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InnovUp fa un appello per gli 88 milioni del PNRR

InnovUp chiede che nello stanziamento dei fondi per il PNRR il Governo non dimentichi intere categorie di operatori storicamente attive sul tema del technology transfer e domanda di aprire un tavolo di discussione urgente

L’attuazione dell’investimento 2.3 nell’ambito della Missione 4, Componente 2 del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) viene definita come “Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico” e prevede di destinare 350 milioni di euro a vari soggetti.

Adolfo Urso, Ministro per le Imprese e il Made in Italy, ha da poco firmato un decreto per allocare 261,5 milioni da assegnare a diverse organizzazioni: 8 Competence Center nazionali e 37 Poli europei di Innovazione Digitale.

Mancano all’appello 88,5 milioni di euro

Ci sono 88,5 milioni di euro dei quali, però, non si conosce ancora la destinazione. Purtroppo non sembra che ci sia all’orizzonte alcun sostegno a realtà fondamentali per la filiera dell’innovazione, cioè Incubatori Certificati, Parchi Scientifico-Tecnologici, Case delle Tercnologie Emergenti (CTE) e simili. Parliamo di attori che hanno un profondo impatto nel trasferimento delle competenze tecnologiche e nella creazione di impresa.

Per chi non sapesse cosa sono le CTE si tratta di associazioni nate per coniugare le competenze scientifiche delle università e degli enti di ricerca con le esigenze delle imprese. Le Case delle tecnologie hanno generalmente l”obiettivo di:

  • sostenere la nascita di nuove startup
  • supportare progetti di ricerca e sperimentazione
  • favorire il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese.

La preoccupazione di InnovUP

InnovUp, in qualità di Associazione nazionale di rappresentanza della filiera dell’economia dell’innovazione, ha espresso la sua preoccupazione per il rischio che diverse realtà che si occupano quotidianamente di innovazione non vengano tenute in considerazione e non possano quindi beneficiare dei fondi stanziati per il PNRR.

Le attività svolte dai parchi scientifici o dagli incubatori sono fondamentali per generare ricchezza, lavoro e più in generale un significativo impatto economico e sociale. Questo perché, tra le altre cose, mettono in campo dei team con un elevato grado di competenze e perché svolgono un lavoro di presidio del territorio coinvolgendo le realtà locali. Una posizione che consente a tutti questi attori di essere realmente vicini alle aziende dei territori in cui operano, per supportarle nei processi di transizione al digitale.

Concentrare tutte le misure di sostegno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza verso soggetti diversi, lasciando fuori gli operatori citati, è un’azione che si contrappone agli obiettivi stessi del PNRR. Non sfruttare la rete già attiva sui territori sarebbe di fatto controproducente.

InnovUP fa un appello

L’Associazione InnovUP vorrebbe essere ascoltata con urgenza dal Governo su questo tema, e chiede l’apertura di un tavolo con il MiMIT (Ministero delle imprese e del Made in Italy) in rappresentanza dei propri associati, distribuiti sull’intero territorio nazionale.

InnovUP chiede questo anche a nome di investitori, collaboratori e dipendenti, nonché a tutela dell’indotto della filiera, che conta 45 Parchi Scientifici e Tecnologici, 7 CTE e 60 incubatori certificati, per un totale di quasi 500 milioni di fatturato, 2.200 persone impiegate, 2.500 imprese supportate e altre 5.000 cui sono erogati servizi.

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