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Riforma Fiscale 2022, tutte le novità: Irpef, Iva, Ires, Irap, taglio tasse e mini tributi

La legge delega per la Riforma Fiscale messa a punto dal governo Draghi introduce una serie di obiettivi ambiziosi includenti l’eliminazione di diverse tasse di piccole entità che potrebbero semplificare il rapporto degli italiani con il Fisco, e contribuire a rendere un po’ più leggera la posizione tributaria. Naturalmente, si tratta del primo passo di …

La legge delega per la Riforma Fiscale messa a punto dal governo Draghi introduce una serie di obiettivi ambiziosi includenti l’eliminazione di diverse tasse di piccole entità che potrebbero semplificare il rapporto degli italiani con il Fisco, e contribuire a rendere un po’ più leggera la posizione tributaria.

Naturalmente, si tratta del primo passo di un percorso che potrebbe essere piuttosto esteso, considerato che l’esecutivo ha 18 mesi di tempo per poter dare concretezza a quanto è stato previsto all’interno del provvedimento, e che non mancheranno le occasioni di confronto tra le parti.

Cerchiamo tuttavia di comprendere che cosa è contenuto nel disegno di legge, e cosa potrebbe pertanto accadere con una potenziale Riforma Fiscale 2022.

Gli obiettivi della Riforma Fiscale

Cominciamo, in brevità, a riassumere come siano quattro gli obiettivi che il governo intende perseguire con la Riforma Fiscale:

  • razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, sia sotto il profilo degli adempimenti a carico dei contribuenti che individuando ed eliminando i microtributi “per i quali i costi di adempimento dei contribuenti risultino elevati a fronte di un gettito trascurabile per lo Stato e trovando le opportune compensazioni di gettito nell’ambito dell’attuazione della presente legge”;
  • stimolare la crescita economica migliorando l’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale;
  • preservare la progressività del sistema tributario;
  • ridurre l’evasione e l’elusione fiscale.

Ciò premesso, il documento entra nel merito delle singole imposte, a cominciare dall’imposizione personale sui redditi e, principalmente, l’Irpef.

Irpef 2022

In questo ambito il governo intende revisionare l’attuale sistema, migrando gradualmente verso un modello duale che preveda:

  • l’applicazione della stessa aliquota proporzionale di tassazione dei redditi derivanti dall’impiego di capitale, anche immobiliare, nonché dei redditi direttamente derivanti dall’impiego di capitale nelle attività di impresa e di lavoro autonomo, condotte da società diversi da quelli a cui si applica l’imposta sul reddito delle società (Ires);
  • l’applicazione dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef) ai redditi diversi da quelli di cui al n. 1).

Per quanto riguarda il secondo punto, il governo apre alla revisione dell’Irpef finalizzata a garantire il principio di progressività e ridurre gradualmente le aliquote medie effettive derivanti dall’applicazione dell’Irpef, anche al fine di incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, oltre all’attività imprenditoriale e all’emersione degli imponibili.

Contestuale è l’impegno a ridurre gradualmente le variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive che derivano dall’applicazione dell’Irpef. Rileviamo in questa sede che per aliquote medie e marginali effettive si intendono quelle che sono derivanti dall’applicazione dell’Irpef senza tenere conto dei regimi sostitutivi o delle detrazioni diverse da quelle per tipo di reddito.

Tra gli altri compiti previsti dalla legge, anche il riordino delle deduzioni della base imponibile e delle detrazioni dall’Irpef, così come l’armonizzazione dei regimi di tassazione del risparmio.

Ires 2022

La delega alla Riforma Fiscale prevede anche l’impegno a introdurre norme in materia di Ires e tassazione del reddito di impresa, con i criteri di:

  • coerenza del sistema di tassazione del reddito di impresa con il sistema di imposizione personale sui redditi;
  • semplificazione e razionalizzazione dell’Ires per ridurre gli adempimenti a carico delle imprese;
  • revisione della disciplina delle variazioni in aumento e diminuzione apportate all’utile o alla perdita risultante dal conto economico per determinare il reddito imponibile;
  • tendenziale neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese, limitando distorsioni di natura fiscale nella scelta delle forme organizzative e giuridiche dell’attività imprenditoriale.

Iva 2022

Il governo vuole altresì introdurre norme per razionalizzare l’imposta sul valore aggiunto e le imposte indirette su produzione e consumi.

