegliaaa!!!

  56. Alessandro, 46 anni, libero professionista e/o imprenditore da quando ne avevo 27, in diversi settori, dalla consulenza aziendale al commercio, divorziato con due figli, romagnolo ergo tendenzialmente decisamente di sinistra.

    Intervengo, presentandomi, quantomeno sinteticamente, in questa discussione per porre alcuni quesiti.

    Ma, fra di voi, c’è qualcuno che crede veramente che se anche l’art. 18 venisse completamente cancellato si perderebbero così tanti posti di lavoro? Credete veramente che chi lavora con diligenza, onore e dignità non continuerebbe comunque a lavorare? Credete veramente che un imprenditore lo possa fare senza l’ausilio di validi collaboratori? Credete davvero che sia la maggioranza degli imprenditori a voler puntare alla massimizzazione del guadagno? Credete davvero che si faccia impresa solo per soldi e non anche o soprattutto perché si hanno sogni più grandi?

    Qualunque cosa voi pensiate di noi piccoli imprenditori e qualunque cosa noi si pensi di voi dipendenti, credo però che tutti quanti noi condivideremo che non si può proprio sentire, che venerdì scorso, abbiano scioperato anche dipendenti pubblici, bancari, etc … giusto?

    Inoltre, se è vero che quasi tutti riteniamo che ci siano categorie di lavoratori sottopagati e categorie pagate troppo e spesso addirittura inutili, se tutti siamo convinti che vi siano categorie che sfruttano illegalmente noi ed il nostro Paese, gente che si arricchisce alle spalle degli altri, gente che evade la legge e rimane impunita perché si può permettere di pagare fior fiori di avvocati specializzati nel far andare in prescrizione i processi, etc etc etc, perché l’elenco sarebbe infinitamente più lungo, credete davvero che i sistemi socio-economico, politico, della giustizia, piuttosto che sindacale del nostro Paese funzionino, ma soprattutto siano stati pensati per funzionare?

    Il nostro Sistema Paese è stato sviluppato nel tempo esclusivamente per tutelare i diritti degli indifendibili, siano essi imprenditori senza etica ne scrupoli, politici corrotti, banchieri, dipendenti fannulloni, sindacalisti, etc etc etc.

    E la cosa veramente triste è che tutti noi siamo complici di tutto questo e che, invece che ribellarci, battibecchiamo inutilmente fra di noi nella speranza che prima o poi qualche Divinità ci risolva il problema

  57. Sono straniera, vivo in Italia e sono una lavoratrice autonoma. Capisco molto bene di cosa parla l’autore. Anche se io non cambierei il mio status nonostante le difficoltà oggettive e non direi a nessuno di essere o non essere al mio posto. Tuttavia, incuriosita dal opinione dei lettori ho buttato un occhio anche ai commenti.
    A voi tutti italiani mi permetto di dire una cosa … L’Italia è il Paese più bello del mondo e non solo per il solito motivo che si dice: natura paradisiaca, storia dell’umanità racchiusa nei confini ecc. Ma è il più bello proprio perché ci siete VOI. Tutto il mondo invidia più che mai i prodotti italiani. Sì, è proprio così. E mentre la televisione ed i giornali italiani si guardano bene a non parlarne, ovunque nel mondo se ne parla. E questi prodotti italiani sono fatti dalle mani incredibili dei dipendenti italiani,e grazie alla genialità dell’imprenditore che ha assunto anche certi rischi perché ci credeva. Non potete dividervi, funziona solo se state insieme!!! L’Italia non è ancora fallita perché il prodotto italiano di qualsiasi settore si vende all’estero. Ed è solo perché siete persone uniche. Un popolo dove nascono più idee geniali pro capite, un popolo che ha un gusto raffinato che racchiude bellezza e semplicità, un popolo che porta avanti un continuo miglioramento anche se i fondi da destinare a ricerca e sviluppo scarseggiano largamente. Ed è perché avete questa cosa innata, non servono soldi, vi viene spontaneo … Il mondo vi invidia e voi non siete nemmeno consapevoli!
    Le manovre finanziarie delle altre potenze economiche hanno tentato di mettervi in ginocchio per eliminarvi come concorrenza. Ma se VOI siete uniti, non può funzionare mai. L’Italia non ha nessun motivo di essere in coda perché può non avere i soldi momentaneamente (e anche questo è opinabile!) ma ha VOI. E se anche i vostri politici potessero credere per un’istante nella vostra forza nel vostro impegno nello stare uniti, probabilmente non accetterebbero i ricatti dell’Unione Europea per aumentare la pressione fiscale.
    Dovete credere in VOI e dovete essere uniti almeno affinché l’Italia si rimetta in piedi! Dopo…Beh, dopo … tornate ad essere i soliti individualisti, perché è proprio quello che vi rende così speciali.

  58. @manuel.
    grazie per avermi detto che sono analfabeta, che non capisco niente e che ho la coda di paglia.
    Cmq se tu dici ke accusare un’altro di scrivere commenti insulsi e sprecare tempo a spese del padrone è solo fare dell’ ironia, allora io ti dico che tutti i tuoi commenti sono insulsi che tutti i tuoi ragionamenti sono insulsi che tutto il tuo modo di pensare è completamente insulso e che da quando sei quì che scrivi non hai detto una sola parola che non sia profondamente insulsa.
    E adesso dimmi grazie che ti ho fatto ridere con la mia ironia!

  59. Conosco personalmente l’autore della lettera. Come in tutte le cose la verità sta nel mezzo, nè troppo a destra nè troppo a sinistra. Anch’io come dipendente di una piccola azienda, trenta dipendenti, sono andato a lavorare a lavorare anche con la febbre, perché nessuno era in grado di fare le paghe e quindi pagare i miei colleghi, in ferie andavo dove aver preparato e versato tutti i contributi e imposte, il mio titolare si assentava una settimana prima, mia moglie è andata a lavorare durante l’assenza obbligatoria per maternità, mia figlia è stata licenziata al rientro dalla maternità, certamente ho risposto anche a telefonate private durante l’orario di lavoro, ho registrato fatture sul libro iva anche essendo in ospedale, ho lavorato per trentacinque anni nella stessa azienda con diversi proprietari non può esistere il dipendente senza datore di lavoro e viceversa.
    Il dipendente normale non è in grado di sfruttare il datore di lavoro; il contrario avviene sotto gli occhi di tutti, vedi raccolta pomodori frutta lavori stagionali in genere lavori in nero false partite iva: è una legge economica quando l’offerta supera la domanda chi guadagna è la parte che può scegliere, di solito è un datore di lavoro: è una lotta tra poveri, però alcuni poveri riescono ad evadere, esportare valute all’estero, evadere ed eludere il fisco, sempre a danno degli altri poveri. In conclusione si è persa la dignità della persona, quando per fare un accordo era sufficiente una stretta di mano tra dipendente e lavoratore e regnava la stima e riconoscenza tra ambedue.

  60. Ho uno studio professionale con una dipendente e collaboro anche con grosse aziende. Leggendo i commenti e reduce fresco da Iva, Imu, Tasi e Tares, non posso che condividere molte delle lamentele espresse da chi, essendo titolare di un’attività in proprio, si sente addosso una responsabilità paragonabile a quella del comandante di una nave che naviga in acque difficili, soggette a tempeste numerose e mutevoli, tempeste che sono rappresentate da tasse, balzelli, adempimenti e norme demenziali che quotidianamente ci piovono sulla testa, inviate da un Nume poco Tutelare chiamato Stato. Vorrei dire però che se non avessimo i marinai, e cioè i nostri dipendenti, non potremmo da soli affrontare il mare. E’ fondamentale che il titolare riesca ad instaurare un clima favorevole con i suoi dipendenti al pari di quello che deve fare un comandante con i suoi marinai. In caso contrario, i marinai si rifiuteranno di governare bene la barca e, nel caso peggiore, il comandante rischia anche di essere buttato a mare. Per ottenere valida collaborazione occorre offrire stima e rispetto. L’arroganza non paga. Molti titolari che si lamentano dei propri dipendenti dovrebbero chiedersi se per caso il problema non dipenda proprio da loro stessi che non sono in grado di instaurare un clima di reciproco rispetto, come invece è necessario fare. Qualche imprenditore su questa pagina dimostra un’arroganza a dire poco mostruosa. A mio parere non merita alcuna collaborazione dai suoi dipendenti e merita anche di essere buttato in mare. Se io, ad esempio, usassi con la mia segretaria gli stessi toni offensivi ed estremamente presuntuosi che usa Manuel nei suoi commenti, che dà addirittura dell’analfabeta a una commentatrice, quale collaborazione potrei aspettarmi da Lei? Le persone vanno rispettate e non trattate con arroganza. In caso diverso hanno tutte le ragioni di non collaborare e crearci dei grossi problemi. I tempi sono cambiati e il rispetto da parte dei dipendenti non è più un fatto dovuto, occorre guadagnarselo con intelligenza e modestia.

  61. Discussione al quanto inutile caro il mio imprenditore.Inizi la tua lettera di protesta ,contro chi lo sai solo tu,con un eloquente” ho deciso” elevandoti a individuo superiore.Valla a spigare la tua lettera a quei dipendenti che regalano ore non pagate,straordinari GRATIS,tempo e salute a persone che il giorno dopo ti lasciano a casa.Hai generalizzato facendo passare i lavoratori dipendenti come dei parassiti e io faccio uguale con i piccoli imprenditori succhia sangue.Tu hai scelto la tua strada lavorativa quindi di cosa stai parlando???Girati su le maniche della camicia abbassa la testa e crea lavoro.

  62. Cari voi tutti (permettetemi di chiamarvi così, approfittando della vs benevolenza), chi vi scrive è un trentenne, laureato a pieni voti, con un master di apprendistato e che a fine anno ha un contratto di collaborazione in scadenza, che si sbatte per poco più di mille euro al mese con p. iva in gestione separata, unico committente e che vive fuori sede, uno dei così tanto famosi Precari. certamente non vorrei fare la morale a nessuno, ognuno ha le sue esigenze, ognuno i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue aspettative, ma siamo così concentrati a scoprire di chi sia la colpa o additare gli altri, che ci dimentichiamo cosa realmente noi facciamo per far si che l’italia diventi un posto migliore. cosa facciamo noi tutti ogni giorno di utile per la crescita del nostro paese che ci dia la libertà di poter giudicare le altre categorie? siamo talmente portati all’individualismo e alla difesa della categoria di appartenenza, che ci siamo dimenticati realmente chi siamo e dove vogliamo arrivare, tutti noi saremmo disposti a compromessi pur di raggiungere i nostri così tanto agoniati desideri, ma ci siamo dimenticati che è grazie a questa forma mentis che siamo arrivati a questo punto. c’era una frase che amavo ripetermi, mi fu donata dalla mia professoressa di Economia, dopo aver notato la mia caparbietà, mi disse: “il mondo si sposta davanti a chi sa dove andare”, bhè quella frase un tempo echeggiava nella mia mente e son sempre andato dritto per la mia strada, ma ora io stesso come tutti voi sembriamo smarriti dispersi, presi dall’eco risonante di massa della crisi, tanto che non sappiamo più dove vogliamo andare. E’ questo quello che servirebbe a noi tutti, sapere dove si vuole andare. mi sento solidale con tutti, spero solamente che la si smetta di fare i conti con un passato che oramai è andato, ma si pensi di più a costruire bene il presente che mantenga il futuro, vostro, mio e delle Nostre generazioni future.

  63. Già gli imprenditori… poco “im”, molto “prendi”…. la lettera di questo cosiddetto “piccolo imPRENDITORE”, che si vuole lavoratore autonomo, è l’eloquente dimostrazione che ancora dobbiamo grattare la ruggine del vecchio sistema dalle coscienze di alcuni nostalgici del “benessere” di qualche anno fa – il loro – quasi che prima della crisi, ufficializzata dal 2008, non vi fossero persone perseguitate dal marchio della miseria…. chi scrive è un dipendente pubblico precario, ovviamente vincitore di concorso, anzi concorsi, che ha lavorato pure nel privato, con laurea e una seconda in arrivo, da sempre e nonostante tutto vincolato ad uno stipendio che non vede un aumento da oltre 15 anni… cioè, da quel periodo precedente l’anno ufficiale della crisi, il 2008, appunto… periodo durante il quale tanti “lavoratori autonomi” e “piccoli imprenditori” si son comprati il suv, e tutti gli status symbol da quattro e più soldi… e non scrivo dei grandi industriali, scrivo di quei piccoli artigiani e lavoratori autonomi e bla bla bla, quelli dei contratti di m…a ai propri dipendenti…… quelli che con le loro belle diffusissime SRL si son mangiati il TFR dei propri dipendenti…. tanto gli ultimi tre stipendi e il TFR stesso lo paghiamo dal fondo di solidarietà dell’INPS, guarda caso rimpinguato proprio dai lavoratori dipendenti (trattenute alla mano in maggioranza dipendenti pubblici, perché gratta gratta scopri che gran parte dei cosiddetti “piccoli imprenditori”, squali più di quelli grandi, manco i contributi versano ai miei fratelli dipendenti del privato)… sapeste quante ne ho visto, io dipendente pubblico, di queste aziende pronte a fottere il prossimo e il sistema, quello che tanto piace loro, ma che quando gli chiude la porta in faccia.. aivoglia piagnistei!… vi piace il libero mercato, la concorrenza…. allora, cari belli, rifatevi da soli, rimboccatevi le maniche… non dicevate così? non eravate voi quelli che bisogna rischiare.. sulle spalle degli altri, però!?… quegli altri che a suon di prestiti e mutui vi danno lavoro, che pagando le tasse, non una esclusa, con le loro trattenute in busta paga, da sempre vi garantiscono sanità, scuola, pensione….. sta bene, lo stato sociale non è eccellente e i vostri amici storici lo stanno smantellando, , ma quel che esiste e al quale vi rivolgete lo dovete a noi.. noi dipendenti che non possiamo evadere un euro, mentre voi… eeeehh!….. neglli anni, quanta piccola accumulazione di capitale nei vostri conti i banca, no?… vi rode toccarli quei risparmi, oggi: vero?… pensate, noi con lo stipendio inchiodato e nonostante un mutuo da strozzini, ci andiamo pari pari, da sempre..…
    caro lavoratore autonomo, piccolo imprenditore, risparmiami la tua morale….. perché se il debito pubblico è cresciuto, se l’Inps va verso il rosso, se grazie ai contratti di cacca qualche milione di dipendenti avrà meno di 300 euro di pensione dopo aver comunque lavorato e prodotto per anni (per te!)… beh!….. caro lavoratore autonomo, piccolo imPRENDITORE…. al netto di una minoranza di onesti, questo lo dobbiamo a quei tanti yuppies della Milano da bere che, nonostante Craxi sia molto e sepolto, fa tanto fashion…… su, non ti offendere, non sono io a scriverlo, è la matematica a dirlo… perché se in busta paga, il dipendente non può fregare nulla… è segno che la falla del sistema è da qualche altra parte…. L’evasione fiscale, caro lavoraore autonomo, non l’hanno inventata i lavoratori dipendenti… e, nello scarto pensionistico e dei servizi di ritorno (scuola e sanità in primis) tra ciò che ho dato e ciò che ho preso… sei tu quello che ci guadagna!

