Secondo quanto afferma la ricorrente statistica mensile elaborata dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, il “popolo” delle partite IVA sta ancora crescendo, con uno sviluppo costante che ha riguardato anche l’ultima parte dello scorso anno.
Nel mese di novembre 2017 le partite Iva aperte sono state 35.307 unità, con uno sviluppo dello 0,8% rispetto a quelle che erano state aperte nel corrispondente mese del 2016
In particolare – affermano i dati dipartimentali – nel mese di novembre 2017 le partite Iva aperte sarebbero state 35.307 unità, con uno sviluppo dello 0,8% rispetto a quelle che erano state aperte nel corrispondente mese del 2016. Al di là del dato complessivo, risulta essere altresì di interesse osservare in che modo le nuove aperture siano ripartite per natura giuridica, area geografica, settore produttivo e caratteristiche anagrafiche: vediamole sinteticamente.
Partite IVA per territorio
Cominciando dai dati sulla ripartizione territoriale, rileviamo come il 40,7% delle nuove partite IVA si trovi al Nord Italia, il 36,4% al Sud e Isole e il 22,8% al Centro. Rispetto al mese di novembre 2016, il dato più positivo è quello riscontrabile nelle Marche, con un +24,6% su anno, davanti al dato dell’Umbria con un +23,7%, e da quello della Puglia con +17,2%.
Il 40,7% delle nuove partite IVA si trova nel Nord Italia, il 36,4% al Sud e Isole e il 22,8% al Centro.
Di contro, tra le le regioni con le prestazioni peggiori spicca il calo in doppia cifra di Calabria (-16,1%) e Sardegna (-14,4%) e quello della Liguria con -9,9%.
Partite IVA per forma giuridica
Per quanto invece riguarda il dato sulla distribuzione per natura giuridica, come intuibile la quota principale è riconducibile alle persone fisiche, con una percentuale di nuove posizioni sul totale pari al 64,1%. Per rilevanza, al secondo posto troviamo le società di capitali con il 29,7%, e quindi il 5,3% delle società di persone. I “non residenti” e le “altre forme giuridiche” raggiungono invece lo 0,9%. Su raffronto annuo, rileviamo come i dati relativi allo stesso mese dello scorso anno mostrino un incremento di avviamenti da parte delle società di capitali pari a +8,3%, controbilanciato dalla leggera flessione delle nuove aperture (-1,5%) da parte delle persone fisiche. Più significativo è il calo delle società di persone, con una flessione del -5,8%.
Partite IVA per settore produttivo
Passando poi alla ripartizione dei dati per settore produttivo, continua a persistere il “primato” del commercio, con un numero di aperture di partite IVA che è pari al 23,3% del totale, davanti all’agricoltura con il 12,2% e alle attività professionali con l’11,%.
Analizzando i dati con un confronto su base annua, emerge un incremento di aperture nel settore agricolo (+10,2%)
Analizzando i dati con un confronto su base annua, e dunque mettendoli in relazione con quelli di novembre 2016, emerge un incremento di aperture nel settore agricolo (+10,2%), nei servizi alle imprese (+9,2%) e nelle attività professionali (+8,2%) mentre – di contro – si registra un calo di avviamenti nel settore del commercio (-11,1%). Il settore del commercio rimane comunque quello in cui sono aperte il maggior numero di nuove posizioni IVA: in flessione risultano essere il settore alloggio e ristorazione (-2,3%) e quello delle attività finanziarie (-1,4%).
Partite IVA per fascia anagrafica
Concludendo infine con la ripartizione del dato per età anagrafica, genere e residenza, si rileva come il 62,3% delle aperture sia stato effettuato da uomini. Su fascia di età, il 43,6% delle nuove aperture di partite IVA è stato favorito da giovani fino a 35 anni e il 33,8% da persone di età compresa tra 36 e 50 anni. Ponendo i dati in confronto con quelli dello scorso anno, emerge un calo del -7% tra le aperture di partita IVA avviate dalle persone della classe più giovane, contro un forte aumento di avviamenti (+24,4%) da parte della classe di età più avanzata.
Infine, si noti come il 19,6% di coloro che hanno aperto una partita IVA nel mese di novembre sia nato all’estero, mentre hanno aderito al regime forfetario agevolato 9.798 persone, pari al 27,8% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2016.