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Startup vietnamite a un passo dalla svolta

Una breve panoramica sullo start-up ecosystem del Vietnam, con focus sul ruolo di acceleratori, fondi di Venture Capital, Angel Investors e Governo. Dati, numeri e commenti dal report di CrossFund THE STARTUP ECOSYSTEM IN VIETNAM.

Nel prossimo futuro sentiremo sempre più parlare di startup vietnamite. Negli ultimi anni il Vietnam ha iniziato a farsi il nome di un paese sicuro, in via di rapido sviluppo, ideale per gli investimenti.

Il report di CrossFund dedicato all’ecostistema delle startup vietnamite racconta un’economia a un passo da una svolta significativa. Il Vietnam, infatti, ha saputo reagire positivamente all’emergenza COVID-19 e può contare su un bacino di investimenti importante oltre che su una consolidata tradizione nello sviluppo di beni e servizi ad alto contenuto tecnologico. Inoltre, il network degli investitori e dei veicoli di investimento ha ora la maturità per investire in progetti imprenditoriali early stage.

Ecco perché l’ecosistema delle startup vietnamite si fa sempre più interessante.

Una posizione vantaggiosa

Storicamente il Vietnam gode di una posizione di vantaggio nell’ecosistema dei paesi del sud-est asiatico e ha sempre ricoperto un ruolo di rilievo nei commerci internazionali, contribuendo a collegare le diverse civiltà asiatiche al resto del mondo.
Ad oggi, l’ecosistema delle startup vietnamite si sta ancora sviluppando, così come la sua coltura imprenditoriale e le necessarie istituzioni di supporto. Nel tempo, il Vietnam si sta guadagnando il titolo di candidato molto interessante per ricevere investimenti stranieri diretti (FDI, Foreign Direct Investment) per due ragioni principali:

  • diverse grandi imprese internazionali guardano al paese per diversificare le proprie opportunità di investimento in ottica di limitare l’eccessiva dipendenza dal mercato cinese;
  • le aziende che in Cina si occupano di produzione e assemblaggio a basso costo si rivolgono al Vietnam a causa dell’aumento dei costi cinesi e delle normative talvolta troppo complicate, una strategia nota come “China plus One”.

Tale flusso di capitali può consentire al Vietnam di scegliere con oculatezza come e dove investire per puntare sul futuro e sull’innovazione.

Un insieme di fattori contingenti positivi

Il Governo vietnamita si dimostra lungimirante perché si impegna con costanza nella messa in atto di politiche e regolamenti favorevoli allo sviluppo imprenditoriale. E sta riuscendo a bilanciare la pressione dell’inflazione. Ha pianificato di investire 19 miliardi di dollari in progetti di ricerca e sviluppo nei prossimi cinque anni e sta promuovendo lo sviluppo di nuovi talenti creando un ambiente favorevole alle startup.

A ciò si aggiungono la quantità e la qualità dei fondi VC attivi e l’aumento negli ultimi anni di angel investor, acceleratori e incubatori.
Il Vietnam nell’ultimo periodo si sta guadagnando sempre più il ruolo di terzo pilastro nel “Triangolo d’oro” del sud-est asiatico, insieme a Singapore e all’Indonesia.

La società vietnamita può offrire talenti, una vivace cultura imprenditoriale e un mercato interno in rapida crescita. Singapore fornisce risorse finanziarie e umane, mentre l’Indonesia dispone di un enorme mercato interno. Insieme, questi tre paesi stanno lavorando per creare un ecosistema di startup forte e fiorente.

A minacciare lo sviluppo dell’ecosistema imprenditoriale vietnamita c’è però l’inflazione, che potrebbe aumentare per tutto il 2023, raggiungendo (forse) il 6% gli ultimi mesi dell’anno e attestandosi su una media del 5,5% anche per il 2024.

Uno sguardo veloce al 2022

Nel 2022 i settori che hanno attirato più investimenti di capitale sono stati quello dell’e-commerce e del Fintech. Inoltre, il Vietnam vanta la nascita sul territorio di ben 4 unicorni, ovvero:

  • VNG, oggi la principale azienda di servizi internet del Paese;
  • Sky Mavis, specializzata nei campi information technology, blockchain e videogame;
  • VNLife (VNPay) che sviluppa un ecosistema digitale dedicato al mondo del turismo, della logistica e del commercio;
  • Momo, app di pagamenti ed e-wallet.

Settori come l’e-commerce e il fintech dovrebbero crescere ancora, e gli esperti di settore ritengono che non saranno i soli a beneficiare di una classe media in espansione, in cerca di strade nuove e convenienti per accedere a prodotti e servizi.

Investimenti per le startup

Negli ultimi anni l’ecosistema delle startup vietnamite ha potuto contare su un incremento significativo degli investimenti in VC, con un aumento decisamente importante (24 volte più alto) dal 2016 al 2021, fino ad arrivare a 2.48 miliardi di dollari (fonte ThinkZone Ventures). Gli esperti di settore si aspettano che questa crescita continui e prevedono il picco per la internet economy del sud-est asiatico entro il 2030.