    1. Dovrei disabilitare le notifiche, perché ogni volta che leggo un commento di questo tipo, sono spinto a risponde con livore al livore, e soprattutto con buon senso all’illogicità di certi pensieri.

      Diffido sempre di chi ritiene di meritare qualcosa in quanto laureato – e ci tiene a fartelo sapere! – ma non si sente in dovere di specificare la sua specializzazione. Laureato… in cosa? Filosofia? Storia antica? DAMS? Lo dico da libero professionista nel settore dell’informatica, e laureato in informatica: la specializzazione conta.

      Diffido anche di chi, laureato e sulla strada d’una seconda pergamena, abbonda nelle frasi di puntini di sospensione: anche la forma vuole la sua parte, ed esami su esami avrebbero dovuto insegnarlo bene.

      Ma tant’è…

      “vi piace il libero mercato, la concorrenza…. allora, cari belli, rifatevi da soli, rimboccatevi le maniche”

      Non ci lamentiamo del libero mercato, ma dell’ingordigia di uno Stato che sottrae troppe risorse alla parte produttiva per mantenere il tenore di vita di quella parassitaria.

      “noi dipendenti che non possiamo evadere un euro”

      Falso. Tralasciando l’esercito di dipendenti che arrotondano svolgendo un secondo lavoro in nero, che dire di tutti i clienti privati (dipendenti compresi) che non chiedono la fattura all’elettricista o all’idraulico? L’Iva è destinata al cliente, quindi è lui che la evade.

      “mentre voi… eeeehh!….. neglli anni, quanta piccola accumulazione di capitale nei vostri conti i banca, no?”

      Falso, perché moltissime partite Iva lavorano esclusivamente per altre imprese o per enti pubblici, e quindi devono fatturare tutto.

      “perché se il debito pubblico è cresciuto, se l’Inps va verso il rosso”

      Per quanto l’evasione sia esecrabile, non le si può imputare colpe relativamente al debito pubblico: per uno Stato dissipatore come il nostro, dove eserciti di dipendenti pubblici (magari anche tu) svolgono lavori burocratici ed inutili, più risorse significa più dissipazione. Se l’acqua non esce dal rubinetto, prima di aumentare la pressione è bene tappare le falle nelle tubature.

      1. Ciao manuel, non so se il riferimento “diffido sempre di chi ritiene di meritare qualcosa in quanto laureato e ci tiene a farlo sapere ma non si sente in dovere di specificare la sua specializzazione” fosse riferito a me, ti rispondo ugualmente, io sono laureato in economia e management, specializzato in management e finanza aziendale, master in credit management. Se vuoi una foto scrivi delle pergame pergamene scrivi pure.

        1. “Ciao manuel, non so se il riferimento […] fosse riferito a me”

          Se scrivo in risposta ad Antonio, evidentemente il riferimento era ad Antonio. Non a Maurizio, né a Filippo, e nemmeno a Claudio. Può sembrare incredibile, ma è così.

  64. È iniziata la guerra tra poveri? Un tempo la grande maggioranza delle partite iva erano quelli che incassavano tanto e fatturavano poco… Personalmente non ho mai visto per esempio un dentista (titolare di studio privato) povero! Ma se parli in mezzo alla gente ti rendi conto che il “nero” in questo nostro strano paese è sempre stato necessario, unico vero motore della nostra economia… bene o male tutti lavoravano in qualche modo infischiandosene che il debito pubblico stava inesorabilmente aumentando… e secondo me sarebbe anche andato benone se qualche ben pensante del cazzo non avesse avuto l’idea di farci entrare in Europa! Adesso che siamo tutti nella merda che cosa succede? Smantellano lo stato sociale e le garanzie fondamentali del lavoratore dipendente che di fatto, pur non potendo purtroppo evadere (con la giustificazione che trattasi di evasione di sopravvivenza), nella stragrande maggioranza dei casi diventa come un lavoratore autonomo ma con la sottile differenza che lui già sa bene a quanto ammontera’ il suo stipendio e già sa bene che non avrà la possibilità di farlo aumentare e soprattutto già sa bene che non avrà neanche la libertà di prendere decisioni se non quelle di dimettersi e fare la fame! Caro “lavoratore autonomo”, ancora sei convinto che il fallimento di questo paese sia stato causato dai lavoratori dipendenti?

  65. Ciao a tutti.
    Come gia scritto da molti metterci uno contro l altro è il metodo piu efficace per togliere diritti senza che nessuno se ne accorga, un pezzettino per volta (lo scrisse anche Hitler nel Mein Kumpf).
    Ritornando al dipendente: mi è capitato di imbattermi in discorsi analoghi dove un dipendente accusava un libero professionista di evasione e che la situazione è tale proprio per questo. Sapete cosa: quel dipendente è lo stesso che poi si è fatto fare dei lavori di ristrutturazione senza fattura per risparmiare. Quindi per prima cosa bisogba fare pace col
    Cervello, poi sicuramente dovremmo esswre tutti d accordo e farci sentire ma per via della mentalità e della cultura (bassissima) di molti soggetti, ditemi voi alla luce di qesti fatti, come potra essere possibile che un dipendente stacchi il culone dalla sedia e scenda in strada a protestare con un autonomo? Ma non manca molto….i diritti di tutti i lavoratori compresi dipendenti sono ormai compromessi, quindi questione d tempo che il tuo bell indeterminato alla prima minchiata, salta.
    In bocca al lupo a tutti per tutto.
    Un lavoratore autonomo.

