La costituzione delle startup resta in mano ai notai. Fine della storia
Per alcuni era una battaglia persa fin dall’inizio, per altri valeva la pena lottare perché in fondo un Paese che si dice attento all’innovazione, alla digitalizzazione e alla velocizzazione della burocrazia doveva per forza di cose muoversi nell’unica direzione logica. Ma non è andata così. Insomma, nella costituzione di startup (srl, srls) In Italia l’esclusiva …
Per alcuni era una battaglia persa fin dall’inizio, per altri valeva la pena lottare perché in fondo un Paese che si dice attento all’innovazione, alla digitalizzazione e alla velocizzazione della burocrazia doveva per forza di cose muoversi nell’unica direzione logica. Ma non è andata così. Insomma, nella costituzione di startup (srl, srls) In Italia l’esclusiva resta in mano ai notai.
L’European Startup Nations Alliance
E pensare che solo qualche giorno fa è stata annunciata la costituzione dell’European Startup Nations Alliance (Esna) della quale fanno parte 26 paesi dell’Unione e Islanda (ovviamente dentro c’è pure l’Italia).
Perché quest’alleanza? Per supportare i Paesi membri nello sforzo di diventare tutti insieme una “Startup Nation”. In che modo Esna farà questo? Condividendo best practices, fornendo supporto tecnico ai paesi; monitorando i progressi; attirando e trattenendo i talenti; promuovendo sandbox; favorendo gli appalti nella innovazione; promuovendo l’accesso ai finanziamenti e l’inclusione sociale; attuando politiche digital first per le interazioni tra autorità e startup e, udite udite… promuovendo la creazione rapida di startup (nell’arco di un giorno) e un loro ingresso agevole nel mercato.
La direzione italiana
Quindi, mentre da una parte l’Europa si muove nell’unica direzione possibile. Il Governo Italiano sulla questione relativa alla costituzione online delle startup ribadisce che questo compito spetta unicamente ai notai. E così si scrive la parola “fine” alla partita iniziata a marzo con la sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato il decreto del ministero dello Sviluppo economico (Mise). Ricordiamo che quel decreto permetteva la costituzione direttamente online, senza alcuna “vidimazione” del notaio o, in altri termini, “in assenza di atto pubblico”.
La competenza spetta ai notai
Lo scorso 4 novembre il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva lo schema di decreto delegato del Mise che recepisce la direttiva sull’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario (direttiva 2019/1151), senza minimamente toccare il testo originario che affida in esclusiva ai notai la competenza della costituzione online delle startup. Questo dovrà avvenire tramite una piattaforma di proprietà, nonostante i successivi e molteplici pareri parlamentari che, con maggiore o minore insistenza, avevano comunque chiesto al governo di preservare almeno il doppio binario con le Camere di commercio.
“L’atto costitutivo delle società a responsabilità limitata e delle società a responsabilità limitata semplificata aventi sede in Italia e con capitale versato mediante conferimenti in denaro può essere ricevuto dal notaio, per atto pubblico informatico, con la partecipazione in videoconferenza delle parti richiedenti o di alcune di esse – si legge nell’articolo – Gli atti di cui al primo periodo sono ricevuti mediante l’utilizzo di una piattaforma telematica predisposta e gestita dal Consiglio nazionale del notariato. Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 47-bis, 47-ter e 52-bis della legge 16 febbraio 1913, n. 89, ed i conferimenti sono eseguiti mediante bonifico bancario eseguito sul conto corrente dedicato di cui all’articolo 1, comma 63, della legge 27 dicembre 2013”.
I pareri
«Lo schema di decreto viola platealmente il principio della concorrenza sancito dal Trattato sull’UE dando un monopolio (digitale) di fatto all’ordine dei notai. – scriveva il relatore Tommaso Nannicini (Pd) in un suo articolo su Medium – E non fa niente per risolvere l’aggravio di costi e le complicazioni per la costituzione di startup nate in seguito a una recente sentenza del Consiglio di Stato».
Ora non ci resta che vedere come reagirà il sistema notarile italiano alla sfida di costituzione veloce delle startup, ovvero in un giorno. Le diverse procedure, infatti, dovrebbero svolgersi attraverso Notartel, la piattaforma telematica del Consiglio Nazionale del Notariato.
«Non ho difficoltà a fare i nomi dei due Ministri del Governo Draghi – Giorgetti e Cartabia – che si sono dimostrati ben più sensibili all’interesse di una piccola lobby che a quello generale del Paese, mortificando qualsiasi sforzo fatto per l’economia dell’innovazione negli ultimi dieci anni. Costituire un monopolio di piattaforma è contrario all’ordinamento comunitario e porterà ad una procedura di infrazione verso l’Italia, nel frattempo le startup italiane si costituiranno sempre più all’estero, sottraendosi – direi legittimamente – ad un Paese stritolato dagli interessi particolari», è il commento a caldo di Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup.