Approvato il regolamento UE sul crowdfunding Europeo
Il mercato del crowdfunding per le imprese, oggi frammentato, avrà regole chiare nell’Unione
Si è concluso positivamente, dopo più di due anni di confronto, l’iter di approvazione delle norme che regoleranno il crowdfunding per il finanziamento delle imprese all’interno dell’Unione Europea. La svolta è arrivata con la sessione plenaria del Parlamento Europeo di lunedì 5 ottobre.
Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione, attesa a giorni, e un periodo di transizione che si concluderà tra due anni, verrà creato un regime armonizzato in tutti i Paesi dell’Unione Europea, grazie al quale ogni piccola e media impresa potrà presentarsi ai piccoli e grandi investitori, anche di altri Paesi dell’Unione, attraverso portali autorizzati e raccogliere fino a 5 milioni di euro per anno, nella forma di capitale di rischio, prestito, titoli di debito o obbligazioni. Saranno le autorità competenti di ciascun Paese ad autorizzare, in presenza dei requisiti fissati dalla regolamentazione, e vigilare sulle piattaforme di crowdfunding. Per i portali già autorizzati saranno previsti meccanismi di opt-in semplificati per passare al nuovo regime, mentre ci sarà un vaglio più approfondito per le nuove realtà che vorranno inserirsi nel nuovo mercato.
Al termine del periodo di transizione, le normative nazionali sul crowdfunding saranno integralmente sostituite dal nuovo regime e i portali che non saranno autorizzati secondo le nuove regole non potranno più operare.
Il nuovo regolamento dell’Unione Europea sul crowdfunding (denominato “European Crowdfunding Service Providers”, o ECSP) è per molti versi simile all’attuale normativa italiana sull’equity crowdfunding, la prima regolamentazione del settore a livello mondiale che, approvata tra il 2012 e il 2013, ha permesso finora ad oltre 500 startup e PMI italiane di raccogliere complessivamente più di 150 milioni di euro, grazie a migliaia di investitori che sono oggi soci di queste società. Dal 2019, anche il debt crowdfunding ricade sotto la normativa Consob per le piattaforme autorizzate a svolgere l’attività di gestori di portali di equity crowdfunding, ma finora si contano pochissimi casi di utilizzo di questo strumento, anche a causa delle numerose limitazioni in questo ambito. Il lending crowdfunding in Italia vede infine la partecipazione di diversi operatori, molti dei quali non in possesso di autorizzazione da parte di autorità italiane, e genera volumi di raccolta significativi, ma da più parti si sono levate recentemente richieste di razionalizzazione di questo ambito del crowdfunding, sia sul tema delle modalità di autorizzazione delle piattaforme sia dal punto di vista del trattamento fiscale. Tra gli argomenti oggetto del regolamento, sono previsti meccanismi di tutela degli investitori, che saranno suddivisi in diverse categorie, e regole per la gestione di sistemi a bacheca per lo scambio di strumenti acquisiti durante una raccolta online.
Carlo Allevi, amministratore delegato di WeAreStarting, uno dei 42 portali di equity crowdfunding attualmente autorizzati in Italia, commenta: “Finalmente queste nuove regole chiare potranno eliminare le incertezze che hanno frenato lo sviluppo di uno strumento, il crowdfunding, che può realmente aumentare la competitività delle nostre imprese. Gli operatori dell’equity crowdfunding italiano che hanno saputo costruirsi competenze e track record appaiono particolarmente favoriti da questa evoluzione normativa. Ora auspichiamo di poter collaborare maggiormente con operatori nazionali e internazionali della finanza alternativa e tradizionale, nonché con il mondo delle imprese: in questo quadro normativo più ampio e stabile diventa sicuramente più interessante fare sistema”.
Molti operatori ed esperti ritengono che le nuove regole possano stabilire un quadro più chiaro e permettere una graduale crescita degli strumenti di raccolta di capitale per le PMI da fonti alternative. La nuova normativa punta infatti a permettere a tutti gli investitori sulle piattaforme di crowdfunding di beneficiare di un migliore regime di protezione e di un livello più elevato di garanzie, sulla base di regole chiare sulla divulgazione delle informazioni da parte delle imprese che raccolgono capitale e delle piattaforme di crowdfunding. Le nuove regole sulla governance e sulla gestione del rischio mirano inoltre a fornire un approccio più coerente alla supervisione delle piattaforme.
A tal proposito, referenti di European Crowdfunding Network commentano: “Siamo estremamente felici per l’introduzione di una normativa europea armonizzata per il crowdfunding. Questo primo, importante risultato è il frutto del lavoro condotto negli anni passati, in stretta collaborazione con le istituzioni europee e le principali piattaforme di crowdfunding in Europa, ed è per questo che lo riteniamo un ottimo punto di partenza. Ci auguriamo che ECSP possa finalmente fornire quel quadro di riferimento necessario a permettere il consolidamento del settore del crowdfunding, rendendo di facile accesso a tutti gli operatori i pieni vantaggi di un Mercato Unico dei Capitali in UE. Questo è solo un primo passo, ci aspettano mesi di lavoro intensi per portare a termine l’operazione di adattamento degli ordinamenti nazionali. Come ECN, siamo pronti ad estendere i nostri sforzi e a facilitare il dialogo tra gli enti regolatori che dovranno trovare modalità di raccordo efficaci con ESMA, e gli operatori del mercato che dovranno poi soddisfare i nuovi requisiti.”
Le nuove regole inizieranno ad essere applicate un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, attesa entro poche settimane. Gli operatori e i regolatori nazionali avranno un ulteriore anno per conformarsi alla nuova normativa.