  66. Non capisco che vi preoccupate a fare tutti. In italia mantenete gli zingari, agli extracomunitari con le tasse (le piu alte al mondo) gli pagate scuole,beni di prima necessità e li armate per farci fuori… In italia un dipendente deve fare la fame per arrivate a fine mese mentre loro ci sfrecciano accanto in ferrari…. E l’italiano che fa?? Guarda la partita, si rifugia dietro un dito perchè ha paura….questo popolo avrà la fine che merita, e questa non tarderà ad arrivare, sia per i ricchi che per i poveri. Quindi rallegratevi ragazzi!!!! Tutti a lavare i cessi in germania per qualche manciata di riso. Olè!!! Lasciate pure che gli imprenditori italiani si credano di essere negli stati uniti, che vi frega!!! Non saranno mai a wall street. Sono dei ridicoli bauscia e niente di piu!!! Anche loro spazzeranno merda e mangeranno spazzatura con noi!!! Dai dai!!!

  67. Dipendente o autonomo l’importante e’ l’onesta’: se un autonomo non paga qualche tassa il dipendente paga in nero l’idraulico. Ci vuole coraggio nell’essere onesti e non nel metodo di come si lavora.
    Italiani fermatevi quando un pedone e’ sulle strisce pedonali, pagate le multe e non pensiate che la furbizia sia un valore.

  68. Ciao Dario hai proprio scatenato un putiferio! Purtroppo il tuo tono pacato e sensibile non e stato molto capito!
    Dico a tutti ma smettetela di scornarvi non esiste un lavoratore senza un imprenditore come non esiste un imprenditore senza un lavoratore! Avete capito adesso? State dicendo solamente delle grandissime strozzate ve lo dice uno che ha fatto il dipendente per 25 anni di cui 20 all’estero e 15 da imprenditore con 15 dipendenti.
    Sforzatevi nel riuscire a capire come fare per portare L’Italia dove merita di essere! Ah dimenticavo la mia azienda ha subito nei due anni passati un terremoto 2 trombe d’aria ed una bella alluvione! Forza ragazzi bisogna lavorare!

    1. finalmente un commento sensato ed onesto: non un dipendente che si cela dietro ad un suo diritto ma neanche un imprenditore che si cela dietro alla prima avversità ma cerca di portare a casa la pagnotta per tutti. Diamoci da fare per rivoltare questo calzino.

  69. Ho letto solo i primi commenti…Quel dipendente anonimo e’ un parassita , incapace di saper interpretare un semplice stato di fatto, figurarsi cosa e’ capace di fare se non lagnarsi di lavorare dopo che milioni di persone non riescono neanche a mangiare! Ma questo e’ storia…

  70. Salve, sono un lavoratore dipendente, e non mi importa nulla di che cosa facciate voi, vedo solo tanti randagi che si mordono l’un l’altro mentre i lupi se la ridono per essere riusciti ancora una volta a fregare il prossimo. Bravi continuate così, tutti nessuno escluso!!!

    1. Che visione superficiale che avete voi che parlate di “guerra tra poveri” o di “lupi e randagi”.

      Non ci sono due schieramenti netti: non esistono da una parte i lupi famelici e dall’altra le pecore da predare.

      I lupi – che li identifichiate coi detentori di grandi capitali o coi politici loro lacché – si garantiscono il potere sul popolo attraverso la dispensazione di “diritti” (mance, regalie, privilegi) che aumentino il loro consenso e certifichino la loro posizione in maniera democratica. Do ut des.

      E’ difficile accontentare tutti, perché quasi sempre Equità significa scontentare Tutti un Poco, ovvero frenare le pulsioni egoistiche di ogni individuo a beneficio della società. Ed allora di volta in volta diventa facile coccolare alcune categorie sociali a scapito di altre: le più numerose, ma anche le più fedeli, quelle meglio integrate nel sistema, meglio organizzate in gerarchie che possano incanalare le richieste e notificare i risultati. Ecco come buona parte degli italiani si sono trasformati in vassalli e valvassori.

      Quindi il mio nemico non è il lupo, ma tutti coloro che accettano i regali del lupo in cambio del proprio consenso. Il mio nemico è il baby-pensionato che ha usufruito di un privilegio ingiusto e rivendica il fatto di aver agito secondo la legge; il mio nemico è il dipendente privato che ha votato Renzi perché gli ha dato 80 euro; il mio nemico è il dipendente pubblico che svolge un lavoro inutile (quando si degna di svolgerlo) e che non si dimentica mai di ringraziare il suo benefattore alle urne; il mio nemico è il forestale calabrese; il mio nemico è il cassaintegrato che lavora in nero, e il lavoratore in mobilità che va a farsi una vacanza all’estero. Certo, il mio nemico è anche l’artigiano evasore che gira in BMW ma non paga la mensa scolastica dei figli grazie all’ISEE ridotto. A ben vedere, ho più nemici che amici.

      1. La tua frustrazione é evidente in ogni commento da te postato.odio,rancore,vendetta.Forse non sei tagliato per essere un imprenditore.

        1. Infatti non sono un imprenditore: sono un libero professionista. Non mi piace comandare la gente né delegare, e non mi piace essere comandato. Non potrei mai fare l’imprenditore nel vero senso della parola, né potrei fare il dipendente. Tutto torna.

          In quanto alla mia frustrazione, è reale, giacché sono un individuo fortemente razionale in un mondo fortemente illogico.

          Chiarito tutto ciò, il punto è: nei miei interventi ho scritto cose false o cose vere?

        2. Qualche osservazione sulla difficoltà del proprio lavoro è lecita e anche doverosa.
          Ma se uno si lamenta troppo di un lavoro che si è scelto (autonomo o dipendente che sia) significa che non è all’altezza di quel lavoro e che lo sta facendo sicuramente male. Sarebbe meglio per tutti che lo lasciasse fare a chi ne è capace.
          Danilo, condivido il tuo intervento dalla prima parola fino all’ultima, ad eccezione della parola “forse” che non andava messa.

          1. Ennesimo commento privo di senso.

            Io adoro il lavoro che mi sono scelto, cioè la progettazione di software, ed adoro la modalità con cui lo svolgo, cioè da libero professionista.

            Non mi piace invece come lo Stato tratta i lavoratori della mia categoria. Ad esempio, quando mi sono scelto questo lavoro, inizialmente aprendo una partita Iva che versava nella Gestione Separata INPS, i contributi erano al 20%. In breve tempo sono passati al 27%, e adesso sono praticamente al 30% (fortunatamente io sono fuggito dalla GS).

            Se mi lamento significa forse che non so progettare software? Dove lo vedi il nesso?

        3. A volte non si tratta di semplice frustrazione ma di qualcosa che va ben oltre. Di fronte a ciò, l’onest’uomo rimane impotente e stordito perché lui non è dotato di un’ adeguata controresistenza paranoide. Ma quando tutto sembra ormai perduto, ecco farsi avanti in aiuto il grande poeta che, facendo appello alla superiore nobiltà del giusto, consiglia
          “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

  71. Mi spiace, hai ragione il lavoratore autonomo é una delle categorie più bistrattate…dopo i dipendenti privati. colpe? Proviamo a mandare al governo gente compete e non chi assicura l’aggiudicazione di un incarico….

