Tra rental, on-demand e sharing economy: dove stiamo andando?
Che la sharing economy stia sempre più entrando nella nostra quotidianità credo sia ormai indubbio, dato che ormai le persone, come utenti saltuari prima e clienti sempre più assidui poi, difficilmente torneranno indietro dalle abitudini che si stanno costruendo e consolidando in questi ultimi anni: ordinare la cena dallo smartphone, viaggiare in auto con sconosciuti …
Che la sharing economy stia sempre più entrando nella nostra quotidianità credo sia ormai indubbio, dato che ormai le persone, come utenti saltuari prima e clienti sempre più assidui poi, difficilmente torneranno indietro dalle abitudini che si stanno costruendo e consolidando in questi ultimi anni: ordinare la cena dallo smartphone, viaggiare in auto con sconosciuti per spostarsi da una città all’altra (o all’interno della città stessa), fare la spesa dal computer dell’ufficio durante la pausa pranzo, e vedersela recapitare quando si rientra, ecc…
Abitudini che consentono a ciascuno di noi di coniugare qualità del servizio e socialità, una sorta di darwinismo digitale, perché l’uomo, si sa, è un animale sociale, e ormai sempre più digitale – fa sorridere, ma è vero che figli e nipoti di otto o dieci anni siano già molto più “informatici” di noi trentenni e quarantenni – una evoluzione della società e della tecnologia con il suo impatto sui comportamenti, costumi e aspettative. Ma dove stiamo andando?
Nel corso dell’ultimo anno si è parlato, spesso a sproposito, di economia della condivisione (sharing economy): non si contano più gli articoli sull’ultima start-up spacciata come il “nuovo Uber”, o il “nuovo AirBnB”. Questa overdose di nuove iniziative imprenditoriali, dove il più delle volte il business model era qualcosa lasciato all’immaginazione, avevano un unico filo conduttore: la condivisione altro non era che il noleggio di beni e servizi di altre persone, e molto spesso del loro stesso tempo. Ecco quindi la rental economy: noleggiare auto, case, le capacità degli altri, all’interno di marketplace pensati come strumenti di organizzazione della società intorno a necessità e capacità.
Servono risposte immediate
Ma al di là degli esempi stranoti di Uber e AirBnb, che andrebbero appunto considerate come delle semplici piattaforme per il noleggio di auto con conducente e per l’affitto a breve termine di stanze private, l’impiego di nuove piattaforme tecnologiche ha permesso la creazione di un modello di business di successo grazie alla possibilità di fornire risposte immediate al consumatore con la conseguente creazione di un modello più efficiente e scalabile e con minori costi di realizzazione.
Tutto sta diventando “a chiamata”, e sono sempre più le aziende, e i servizi, che stanno nascendo con l’obiettivo di soddisfare le esigenze del cliente (quasi) in tempo reale.
Ed è questa la parola chiave: “risposte immediate”, che ci ha portato in realtà a quello che stiamo vivendo oggigiorno: la on-demand economy. Tutto sta diventando “a chiamata”, e sono sempre più le aziende, e i servizi, che stanno nascendo con l’obiettivo di soddisfare le esigenze del cliente (quasi) in tempo reale.
Esplorare nuovi mercati
Ciò costringerà economisti, il legislatore e soprattutto le imprese ad esplorare nuovi mercati sulla base delle necessità del singolo individuo, dato che il successo di un’impresa, nuova o vecchia che sia, sarà sempre più misurato dal valore della sua reputazione (avete presente i feedback?), reputazione che crea fiducia, fiducia che crea valore. Ecco perché il mercato si sta muovendo verso un contesto dove trasparenza e soprattutto immediatezza del servizio/prodotto regnerà sovrano.
Il mercato si sta muovendo verso un contesto dove trasparenza e soprattutto immediatezza del servizio/prodotto regneranno sovrani.
Ed ecco quindi che infine l’esperienza del cliente diventerà più importante del prodotto stesso.
Dal punto di vista della domanda l’opportunità per chi vuole fare impresa è piuttosto chiara: con la diffusione della Rete e dell’accesso da mobile, c’è un universo di servizi da migliorare, rendere più accessibili, più smart, più efficienti e efficaci – sia da un punto di vista generale che puramente economico – ed è questo quello che sta accadendo.