Quando Home Sharing e InsurTech si incontrano: un mercato destinato ad esplodere?
Si è scritto molto sulla sharing economy, con i casi ormai conclamati di Uber e Airbnb, e al giorno d’oggi sono davvero poche le persone che ignorano i benefici, in particolare per quanto riguarda il risparmio economico, dell’economia condivisa. Ma il termine sharing oltre ad aspetti positivi, nasconde lati negativi. Pensateci: che cosa succederebbe se …
Si è scritto molto sulla sharing economy, con i casi ormai conclamati di Uber e Airbnb, e al giorno d’oggi sono davvero poche le persone che ignorano i benefici, in particolare per quanto riguarda il risparmio economico, dell’economia condivisa. Ma il termine sharing oltre ad aspetti positivi, nasconde lati negativi. Pensateci: che cosa succederebbe se voi o un membro della vostra famiglia si infortunasse durante il soggiorno in casa di qualcun altro? E ancora: che cosa succederebbe se il vostro ospite provocasse un incendio o altri danni gravi durante il soggiorno nella vostra casa? Chi dovrebbe “condividere” tali spese?
Alcuni dati
Partiamo da qualche dato: Airbnb vanta 2 milioni di annunci in 34.000 città di 191 paesi; e lo scorso anno, HomeAway è stata acquistata da Expedia per 3,9 miliardi di dollari.
Airbnb vanta 2 milioni di annunci in 34.000 città di 191 paesi
E ancora, come rivela il rapporto di Ernst & Young dal titolo Global Hospitality Insights gli appartamenti condivisi su Airbnb rappresentano circa il 7,6% del totale dell’industria di alloggi a Londra, mentre a Brooklyn, Airbnb rappresenta il 38% del mercato degli alloggi.
Gli appartamenti condivisi su Airbnb rappresentano circa il 7,6% del totale dell’industria di alloggi a Londra, mentre a Brooklyn, Airbnb rappresenta il 38% del mercato degli alloggi
Se quindi il mercato legato all’affitto breve si sta consolidando sempre più tra portali internazionali, oltre che alle nuove realtà che offrono tutta una gamma di servizi legati alla casa, come il caso, in Italia della startup innovativa CleanBnB, il mercato legato alle assicurazioni è ancora frammentato e di difficile interpretazione.
Slice, la startup InsurTech
In questo scenario si è inserita la startup newyorkese Slice che a fine ottobre ha annunciato il lancio del suo servizio di assicurazione on-demand, che si adatta perfettamente alle esigenze dei lavoratori autonomi nella sharing economy. Le polizze assicurative tradizionali, difatti sono spesso costose ed hanno una copertura a lungo termine, non si adattano più alle esigenze delle persone che lavorano nella sharing economy. In effetti, se ci pensate, i conducenti Uber o gli host Airbnb hanno bisogno di copertura solo quando sono al lavoro, spesso per un breve periodo, per esempio quando stanno guidando o hanno affittato la loro casa per qualche giorno.
Slice offre il primo servizio di assicurazione on-demand per gli host che utilizzano piattaforme come Airbnb o HomeAway
Ed ecco che Slice, dopo aver raccolto quasi 4 milioni di dollari lo scorso marzo, col suo primo servizio di assicurazione on-demand per gli host che utilizzano piattaforme come Airbnb o HomeAway, garantisce di ottenere, nel giro di pochi clic, un’assicurazione professionale per coprire il periodo di tempo in cui affittano la loro casa, in caso di eventuali danni da parte degli ospiti. Il costo? Dai 4 ai 7 dollari a notte, con un limite di copertura di due milioni di dollari.
Il raggio di azione di Slice
Al momento Slice ha ottenuto l’autorizzazione all’attività assicurativa in diversi stati degli Stati Uniti, e l’intenzione è quella di implementare ulteriormente il proprio servizio on-demand nel Paese, prima di lanciare nuovi servizi per fornire un’assicurazione su misura per le piattaforme rideshare come Uber o Lyft, e di aprirsi al mercato internazionale.
In numeri del mercato InsurTech
A sancire le potenzialità del mercato InsurTech sono anche i numeri: se nel 2011 la raccolta complessiva di investimenti su startup di questo settore fu nell’ordine dei 130 milioni di dollari, l’anno scorso si è toccato quota 2,7 miliardi, rispetto ai circa 750 milioni del 2014.
Nel 2011 la raccolta complessiva di investimenti su startup di questo settore fu nell’ordine dei 130 milioni di dollari, l’anno scorso si è toccato quota 2,7 miliardi
E se l’80% di questi investimenti è concentrato su innovazioni nel comparto danni, e in particolare sul segmento health e auto, il segmento home è ancora totalmente inesplorato. Ne vedremo ancora delle belle.