  72. Buongiorno a tutti, non ho letto tutti i commenti perché sono veramente troppi, io personalmente ho fatto il dipendente per 15 anni e da 5 sono un libero professionista, il mio modesto parere è che imprenditori (specie se si parla di piccole e medie imprese ) e lavoratori dipendenti siano due facce della stessa medaglia. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, se fossimo tutti più uniti non saremmo nelle condizioni attuali , abbiamo tutti un interesse comune condurre un vita dignitosa, noi litighiamo per le briciole e la casta politica ride e ci sfrutta..Dividi ed impera..Esistono dipendenti e imprenditori onesti, sono quelle le persone che contano che dovrebbero provare insieme a cambiare le cose. Buona giornata a tutti.

  73. Risposta a Manuel

    Il nesso è che con certi caratteri non si va da nessuna parte.
    Qualunque persona che lavora deve avere dei rapporti con gli altri, anche se limitati. Tantopiù se non delega nessuno. Se non è così allora non è un lavoro in società ma è un oscuro passatempo personale. Orbene, l’arroganza di una persona traspare anche da una semplice e- mail. Qui, ad esempio, non abbiamo rapporti diretti, eppure la tua rancorosità e la tua tendenza ad offendere l’interlocutore si nota benissimo. E’ stata anche rilevata più volte, ma tu continui imperterrito, hai bisogno di replicare peggiorando i toni e vuoi sempre l’ultima parola. Certamente tu sei inconsapevole della tua presunzione (che spacci per “forte razionalità in un mondo fortemente illogico”) ma sappi che l’arroganza è la prima cosa che si nota di una persona e questo non può che danneggiare i suoi rapporti sociali e lavorativi, di qualunque tipo essi siano.

    1. Il primo (e – per quanto immaginavo allora – unico) contributo che ho dato a questa discussione recitava così:

      “Essere lavoratori autonomi o dipendenti sono due filosofie di vita. Non ce n’è una giusta o sbagliata, e nessuna delle due è più importante dell’altra.”

      Che arroganza, eh? Eppure è il mio reale pensiero: non credo che un dipendente sia inferiore ad un datore di lavoro, né viceversa. E’ lapalissiano che entrambi abbiano bisogno l’uno dell’altro.

      Dopodiché spiegavo quelle che secondo me sono le ingiustizie del nostro sistema: i diritti di alcuni garantiti a scapito di altri.

      In seguito sono arrivati gli interventi di Operaio (o pseudo-tale), assolutamente non arroganti e provocatori; giudica tu: “Vedo che i post sono quasi tutti di autonomi e imprenditori per cui vorrei dire la mia da operaio. Purtroppo però devo correre al reparto. Scusate, ma io non ho tempo per cazzeggiare al computer.” A quelli ho risposto, ovviamente con lo stesso tono.

      “hai bisogno di replicare peggiorando i toni e vuoi sempre l’ultima parola”

      Quando qualcuno si rivolge a me, se ho tempo, voglia, e soprattutto qualcosa da ribattere… rispondo. Tu adesso mi chiami in causa: dovrei forse lasciare nel vuoto le tue considerazioni sulla mia persona? Se davvero hai questa pretesa, sei il proverbiale bue che dà del cornuto all’asino.

      “Certamente tu sei inconsapevole della tua presunzione (che spacci per forte razionalità in un mondo fortemente illogico) ma sappi che l’arroganza è la prima cosa che si nota di una persona”

      A tal proposito, potrebbe essere utile approfondire le caratteristiche della personalità INTP. Si trova tutto in rete. Mi limito a riportare questo interessante passaggio dal sito La Stessa Medaglia:

      “Si sentono distaccati, ascoltano le informazioni tentando di capirle come se non ne facessero realmente parte. Il distacco termina quando qualcuno dice qualcosa di illogico. In tal caso l’INTP sente istantaneamente di dover fare chiarezza sulla questione. Questa è la sua Missione. Qui l’INTP rischia di sembrare iper-critico, pedante o arrogante. In realtà, l’arroganza è rara negli INTP, non desiderano dominare gli altri ma semplicemente osservare, analizzare e chiarire. Una volta che il punto è stato chiarito l’INTP può ritirarsi nuovamente a pensare.”

      C’est moi.

      Adesso, per quanto ami parlare di me stesso, possiamo tornare all’argomento Lavoro?

      1. Non dubitavamo di certo che avresti risposto.Tu non esprimi il tuo pensiero,lo vuoi imporre elevandolo quasi a parola del Signore….ma alla fine sei solo un nerd che sviluppa software e non sono certo quelli come te le persone da cui apprendere qualche cosa.

        1. Non so di preciso cosa intendi con “nerd”. Certo che il disprezzo con cui sminuisci lo sviluppo del software sembra tanto l’inalberamento della bandiera della tua ignoranza: quando una materia ignota è complessa, anziché suscitarti fascino, ti suscita repulsione. Beh, vorrei ricordarti che il mezzo di cui stai abusando per diffondere nel mondo le tue sciocchezze non esisterebbe se non fosse per i software developer.

          I miei pensieri sono umani e personali, non certo la parola di dio. Ma almeno io ne ho di miei, so articolarli e so giustificarli. Tu?

          1. Un amico con la terza media fa il tuo stesso lavoro.Non ho voglia ne tempo di farti capire di volare basso e farti scendere sulla terra con noi comuni mortali.

          2. “Un amico con la terza media fa il tuo stesso lavoro.”

            Vedi che non sai nemmeno di cosa parli? Sono certo che il tuo amico avrebbe giovato del corso di Informatica Teorica: chissà che complessità computazionale i suoi prodotti…

            “Non ho voglia ne tempo […]”

            … ma soprattutto la capacità di far capire alcunché, né a me né ad altri. Vola tu più basso, perché nelle tue condizioni non si dovrebbe avere la pretesa d’insegnare niente: solo imparare.

      2. Io penso che una persona che riceve gli stessi rilievi da più parti riguardo il suo carattere dovrebbe farsi qualche domanda su se stesso e preoccuparsi di questo, prima ancora che del suo lavoro. Se non lo fa, non è solo una questione di arroganza che abbonda, ma è anche una questione di intelligenza che manca.

        1. Le domande su me stesso me le pongo in continuazione. Se aveste la mia stessa dose d’introspezione, probabilmente non sareste tutti qui impegnati a dedicarvi a me, anziché alle tematiche di cui tratta l’articolo.

