Meet The Founder: Simone Bertin, La Orange
Si parla sempre di startup e sempre troppo poco di persone. Per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica: “Meet The Fouder ” in cui facciamo una serie di domande ad alcuni founder particolarmente brillanti sperando possano rappresentare uno stimolo per tutti coloro che si apprestano a seguire il duro e articolato cammino delle …
Si parla sempre di startup e sempre troppo poco di persone. Per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica: “Meet The Fouder ” in cui facciamo una serie di domande ad alcuni founder particolarmente brillanti sperando possano rappresentare uno stimolo per tutti coloro che si apprestano a seguire il duro e articolato cammino delle startup. Oggi il nostro ospite è…
Simone Bertin, founder e Ceo di La Orange.
Simone, cosa facevi prima di essere un founder?
Ho fatto per 25 anni il tecnico informatico, dopo essermi diplomato al Liceo Classico. Diciamo un percorso non proprio lineare…
Quando ti è venuta l’idea?
Compro ogni mese 4 riviste di ciclismo e ho notato che molti atleti, professionisti e non, alla fine di una gara o di un allenamento, si stavano bevendo una birra. Così mi sono detto: “Perché non creare una birra migliore per chi fa sport?”
Come hai capito che era il momento giusto per provarci?
Non è mai il momento giusto. Oppure lo è sempre. L’esperienza ( i 57 anni ormai li chiamo così) ti da quell’istinto che a volte può rivelarsi importante.
E il team? Come è nato?
Semplicemente parlando con degli amici dell’idea
Con quali e quanti fondi avete iniziato?
Con i nostri. Abbiamo messo insieme circa 100mila euro.
Quali sono stati i primi passi della tua startup?
A dire la verità, quando sono andato a registrare la srl in Camera di Commercio non sapevo manco cosa fossero le startup, è stata la dottoressa che mi ha fatto la pratica che, notando il fatto che avevamo innovato un pezzettino del processo produttivo per produrre la nostra Action Beer, mi ha detto che potevamo registrarci come startup innovativa.
Qual è stata quella cosa che hai sbagliato in pieno?
Quante pagine abbiamo a disposizione? A parte la battuta, ci sono veramente tantissime cose che ho sbagliato, a partire da alcuni componenti del team, della strategia, alcuni consulenti. Da ultimo questa estate pensavamo di chiudere un accordo con un potenziale brand ambassador in Work For Equity, una persona molto in vista sia dal punto di vista sportivo che televisivo, ma all’ultimo momento il suo avvocato ha provato ad imporre una clausola assolutamente irricevibile e l’accordo è saltato. Avevamo già fatto le foto e preparato il comunicato stampa per annunciare la cosa… È stato un colpo durissimo da digerire, mi ero fidato di questa persona e pensavo che, provenendo da uno sport “pieno di valori”, li avesse anche lui, o forse, i suoi consulenti…
Qual è stata quella cosa che ti ha fatto pensare: “Ci avevo visto giusto”
Non è ancora arrivata…
Rifaresti tutto daccapo?
Istintivamente direi di no. Ma sono sicuro che non manterrei questa parola.
C’è qualcuno a cui ti senti di dire grazie?
La lista delle persone che mi hanno dato una mano, qualcuno volendo qualcosa in cambio, tante altre in maniera totalmente disinteressata, è lunga, lunghissima, quasi più lunga degli errori che ho commesso. È sorprendente che tu me lo chieda perché ho iniziato a stilarla giusto qualche giorno fa. Alcune di queste sono scomparse dal mio “radar” ma io, come gli elefanti, non dimentico. Nel bene, e anche nel male.
Com’è cambiata la tua vita rispetto a prima?
Ero già un piccolo imprenditore con tante idee; adesso le idee, grazie alla formazione ricevuta in questi anni, sono in grado di stare un po’ più in ordine.
Tre consigli per giovani founder
- Divertitevi
- Circondatevi di persone, che siano clienti, fornitori, dipendenti, consulenti, investitori etc etc, con i quali uscireste a bere una birra (…). Non accettate compromessi sulle persone che vi stanno vicino. Le persone per voi tossiche saranno la vostra rovina.
- Comportatevi bene. Uno dei vantaggi è che quando andrete a chiedere qualcosa a qualcuno, sarà la vostra reputazione il primo biglietto da visita
Tre cose da cui un founder dovrebbe stare alla larga
- Da coloro che ti fanno perdere tempo. Decido io come perdere il mio tempo.
- Da quelli che usano parole complicate per spiegare concetti semplici
- Dai fusti di birra che cadono, specialmente se sotto c’è il vostro piede ad attutire il colpo
In questo momento, su cosa ti stai concentrando in particolare?
Siamo partiti da qualche ora con il nostro fundraising tramite SFP acronimo che sta per “Strumenti Finanziari Partecipativi”, una forma di raccolta fondi che non usa piattaforme come il crowdfunding ma è più una operazione “1-to-1”, nella quale cerchiamo non solo investitori ma anche partner del progetto, quelli che noi chiamiamo “Beerlievers”