Startup italiane e DDL Concorrenza: nuovo scenario normativo e opportunità emergenti
L'emendamento che sembra aver già ottenuto consenso politico, sarà presentato in aula la prossima settimana, ma le modifiche apportate al DDL concorrenza offrono uno slancio importante alle startup italiane e all'intero ecosistema. Molto è dovuto all'intenso lavoro di sensibilizzazione e agli emendamenti proposti da Innovup, associazione di categoria che rappresenta il mondo dell'innovazione italiana.
Negli ultimi anni, il panorama normativo italiano dedicato alle startup è stato oggetto di numerosi interventi, ma le modifiche recenti, introdotte nel contesto del DDL Concorrenza, segnano un punto di svolta significativo.
A causa del malcontento nel settore per l’ambizione limitata del DDL, la mancata inclusione di numerose proposte e il dialogo avviato da InnovUp con la Commissione Europea – che aveva indicato lo Startup Act 2.0 come una delle riforme chiave per sbloccare una milestone del PNRR – il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha riconosciuto la necessità di apportare modifiche durante la fase di conversione del testo.
In risposta, InnovUp ha presentato una serie di emendamenti per rafforzare il disegno di legge, proseguendo al contempo il lavoro su nuove misure per creare uno Startup Act 2.0 completo e allineato alle esigenze delle startup italiane.
Tra le proposte di maggiore rilievo emergono:
- Un emendamento all’articolo 24 per superare il vincolo dei 20.000 euro di capitale sociale e l’obbligo di un dipendente.
- Un emendamento all’articolo 26 per eliminare l’esclusione dei nuovi acceleratori certificati dai benefici riservati agli “incubatori certificati”.
Grazie alla pressione mediatica, al dialogo con la Commissione Europea, e al contributo congiunto di MIMIT e MEF, si è arrivati nelle ultime ore al ritiro degli emendamenti e alla formulazione di una proposta governativa. Questo emendamento, che sembra aver ottenuto consenso politico, sarà presentato ufficialmente dal relatore lunedì 25 novembre, quando il DDL approderà in Aula.
Le modifiche recepite semplificano i requisiti per la qualificazione come startup innovativa, ridefiniscono i criteri per il mantenimento delle agevolazioni e introducono nuovi stimoli per attrarre investitori e facilitare la crescita.
Ma cosa cambia concretamente?
Requisiti semplificati per qualificarsi come startup innovativa
Uno dei cambiamenti più rilevanti riguarda l’eliminazione di alcuni requisiti per essere considerati una startup innovativa. Nello specifico, non sarà più necessario:
- Avere un capitale sociale di almeno 20.000 euro entro il secondo anno di attività.
- Dimostrare di essere titolari, depositari o licenziatari di un brevetto registrato o di un programma per elaboratore originario registrato, purché questo sia afferente all’oggetto sociale dell’impresa.
Questa semplificazione riduce la burocrazia, rendendo più accessibile lo status di startup innovativa, soprattutto per le realtà in fase embrionale. Tuttavia, resta fondamentale che le imprese non abbiano come attività prevalente quella di agenzia o consulenza.
Prolungamento della permanenza nel registro delle startup innovative
Un’altra innovazione riguarda la durata di permanenza nel registro delle startup innovative, che passa da tre a cinque anni, a condizione che vengano soddisfatti almeno uno dei seguenti requisiti:
- Incremento del 25% delle spese in ricerca e sviluppo.
- Stipula di almeno un contratto di sperimentazione con una pubblica amministrazione.
- Aumento del 50% dei ricavi da attività caratteristiche o dell’occupazione tra il secondo e il terzo anno.
- Costituzione di una riserva patrimoniale superiore a 50.000 euro, tramite finanziamenti convertibili o equity crowdfunding.
- Ottenimento di almeno un brevetto.
- Trasformazione in una società per azioni o altra forma societaria equivalente.
Questa maggiore flessibilità consente alle startup di pianificare il proprio sviluppo con più tempo a disposizione, evitando pressioni eccessive per raggiungere risultati significativi in un periodo limitato.
Verso la transizione a “scaleup”
L’emendamento introduce anche la possibilità di estendere il periodo di permanenza nel registro fino a un massimo di nove anni complessivi. Questa estensione è legata alla transizione verso la fase di scaleup, un momento cruciale per molte startup che cercano di consolidare la propria posizione sul mercato. Tra i requisiti per ottenere l’estensione figurano investimenti significativi da parte di fondi di venture capital o altri attori qualificati, per un importo superiore a 1 milione di euro.
Maggiore attrattività per gli investitori
Le nuove misure mirano anche a rendere le startup italiane più attraenti per gli investitori, sia nazionali che internazionali. Ad esempio, il focus sull’equity crowdfunding e la valorizzazione degli investimenti convertibili offrono strumenti più flessibili per raccogliere capitale senza compromettere il controllo societario da parte dei fondatori. Queste novità si inseriscono in un contesto europeo in cui l’accesso a modelli di finanziamento alternativi, come il crowdfunding, sta diventando sempre più rilevante.
L’importanza di un supporto continuo
Le modifiche al DDL Concorrenza sono solo un primo passo verso un ecosistema più favorevole. Per sfruttare appieno le nuove opportunità, è essenziale che le startup siano supportate con strumenti pratici e servizi di mentoring, come indicato in guide autorevoli sull’imprenditorialità. Ad esempio, uno dei suggerimenti chiave per le startup è misurare costantemente il proprio progresso attraverso metriche chiare, come il rapporto tra Lifetime Value (LTV) e Customer Acquisition Cost (CAC), per garantire una crescita sostenibile.
Prospettive future
Con l’introduzione di queste misure, il Governo italiano ha dimostrato una volontà concreta di supportare le startup, ma il successo dipenderà dall’effettiva implementazione delle norme e dalla loro capacità di adattarsi alle dinamiche del mercato. Per le startup, il momento è propizio per capitalizzare sui nuovi strumenti disponibili, ma resta cruciale un approccio strategico e proattivo per navigare le complessità normative e fiscali.