  74. Io racconto le mie piccole esperienze, il mio parrucchiere dopo circa 30 anni di lavoro ha comprato tre appartamenti, uno per lui gli altri per i suoi figli. Un conoscente imprenditore edile e sempre in comune dai servizi sociali, e non paga la mensa per i figli ha la casa popolare, non paga le forniture Enel,gas . Io dipendente vado in comune e non ho diritto a niente perché supero il reddito,ho un mutuo per la prima casa che dura 30 anni,se va tutto bene forse andrò in pensione a 70 anni, e non posso portare soldi in Svizzera perché tutto dichiarato.trva le differenze……..ciao

  75. Caro ONESTISSIMO DIPENDENTE,
    Io sono un falegname, lavoro da più di 40anni e mai, dico mai nessuno mi ha aiutato . Lavoro anche 12 ore al giorno, sabato e spesso la domenica e mi fermo 6 giorni l’anno, non consecutivi , e questo per continuare a dare lavoro a due dipendenti con famiglia. A conti fatti non porto a casa nemmeno 1000 euro al mese. Lo scorso anno sono incappato in due concordati, rimettendoci 36000 euro. Carissimo DIPENDENTE chi stà meglio tra me e te?

    1. Caro falegname dopo 40 anni di lavoro si può anche andare in pensione, il cui importo è rapportato a quanto versato: il dipendente tra datore di lavoro e dipendente è uguale a circa il 34% al fondo adeguamento pensioni il cosidetto FAP da quale tutti attingono: pensioni cig ordinaria straordinaria in deroga ed altri; l’autonomo versava il 18% del dichiarato, non del’incassato ed inoltre bisogna anche saper distinguere l’importo pagato per contributi e quello per imposte. Dopo anni di lavoro sono stato licenziato per chiusura azienda a 50 anni sono due anni che cerco e non trovo lavoro, almeno i neanche 1000 al mese Lei riesce a raggrupparli.

    2. Carissimo falegname,dopo quarant’anni e più di lavoro potresti anche smettere e lasciare spazio ai giovani.I tuoi due dipendenti con famiglia li puoi licenziare come fanno tutti quindi il tuo problema dove sta??forse vuoi che ti si batta le mani perché stai semplicemente rispettando un contratto tra due parti ben definite??no fammi capire.

  76. Una cosa è comunque certa; ad essere fregati siamo noi tutti, imprenditori o dipendenti.
    Siamo tutti fregati dalla classe politica che ci chiede di tirar la cinghia ma la loro la allargano.
    POLITICI? TUTTI BUFFONI

  77. Ho rilevato un refuso, alla parola ‘ha deciso’ : “Ogni giorno continuiamo a parlare di startup e nuove attività. Lo facciamo con lo spirito positivo che deve avere per forza chi ha deciso di diventare imprenditore e imbarcarsi in una nuova avventura”… bisogna invece leggere. “è stato costretto dal mobbing o dal licenziamento in tronco”. Grazie. Fabio Ferri* Da un Lavoratore Dipendente, adesso Autonomo, ex Dirigente, con la nostalgia del Lavoro Dipendente, dopo aver creato tante ‘start up’ di successo…

  78. La vera disputa in questo paese vede una contrapposizione netta tra, da un lato, i lavoratori del privato ( dipendenti ed autonomi) e, dall’altro, dipendenti pubblici.
    Questi di certo non hanno il problema di lavorare a nero, non hanno remore a chiedere giorni di malattia. E che dire del timbro del cartellino? Entrano ed escono quando vogliono. Adesso nei palazzoni hanno anche il bar, cosi non devono neanche uscire. E che dire del rapporto con il privato (cioè con l’utente che essi devono servire) pessimo, un elemento di disturbo nella loro vita tranquilla. Non rischiano il licenziamento, hanno stipendi da sogno e idem per le pensioni.
    Il nocciolo della crisi in italia arriverà solo quando si metterà mano (sempre che accada) alla riforma seria della P.A.

  79. ciao , sono stato dipendente , poi autonomo e poi per fortuna di nuovo dipendente , e dico per fortuna , perché in italia quello che riesce a vivere è il DIPENDENTE, gli autonomi non hanno VITA.

  80. Caro imprenditore, perchè ti sei buttato in un lavoro autonomo? forse perchè volevi guardagnare di piu e non ti sei accontentato di fare il cassiere alla despar?….adesso prendi su quello che c’è…..

    1. Un conto è dover competere con l’imprevedibilità del mercato e col rischio d’impresa, un altro è combattere (anche) contro uno Stato ladro che fa di tutto per metterti i bastoni tra le ruote.

      C’è da chiedersi se non sia proprio lo Stato a volerci tutti cassieri della Despar…

  81. Dipendente fino al 2008 e ora in proprio. Continuate a fare guerra tra dipendenti e gente in proprio scambiando un lavoratore autonomo per una multinazionale. I veri ladri sono in politica a tutti i livelli e legiferano per succhiare come sanguisughe i soldi di tutti e ridono alla faccia nostra. Fare impresa oggi in Italia equivale a malapena a portare a casa uno stipendio con la speranza di non ammalarsi e venire anche considerato un ladro. Dobbiamo ribellarci seriamente e in modo violento o questi politici sprofonderanno il paese nel tentativo di derubare tutti e tutto

  82. concordo in pieno con quanto scritto! per questo da anni ho cambiato radicalmente e investo il mio tempo in una attività, in proprio, dove tutti questi problemi non li ho più!

  83. Direi basta!
    Sono sempre stato di sinistra (e non vorrei sembrare un caricatura dei personaggi di Ascanio Celestini), anche piuttosto a sinistra. L’altra sera c’era Landini in TV, inaccettabile, brodoloso, melenso, falso. Un vomito. Una vergogna per la sinistra stessa. Ha una visione tardo ottocentesca. Farei a quel signore una sola domanda: “ma dopo che il “proletariato”, spesso ignorante, spesso leghista e berlusconiano come storia recente insegna – avrà fatto i sacrifici, mandato i figli a scuola e questi saranno cresciuti, cosa faranno? faranno di nuovo gli operai? Si perchè se poi studiano etc. etc. – come diceva una volta la sinistra – faranno poi tutti i dipendenti pubblici? Gli altri cosa sono, evasori? Liberi professionisti/precari destinati a cosa?
    Vengo da una regione del profondo sud, piena zeppa di pletore di impiegati nullafacenti, lpu, lsu, etc. etc. etc. Quasi sempre senza alcuna competenza e professionalità, i cui incarichi vengono di continuo prorogati perchè altrimenti sarebbero un rischio sociale vero e proprio..
    Anni fa c’era quell’aquila di Franco Giordano (Rifondazione) che in una campagna elettorale proponeva, per risolvere i problemi occupazionali della Calabria, di assumere 3000 forestali….la commentiamo questa? Poi ci dicono perchè ci hanno riso dietro, e perchè ora vi detesto e vi trovo antistorici.
    Per i dipendenti pubblici? Combatto spesso con la buro(aristo)crazia pubblica, infilata lì dov’è spessissimo a calci in culo e a botte di raccomandazioni. Dalla Calabria al Veneto, al Trentino, al Sud Tirolo, a tutto il paese, lo dico per esperienza diretta, che questa dei “contesti locali”, è sempre la regola dominante dell’italietta.
    Parliamo delle 80 euro a chi sono andate?
    Dopo essere emigrato al Nord, fare il precario tra professione e università, stiamo seriamente pensando di espatriare con la mia compagna. Vorrei solo che se genero del redditto, nemmeno una di quelle rimesse debba andare allo stato italiano, perchè è già accaduto nella storia – per chi legge – che con le rimesse degli emigranti si sia contribuito a ricostruire il paese.
    Che i dipendenti pubblici generino il loro reddito per una volta, ammesso che ne siano capaci.

    Quindi, totalmente d’accordo con Salvatore Viola…
    E ben gli stia il job act, nessuna solidarietà per chi non è capace di darne. E’ finito il tempo dell’ideologia dietro la quale nascondersi.

  84. Scusate ma tutti questi imprenditori che buttano il sangue gratis perche non mollano tutto e ripartono dalla strada ? Magari facendo i dipendenti presso qualche ditta di puliuzie?avrebbero cosi i tanto agognati vantaggi del lavoro dipendente

  85. Premetto che sono nauseato da moltissimi dei commenti che ho letto. Aggiungo che se in un primo momento volevo chiudere la pagina e dimenticare mi sento in dovere di fare due precisazioni.
    1. Non bisognerebbe parlare senza cognizione di causa,,, che tradotto vuol dire … non puoi parlare di dipendenti privilegiati se non sei mai stato dipendente e allo stesso modo non puoi dire che tutti i liberi professionisti sono evasori se non hai mai avuto una PIVA.
    2. Molto spesso chi apre una PIVA lo fa per lavorare (nel mio settore, ovvero l’informatica, è molto comune) in aziende dove l’unica forma alternativa di contratto sarebbe il contratto a progetto (ex CO.CO.PRO) che dovrebbe essere vietato in un paese evoluto (e non mi venite a parlare di flessibilità o fare semantica perchè rimane una truffa :-) ).

    Ho vissuto entrambe le situazioni e posso dire che alla fine tutto dipende dal datore di lavoro e dalla nostra propensione allo sfruttamento, ma soprattutto a quanto siamo ‘disperati’ e bisognosi di lavoro (o meglio del reddito da esso prodotto).

    Aggiungo infine che a mio modo di vedere il marcio è insito nella specie umana e quindi è naturale per noi vederlo in ogni altro essere umano… il problema è che bisognerebbe essere abbastanza intelligenti da capire quanto questo tipico modo italiano di fare il furbo sia controproducente per noi stessi ma soprattutto per i nostri figli e per il futuro che stiamo costruendo e che gli stiamo regalando. Basta giustificarsi con frasi come governo ladro o i nostri genitori si sono mangiati le nostre pensioni… sono frasi sterili che non portano a nulla ed aumentano solo il malcontento in persone che invece dovrebbero sentirsi dire qualcosa di positivo che dia loro speranza.

  86. ho letto commenti assurdi del tipo “non l’ha scritto un lavoratore autonomo”.
    Io sono un piccolo imprenditore e vorrei averla scritta io una lettera simile…
    l’unica differenza sta nel finale… con grande coraggio lui va avanti… per me invece questo è l’ultimo mese di lavoro…poi spero di tornare a fare il dipendente, come quando avevo 18 anni xkè nonostante lavorassi sabati e domeniche, feste comandate e non stavo, non una, ma cento volte meglio di adesso e le 6 ore che dormivo per notte erano 6 di fila e non 6 a puntate.
    E’ vero, è stata una mia scelta… ho scelto da figlia di bidella e autista di bus di provare a migliorare la mia vita e quella dei miei familiari, ci ho provato con tutto quello che potevo, con tutto quello che avevo ed è andata male…
    Ma in 13 anni di lavoro per conto mio ne ho sentite di ogni da parte di coloro che sono “dipendenti” dimenticandosi che per 12 anni dipendente lo sono stata anche io e so cosa significa.
    e ora che so anche cosa significa essere imprenditore inciampo nei soliti luoghi comuni e di questo parlare male degli imprenditori, che hanno avuto solo il coraggio di voler cambiare la propria vita al posto di lamentarsi che non erano soddisfatti…
    Tutti potete provarci e a tutti può andare bene o male…
    a me è andata male…
    ma ci ho provato e ho imparato a non giudicare nè i dipendenti, nè tanto meno chi lavoro ne dà… dico solo: provateci!!!
    pace fratelli.

  87. Guardiamo i fatti : tutti i lavoratori autonomi o piccole imprese EVADONO IL FISCO ALLA GRANDE . Lo hanno sempre fatto . Ora il lavoro è in crisi e loro si lamentano che guadagnano come x tenere in regola 1 dipendente . Faccio il dipendente in una ditta dove non esiste il cartellino , dove non pagano gli straordinari , i viaggi , le trasferte , i pranzi ( basterebbe 1 panino ) , dove ogni tanto ti rubano qualche giorno di ferie e alla fine del mese prendo 1200 euro . E loro EVADONO e dichiarano il minimo . La pensione poi ? Versano meno di tutti e in proporzione prendono più di tutti .

    1. Tu guadagni 1200 euro al mese; se ti licenziano devi pagare i contributi inps? Ti chiedono di opagare le tasse sui macchinari che utilizzi? Le hai le ferie? La malattia? E se ti licenzi devi smettere di fare il dipendente per 2 anni o puoi cercare un altro lavoro? Non giudicate se non sapete; io ho una piccola ditta e alla fine del mese mi entrano circa 1000€ NETTI. Su questo netto ci pago le tasse IO. A te ti arriva il netto di 1200€, di cui le tasse TE LE PAGA LA DITTA, lo stato non ti viene a chiedere 800€ ogni 3 mesi anche se disoccupato; e se ti chiedessero più soldi di quanti ne hai sul conto? Inoltre tu fai una cosa che implica un costo per lo stato: utilizzi le strade, quando ti dai malato sottrai denaro, uguale per le ferie; io come molte altre imprese nasciamo dalla polvere, lo stato non è stato altro che un limite, l’idea non viene da niente di gratuito, ma dal nostro cervello e dalla nostra tenacia; ricordiamoci che tanti come me aprono ditta perché non c’é lavoro, poiché dipendenti sicuramente fanulloni che si lamentano sempre occupano i posti di lavoro, licenziatevi e aprite ditta se avete le palle invece di lamentarvi, e rispettate chi vi da lavoro; senza le imprese voi non avreste lavoro, e lo stato non riceverebbe alcunché in tasse. Poi questa è ipocrisia perché se ogni anno venissero a chiedervi più del vostro stipendio netto in tasse e aveste la possibilità mi chiedo se anche tu non evadereste le tasse. Ci sarebbe altro da dire ma mi fermo qui.