Le prospettive per l’ecosistema delle startup vietnamite nel complesso sono molto positive e nei prossimi anni è prevista di fatto una forte crescita. Il capitale di rischio continuerà a svolgere un ruolo chiave per lo sviluppo di questo ecosistema, fornendo supporto finanziario e risorse necessarie per aiutare le startup ad avere successo.

Incubatori e acceleratori vietnamiti

Benché negli ultimi 10 anni ci siano stati diversi acceleratori e incubatori attivi nel paese, anche grazie al sostegno della classe politica, le strutture di supporto alle startup sono ancora qualcosa di relativamente nuovo per il tessuto imprenditoriale vietnamita. Molti di questi incubatori sono ancora giovani, dal momento che sono nati tra il 2015 e il 2018 e sono tutti dislocati nelle principali città, ovvero Hanoi, HCMC e Da Nang.

Il numero di spazi di coworking attivi per le startup è pari a 20 ad Hanoi e HCMC, mentre se guardiamo a Tokyo, Manila o Taipei ne troviamo più del doppio. Le startup vietnamite hanno bisogno di facilitazioni materiali e tecniche così come di strumenti che le aiutino a fare networking.

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Le sfide da affrontare

Il Vietnam è molto dinamico ma questo non significa che il suo tessuto imprenditoriale non abbia importanti sfide da affrontare. Anche le aziende più solide non hanno che 30 di attività alle spalle e molte startup vietnamite tecnologiche stanno facendo fatica a reperire le risorse umane di cui hanno bisogno.

Il 90% delle startup rischia di fallire entro 12 mesi e la ragione principale è proprio da ricercare nel fattore umano. Dall’altra parte, il paese è giovane e secondo un recente sondaggio che ha coinvolto 25.000 studenti della Generazione Z (da 93 college diversi), il 34% dei ragazzi e delle ragazze vorrebbe lavorare in una startup o fondarne una propria. Inoltre, grazie al completo sdoganamento del lavoro da remoto, diverse startup stanno reclutando personale straniero sfruttando il modello del lavoro a distanza.

Secondo Tung Tran, CEO di VIC Partner,  «le startup vietnamite sono ancora limitate dalle barriere linguistiche. Molti fondatori fanno bene il proprio lavoro ma non hanno le competenze linguistiche per convincere gli investitori stranieri. Un gap che li penalizza rispetto alle startup indonesiane o di Singapore».

Le startup vietnamite sono ancora limitate dalle barriere linguistiche. Molti fondatori fanno bene il proprio lavoro ma non hanno le competenze linguistiche per convincere gli investitori stranieri.

Le scelte di CrossFund

In questo contesto CrossFund ha scelto di puntare su una serie di realtà in fase iniziale di sviluppo tra cui APLUS, che propone una piattaforma per gli affitti a lungo termine, VULCAN AUGMENTICS, che ha sviluppato da zero un prodotto prostetico robotizzato, METAVILL, una piattaforma focalizzata sulle tecnologie del Web 3.0 e WELLCARE, azienda di telemedicina.

In conclusione

Oggi il Vietnam è una scelta popolare per gli investitori che hanno una prospettiva di lungo termine, soprattutto da quando è diventato il terzo pilastro del “Triangolo d’oro”. Si prevede un aumento dell’83% per quanto riguarda le attività di deal per il periodo 2025-2030. In particolare, 39 fondi di investimento, compresi diversi fondi VC, hanno scelto di investire 1,5 miliardi di dollari in Vietnam tra il 2023 e il 2035, in occasione del Vietnam Venture Summit 2022. Di conseguenza, per le startup vietnamite non sono positive solo le prospettive legate al 2023 ma anche quelle per gli anni a venire.

«Il Vietnam può sicuramente vantare lo sviluppo di alcune importanti startup, ma ciò che mi entusiasma davvero è il potenziale di sviluppo del paese. Credo che sia una terra di grandi lavoratori che possono contare su una velocità e un’agilità che derivano dalla centralizzazione del processo decisionale. Penso al Vietnam come a una combinazione tra Cina e Corea del Sud. Abbiamo un basso costo del lavoro, proprio come la Cina 10-15 anni fa. E possiamo coordinarci per apportare rapidamente grandi cambiamenti per il bene del Paese» ha commentato Son Ta, CEO of Son Tech Investment Venture, intervistato dagli esperti di CrossFund.

Pur essendo vero che ci sono problemi legati al capitale umano, nel Paese sta crescendo un’ampia popolazione giovanile che ha accesso a scuole di alto livello e istruzione superiore, quindi in tempi relativamente brevi dovrebbero fare ingresso nel mercato del lavoro i talenti di cui le startup vietnamite hanno bisogno.

 

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