Tetto al contante: cosa cambia in Italia per i pagamenti dal 2023
Il governo sta stringendo i tempi per deliberare le modifiche al tetto al contante. In attesa di avere la certezza sulla nuova soglia (si parla di un nuovo tetto a 5.000 euro), cerchiamo di riassumere le ultime novità sul tetto al contante, condividendo che cosa cambierà – e cosa no – per i pagamenti in Italia.
Il governo ha apportato le modifiche al tetto al contante nella manovra di Bilancio. Ma quali sono le ultime novità sul tetto al contante? Cerchiamo di comprendere che cosa cambierà – e cosa no – per i pagamenti in Italia.
Nuovo tetto al contante dal 2023
La prima cosa che occorre chiarire è che l’Italia si sta apprestando a varare un cambio di rotta piuttosto radicale. Mentre la maggior parte dei Paesi sembra essersi indirizzata lungo la strada del contenimento all’uso del denaro contante e all’inasprimento delle regole che dovrebbero scoraggiare la sua fruizione, nel nostro Paese si è pensato di aumentare il tetto al denaro contante, incrementando così la possibilità di effettuare pagamenti, anche di rilievo, usando le banconote.
E così, se prima delle novità in corso di varo in Italia il limite generale al contante sarebbe dovuto scendere dai 2.000 euro odierni ai 1.000 euro del 1 gennaio 2023, con la stessa decorrenza si concede la possibilità di effettuare pagamenti di beni e servizi fino a 5.000 euro. La modifica, inserita nella legge di Bilancio, è tuttavia integrata in un intricato quadro normativo che rende ben poco omogeneo tale limite…
A cambiare sarà solo la soglia generale
A cambiare sarà solamente la soglia generale, ovvero la regola sul trasferimento di denaro contante, a qualsiasi titolo, tra soggetti diversi, se il valore dello stesso è pari o superiore a 2.000 euro.
Come anticipato, senza interventi normativi la soglia scenderebbe a 1.000 euro dal 1 gennaio 2023, ma il governo ha annunciato l’intenzione di aumentarla. Tra chi (Lega) vorrebbe puntare ai 10.000 euro e chi (Forza Italia) tutto sommato non ritiene questa decisione prioritaria per la politica del governo, probabilmente il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha optato per una via di mezzo a 5.000 euro.
La via di mezzo per cui ha optato Giorgia Meloni come tetto al contante è pari a 5000 euro
Non cambiano le regole specifiche
Attenzione, però, a non cadere in facili equivoci. Se infatti a cambiare sarà la regola generale sul tetto al contante, non dovrebbe subire alcun cambiamento il nucleo di regole più specifiche.
Proviamo a riepilogare le principali:
- Acquisti da parte dei turisti stranieri: l’art. 3 co. 1 d.l. 16/2012 prevede che gli stranieri possano pagare in contanti per l’acquisto di beni e servizi legati al turismo, presso commercianti al dettaglio, agenzie di viaggio e turistiche, fino a 15.000 euro.
- Money transfer: il limite per il servizio di rimessa di denaro non può essere effettuato in contanti ma deve essere realizzato con mezzi tracciabili da 1.000 euro in su.
- Cambiavalute: i cambiavalute non possono accettare somme in denaro contante da 2.000 euro (o equivalente di valuta estera).
- Pensioni e stipendi pubblici: la Pubblica amministrazione non può erogare pensioni e stipendi in contanti se superano i 1.000 euro.
- Assegni non trasferibili: da 1.000 euro gli assegni bancari e postali devono ripotare nome del beneficiario e clausola non trasferibile.
- Pagamenti per i bonus fiscali: devono essere effettuati sempre con mezzi tracciabili.
Tetto al contante e non solo: che fine faranno Cashback e sanzioni Pos
A questo punto bisognerà altresì comprendere quali saranno le misure collaterali che negli anni hanno supportato e incentivato l’uso di strumenti digitali, come il Cashback.
L’impressione è che, se l’incremento al tetto al contante deve rappresentare un cambio di rotta rispetto a quanto adottato dai precedenti esecutivi, anche le accennate misure collaterali saranno destinate a una revisione – per esempio, dalle ultime notizie emerge come la lotteria degli scontrini dovrebbe diventare istantanea.