Anche in questo caso, elenca i principi e criteri direttivi, come:

  • razionalizzare la struttura dell’Iva in relazione principale al numero e ai livelli di aliquote e alla distribuzione delle basi imponibile tra le diverse aliquote
  • adeguare le strutture e le aliquote della tassazione indiretta sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici e dell’energia elettrica, con lo scopo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni inquinanti.

Irap 2022

Tra le righe più interessanti del provvedimento vi è il riferimento al superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Nulla viene tuttavia, evidentemente, dettagliato.

Revisione del catasto

Nella delega si torna a parlare anche di riforma del catasto, invitando a modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati.

In primo luogo, il provvedimento induce a prevedere strumenti per facilitare e accelerare l’individuazione e il corretto classamento di alcune fattispecie come gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita, i terreni edificabili accatastati come agricoli, gli immobili abusivi.

Da prevedere, altresì, strumenti e moduli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle Entrate i competenti uffici dei comuni, oltre che la loro coerenza ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari.

Per quanto concerne la riforma del catasto, la decorrenza viene prevista dal 1 gennaio 2026, andando a integrare le informazioni presenti nell’attuale catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale. Le linee guida che ispireranno il provvedimento non sono ignote, e sono già state discusse ampiamente su scala mediatica:

  • attribuire a ogni unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa oggi in vigore, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori normali espressi dal mercato;
  • prevedere per le unità immobiliari che sono riconosciute di interesse storico o artistico, adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario, in grado di tenere conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e di conservazione, oltre che del complesso dei vincoli legislativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro;
  • prevedere che le informazioni rilevate non siano usate per la determinazione della base imponibile dei tributi, la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali.

Addizionali comunali e regionali Irpef 2022

Il provvedimento si occupa poi anche della revisione delle addizionali all’Irpef. In particolar modo, si prevede la sostituzione dell’addizionale regionale Irpef con una sovraimposta sull’Irpef la cui aliquota di base possa essere aumentata o diminuita dalle regioni entro limiti prefissati. La sostituzione – si legge nel provvedimento – deve garantire che con l’applicazione della nuova aliquota di base della sovraimposta le regioni nel loro complesso ottengano lo stesso gettito che avrebbero acquisito applicando l’aliquota di base dell’addizionale regionale Irpef stabilita dalla legge statale.

Un simile approccio è previsto per i comuni che hanno la facoltà di applicare un’addizionale Irpef, che potranno invece applicare una sovraimposta sull’Irpef. I limiti di manovrabilità della sovraimposta comunale sull’Irpef saranno determinati in maniera tale da garantire ai comuni nel loro complesso un gettito corrispondente a quello attualmente generato dall’applicazione dell’aliquota media dell’addizionale all’Irpef.

La delega sancisce poi come in attuazione dei principi del federalismo fiscale, per rafforzare gli elementi di responsabilizzazione e di trasparenza nella gestione della finanza locale, in linea con il principio della separazione delle fonti di finanziamento per i diversi livelli di governo, i decreti debbano prevedere anche la revisione dell’attuale riparto tra Stato e comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo appartenenti al gruppo catastale D ed eventualmente degli altri tributi incidenti sulle transazioni immobiliari.

Codificazione in materia tributaria

Concludiamo infine ricordando come il provvedimento preveda che il governo adotti uno o più decreti legislativi per la codificazione delle disposizioni legislative vigenti per garantire la certezza dei rapporti giuridici e la chiarezza del diritto nel sistema tributario, ivi inclusi l’accertamento, le sanzioni e la giustizia tributaria.

I principi e i criteri direttivi che il governo dovrà utilizzare sono, brevemente, quelli diretti a:

  • organizzare le disposizioni per settori omogenei, ove possibile intervenendo mediante novellazione e aggiornamento dei codici o testi unici di settore già esistenti;
  • coordinare, sotto il profilo formale che sotto il profilo sostanziale, il testo delle disposizioni legislative vigenti, anche di recepimento e attuazione della normativa dell’Unione Europea, apportando quelle modifiche che si ritengano opportune per garantire o per migliorare la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa;
  • assicurare l’unicità, la contestualità, la completezza, la chiarezza e la semplicità della disciplina relativa a ogni settore;
  • aggiornare e semplificare il linguaggio normativo anche al fine di adeguarlo a quello degli atti dell’Unione Europea;
  • indicare esplicitamente le norme da abrogare.

Entro un anno dalla data di entrata in vigore di ognuno dei decreti legislativi resisi necessari, infine, il governo può adottare uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive, rispettando i principi e i criteri di cui sopra.

 

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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