Equity crowdfunding: come funziona la rubricazione delle quote e perché conviene
Investire in equity crowdfunding ha molti vantaggi, anche finanziari. Ma come fare quando si vogliono vendere le proprie quote? Oppure acquistarle da altri? Fortunatamente, non è più obbligatorio passare attraverso costose operazioni notarili. E neppure rivolgersi a un commercialista. È sufficiente intestare le quote a terzi, all’atto dell’investimento nella campagna. Basta appoggiarsi a un intermediario …
Investire in equity crowdfunding ha molti vantaggi, anche finanziari. Ma come fare quando si vogliono vendere le proprie quote? Oppure acquistarle da altri? Fortunatamente, non è più obbligatorio passare attraverso costose operazioni notarili. E neppure rivolgersi a un commercialista. È sufficiente intestare le quote a terzi, all’atto dell’investimento nella campagna. Basta appoggiarsi a un intermediario serio e affidabile come Directa SIM, il primo broker telematico nato in Italia. Ecco come funziona, quanto costa e perché la rubricazione delle quote (questo è il termine tecnico) è una strada vantaggiosa. Specifichiamo anche che, al momento, solo Directa si è mossa in questa direzione.
L’accordo tra Directa SIM e le piattaforme di Crowdfunding
Da inizio 2018, grazie all’accordo tra la società di intermediazione mobiliare Directa SIM e le principali piattaforme specializzate in equity crowdfunding, è possibile rubricare le quote degli investitori che scelgono di partecipare alle campagne online. Directa SIM funge, quindi, da intermediario, allo scopo di rendere più liquidi i prodotti finanziari delle società innovative, facilitando la creazione di un mercato secondario. Un sistema che vale sia per le startup sia per le PMI, purché siano SRL.
Come funziona il Regime Alternativo di intestazione
Il sistema di rubricazione delle quote si basa sul Regime Alternativo di intestazione, approvato da Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. Consente agli investitori di sottoscrivere le azioni e le quote societarie di startup e PMI innovative offerte dai portali di equity crowdfunding, intestandosele attraverso un intermediario. Quest’ultimo, ovviamente, comparirà nella visura camerale della società offerente.
A regolamentare le opportunità alternative rispetto agli investimenti ordinari in fatto di sottoscrizione, acquisto e alienazione delle partecipazioni azionarie è l’art. 100-ter del Testo Unico della Finanza.
Un sistema che ha molteplici vantaggi
I vantaggi per gli investitori sono importanti, sia in termini di facilità di gestione della compravendita delle quote sia per quanto riguarda i costi di vendita e di acquisto.
In passato, chi partecipava a un’operazione di crowdfunding investendo piccole cifre, per esempio tra i 1000 e i 2000 euro, doveva investirne circa 500 per rivendere le proprie quote. Perché era obbligato a rivolgersi a un notaio o a un commercialista. L’operazione risultava altamente svantaggiosa economicamente. Grazie alle modifiche di regolamento introdotte dall’articolo 100-ter un intermediario finanziario può intestarsi conto terzi queste quote. E l’operazione di compravendita risulta così gratuita, a fronte di un costo per il solo servizio di intestazione.
L’intermediazione facilita a livello operativo lo scambio tra i soggetti interessati, permettendo un significativo risparmio sui costi dell’operazione, risparmio che supera i 400 euro
È quindi possibile (e conveniente) investire anche poche centinaia di euro in una campagna di crowdfunding, richiedendo di farlo con l’auto di Directa SIM. Questo significa che il piccolo investitore sarà comunque socio della startup o della PMI su cui ha deciso di puntare, ma a livello figurativo sarà Directa SIM a comparire come socia della SRL in Camera di Commercio. Con l’obbligo di tenere un registro dei soci effettivi, ovvero di tutti i singoli investitori che hanno richiesto i suoi servizi.
Cosa succede quando si vende
Al momento di un’eventuale compravendita sarà sempre Directa SIM a effettuare il cambio di intestazione sul suo registro. Senza costi. O meglio: un piccolo costo c’è ma solo per assicurarsi l’assistenza della società di trading. Si tratta di 35 euro in totale, 20 euro da versare ogni volta che si partecipa a una campagna di Equity crowdfunding e 15 per essere rubricati nel registro di Directa SIM come soci di quella SRL . Quando si compra o si vende non è necessario spendere nulla. Nel complesso, la rubricazione delle quote costa 35 euro la prima volta e altri 20 ad ogni successivo investimento.
La rubricazione delle quote costa 35 euro la prima volta e altri 20 ad ogni successivo investimento in Equity crowdfunding
Come la legge tutela gli investitori
L’art. 100-ter del Testo Unico della Finanza prevede alcuni obblighi per il broker che funge da intermediario, in modo tale che l’operazione sia trasparente e non possano esserci rischi per l’investitore di “perdere” i propri diritti sulle quote e le azioni acquisite. Vediamo quali sono.
- Le società intermediarie devono registrare l’intestazione delle quote in nome proprio e per conto dei sottoscrittori, tenendo adeguata evidenza dell’identità degli stessi e delle quote possedute. Ovvero: il registro deve essere chiaro, corretto e aggiornato.
- I broker devono rilasciare, a richiesta del sottoscrittore o del successivo acquirente, una certificazione comprovante la titolarità delle quote. Questo certificato non è altro che un titolo che consente di esercitare i propri diritti sulle quote, e non è trasferibile neppure in via temporanea.
- Gli intermediari devono consentire ai sottoscrittori che ne facciano richiesta di alienare le quote, ovvero venderle, come previsto dalla legge.
- Infine, Directa SIM e le altre agenzie che dovessero offrire questo servizio devono accordare ai sottoscrittori delle quote e ai successivi acquirenti la possibilità di richiedere, in ogni momento, l’intestazione diretta a se stessi dei titoli che appartengono loro.
Insomma, la rubricazione delle quote conviene e non ha rischi. C’è un solo “però”… Non si può decidere a posteriori di affidarsi a questo servizio, bisogna necessariamente sceglierlo al momento della partecipazione alla campagna di crowdfunding. Perché nel momento in cui si risulta soci in Camera di Commercio l’unico modo per vendere il titolo è quello di affidarsi a commercialisti e notai: l’operazione si configura come passaggio di proprietà.