      1. Sono un dipendente del privato , non del pubblico . La mentalità da dipendente non esiste da noi . Non sono in grado di aprire una ditta , vero , non x questo non mi do da fare , portiamo anche clienti , facciamo del nostro meglio . Facciamo un mare di ore non retribuite , trasferte non pagate , dobbiamo anticipare l’autostrada , ci rubano giorni di ferie , ci pagano 1200 euro compresi gli 80 di Renzi e 1 assegno familiare , e il mio datore di lavoro porta i soldi in nero fuori dall’ Italia a pacchi . Ma ti rendi conto ? Se fosse in difficoltà economica potrei capire , ma qui è una presa x i fondelli . Ci minaccia che è amico dei finanzieri e a lui non fanno nulla , poi adesso col reato depennato … Poi se tu mi parli da persona corretta che cerca di stare a galla col nero di sopravvivenza , lo capisco , ma c’è gente e gente . Poi abbi pazienza , quando andava il mercato le ore ce le pagavano , ma non regalavano nulla, fammi capire quindi , quando c’è da fare i soldi , li fate voi , quando c’ è la crisi , ci rimetto io ? ma che storia è questa ? X chiudere se andiamo in malattia , ci scalano 1 giorno di ferie . Rispetto il fatto che il datore di lavoro DA lavoro , ma noi siamo come artigiani che guadagnano come dipendenti , e ripeto , lui guadagna un mare di soldi un mare un mare = presa x il culo .

        1. Ok ok, basta fare distinzione tra le due categorie (purtroppo questo paese non la fa col risultato di metterci tutti contro..); purtroppo è vero ci sono anche i farabutti. Il problema lo sai qual’è? In Italia la giustizia (anche fiscale) è debole coi forti e forte coi deboli; comunque guarda ti dirò .. ironia della sorte: quando avevo il posto fisso anch’io ce l’avevo con i ricchi imprenditori evasori; poi il mio lavoro non è più stato fisso, persi il lavoro (nell’ultima dichiarazione dei redditi da dipendente come premio di disoccupazione lo stato mi rubò 500€ di irpef.., ed io forse non sarò mai ricco, ma se mai lo sarò questa è una cosa che non mi scorderò mai, una pugnalata alle spalle). Aprii quindi un’azienda per provare ad andare avanti, che funziona per carità ma ecco, quando le tasse non ti permettono di affittare una casa, di essere libero, di provare almeno a farti un futuro, cessano di essere giuste e divengono un sopruso.. ora ho capito come funziona, non sarai mai indipendente ma sempre schiavo dello stato; la verità è che non è cambiato niente dal modello feudale, l’unica differenza è che il cibo oggi costa di più. Non è il tuo caso ma quando vedo i dipendenti pubblici che fanno sciopero per il rinnovo del contratto mi viene voglia di dichiarare meno.. anche se avessi qualche milione da dichiarare. Il problema dell’evasione in questo paese è che le tasse servono per permettere ad una classe feudale di continuare a rubare; se rubassero meno non ci sarebbe bisogno di bracci armati del fisco, ne di miriadi di leggi che distruggono i piccoli o altre stronzate fiscali.

      2. si cade nel ridicolo non c è impresa senza imprenditori ma anche senza dipendenti il mio titolare non potrà mai fare il lavoro di dieci persone(come scritto da qualcuno) è ne abbiamo le palle piene di gente che sembra che apra attività per beneficenza…ti contro noi dipendenti forse non abbiamo l idea giusta e la propensione al rischio..ma il fatto di poter finire. sulla strada é un problema comune a tutti per tutto il resto ringraziamo pure lo stato italiano

        1. @roby: L’imprenditore che assume assume per guadagnare di più; senza il dipendente guadagnerebbe meno e lavorerebbe comunque per conto proprio. Un paese di sole aziende sarebbe possibile, e sarebbe realmente libero se non fossero spremute come limoni; un’utopia certo, ma economicamente il modello terrebbe; un mondo di soli dipendenti invece no. Ma non lo dico per demonizzare, ma per farti e far capire che lo stato ci vuole dipendenti (ma sarebbe meglio dire schiavi); poiché se così non fosse diminuirebbe le tasse sui piccoli anziché diminuirle per le multinazionali ed aumentarle per i più poveri. Come ripeto l’Italia è ancora un paese feudale, e finché non metteremo alla forca i feudatari continueremo a farce la guerra tra sudditi.

          1. Quando hai scritto “un paese di sole aziende (senza dipendenti) sarebbe possibile” forse ti sei perso per strada l’aggettivo “piccolissime” (tanto piccolissime).
            Oppure pensi che Marchionne può farsi le macchine da solo?

  88. Leggendo quest’articolo mi sembra di rivedere tanti amici che si lamentano continuamente del loro lavoro da impiegati.
    Mi permetto di aggiungere che però negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Molte certezze sul posto fisso e sulle tutele del lavoro dipendente non esistono più.
    Questo è già successo nel settore privato ed ora sta accadendo anche nel settore pubblico.
    Inoltre quando tra qualche anno andranno via gli ultimi dipendenti che ancora conservano qualche privelegio, tutti i lavoratori dipendenti saranno sulla stessa barca e non è bella questa barca.
    Una barca dove viene richiesto sempre di più, dove gli orari non esistono più, dove bisogna dire sempre di sì ma lo stipendio, la retribuzione?
    Non dimentichiamo che una persona cerca un lavoro per avere uno stipendio e come diceva Calvino “il lavoro nobilita l’uomo”, invece l’Italia sembra andare nella direzione opposta.

    Quindi la mia domanda, che spesso rivolgo ai miei amici, fino a che punto si accettano queste condizioni lavorative?
    Fino a che punto si accetteranno situazioni in cui la propria professionalità e dignità come persona viene messa sotto le scarpe?

    Vorrei solo dire a queste persone, che oggi si stanno creando le condizioni per cui, tutte le persone volenterose, possono creare una loro piccola impresa e vivere decisamente meglio, però è necessario voler “realmente” questo cambiamento e non desiderarle soltanto.
    Volerlo vuol dire puntare sulla propria professionalità e studiare per specializzarsi sempre di più.
    Se invece non vuoi metterti in gioco resta dove sei ma sii consapevole dei rischi che corri.

    Scusate forse mi sono dilungato un pò, mi sono fatto prendere la mano dall’argomento…..comunque gran bell’articolo.

  89. Bello fare il dipendente e allo stesso tempo invidiare la libertà degli autonomi .. un po come chi dice che un single sta meglio di chi vive in coppia. Beh ! Caro il mio dipendente lasciati dire una cosa .. la mia tanto invidiata libertà lascia il tempo che trova visto che NON posso chiedere prestiti o mutui se non ai miei genitori (bella grazia li ho e mi possono mantenere) ..
    NON posso mai andare in ferie per via che mancano i soldi
    NON posso avere una vita relazionale o sessuale per via che le donne hanno capito da quel pezzo che senza stipendio NON hai nulla da offrirgli se non la paranoica lista di problemi quotidiani
    NON posso tornare indietro perché in i-taglia se sei over 30 e magari hai fatto l’autonomo per qualche anno .. beh il dipendente te lo puoi scordare .. in questa vita ..
    NON posso nemmeno andare fiero del caffè che prendo al mattino al bar perchè consapevole che quel caffè l’hanno pagato i miei genitori
    NON posso nemmeno lamentarmi perchè altrimenti NON sono più un professionista

    Ora che hai visto tutta la tua stupenda libertà, caro dipendente annoiato, saresti pronto a fare il grande salto?

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