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Startup Act: la nuova frontiera per le startup e l’innovazione in Italia

ll panorama dell’innovazione italiano sta vivendo una trasformazione epocale con l’approvazione del nuovo Startup Act, sancito con la Legge 16 dicembre 2024 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 dicembre 2024​​. Questa normativa rappresenta una massiccia revisione delle regole per startup e PMI innovative, delineando nuove opportunità, ma anche sfide, per l’intero ecosistema imprenditoriale.

ll panorama dell’innovazione italiano sta vivendo una trasformazione epocale con l’approvazione del nuovo Startup Act, sancito con la Legge 16 dicembre 2024 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 dicembre 2024​​. Questa normativa rappresenta una massiccia revisione delle regole per startup e PMI innovative, delineando nuove opportunità, ma anche sfide, per l’intero ecosistema imprenditoriale.

Un contesto di cambiamento

Le startup italiane si sono tradizionalmente trovate a competere in un ambiente normativo rigido, dove l’accesso ai capitali e le agevolazioni fiscali spesso risultavano inadeguati rispetto agli standard internazionali. Il nuovo Startup Act mira a colmare queste lacune, introducendo una serie di misure che incentivano gli investimenti e rafforzano la crescita delle imprese innovative. La legge non si limita a ridefinire i criteri di appartenenza alla categoria, ma implementa anche strumenti pensati per favorire lo sviluppo di imprese scalabili e attrarre investitori istituzionali.


Ridefinizione di startup e PMI innovative

Una delle modifiche più significative riguarda la ridefinizione delle startup e PMI innovative secondo i parametri della raccomandazione 2003/361/CE della Commissione Europea. Questo aggiornamento le classifica come microimprese o PMI, introducendo il principio dell’Impresa Unica. Tale principio implica che le startup dovranno considerare eventuali legami con altre aziende o gruppi per accedere a benefici specifici​​.

Con la riforma, il registro italiano delle startup innovative esclude le imprese non scalabili (come agenzie e società di consulenza), concentrando le risorse su ambizioni maggiori“. Ha commentato Gianmarco Carnovale, Presidente di Roma Startup.

Inoltre, il periodo di permanenza nella sezione speciale del Registro delle imprese è stato esteso a cinque anni, attraverso un modello 3+2: i primi tre anni sono garantiti, mentre i due successivi sono subordinati al rispetto di almeno uno dei cinque requisiti aggiuntivi, come l’innovazione tecnologica certificata o l’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo​.


Introduzione delle Scaleup

Il nuovo Startup Act introduce una categoria inedita: le Scaleup. Queste imprese, che hanno superato la fase iniziale di startup e mostrano un forte potenziale di crescita, possono beneficiare di una permanenza prolungata di ulteriori quattro anni nella sezione speciale del Registro. Questa estensione è subordinata al soddisfacimento di condizioni come:

  • L’ottenimento di investimenti significativi da parte di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio).
  • Un aumento esponenziale dei ricavi aziendali​.

Detrazioni fiscali: nuove regole e incentivi

Tra le novità più rilevanti, spicca l’introduzione del principio del 25%, che disciplina i criteri per l’accesso alle agevolazioni fiscali:

  1. L’investimento deve generare una partecipazione pari o superiore al 25% del capitale.
  2. L’investitore, se anche fornitore della startup, non deve superare il 25% del fatturato generato dall’investimento​​.

Parallelamente, il limite massimo per usufruire delle agevolazioni fiscali è fissato a cinque anni, indipendentemente dal prolungamento dello status di startup innovativa. Tuttavia, vengono introdotte detrazioni fino al 65% in casi specifici e la possibilità di estendere i benefici agli strumenti finanziari convertibili, come i “convertendo”​.


Il ruolo degli investitori istituzionali

Lo Startup Act prevede un’importante misura per stimolare l’afflusso di capitali nel venture capital italiano. Casse di previdenza e fondi pensione, che attualmente investono appena lo 0,033% del loro AUM (circa 350 miliardi di euro) in venture capital, saranno incentivati ad aumentare questa quota almeno allo 0,5% entro il 2025 e all’1% entro il 2026. Grazie alla detassazione delle plusvalenze, si prevede un aumento degli investimenti in venture capital tra 1 e 3 miliardi di euro nei prossimi anni, a fronte degli attuali 100 milioni​.

Gianmarco Carnovale - Presidente di Roma Startup
Gianmarco Carnovale – Presidente di Roma Startup

Finalmente, dopo 15 anni che se ne dibatte, il Governo dice chiaramente ai fondi pensione che il Venture Capital non è solo una asset class finanziaria ma è anche uno strumento strategico per il futuro del paese. E impone loro una percentuale minima obbligatoria di allocazione verso gestori di fondi di Venture Capital autorizzati in Europa, purché l’investimento sottostante sia veicolato in Italia. Significa che finalmente i volumi di investimento cresceranno, rompendo la tradizionale conservatività dei gestori, e facendo in modo che le startup italiane possano contare sugli investimenti accessibili a competitor basati in altre nazioni”. Ha commentato Carnovale.


Transizione normativa e detrazioni al 65%

Le startup già iscritte nel Registro delle imprese innovative dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni entro 6 o 12 mesi, in base al tempo trascorso dalla loro iscrizione. Questo richiederà una revisione immediata delle strategie aziendali per garantire la conformità ai nuovi requisiti​​.

Gli investitori pre-seed godono ora di una detrazione fiscale del 65%, finalmente fruibile subito sottoscrivendo un SAFE, e finalmente la detrazione non si perde in caso di un trascinamento o di fallimento prima dei 3 anni. La detrazione del 30% rimane come prima, ma verrà logicamente impiegata dopo aver utilizzato quella maggiore, esattamente come avviene in Regno Unito con gli incentivi SEIS/EIS.


Verso un’industria dell’innovazione

Questa riforma segna un passaggio fondamentale dall’ecosistema dell’innovazione a una vera e propria industria dell’innovazione. L’obiettivo è allineare l’Italia alle migliori pratiche internazionali, seguendo modelli di successo come quello statunitense. Il capitale investito in venture capital diventa così una “nuova infrastruttura” cruciale per la crescita e la competitività del sistema economico nazionale​​.

Lo Startup Act rappresenta una pietra miliare per l’innovazione italiana, offrendo nuove opportunità per startup, scaleup e investitori. Per ulteriori dettagli sulla normativa, è possibile consultare il testo ufficiale qui. La strada è tracciata: spetta ora agli imprenditori e agli stakeholder cogliere questa occasione per portare il sistema italiano dell’innovazione a nuovi livelli di competitività e successo.

Vale la pena sottolineare che questa legge è il frutto di un intenso lavoro di squadra, che ha coinvolto istituzioni pubbliche e private. Tra i principali artefici figurano il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e l’AD di CDP Venture Capital, Agostino Scornajenchi. Il loro impegno è stato lodato da Gianmarco Carnovale che ha sottolineato come questa riforma dia speranza all’intero settore​​, aggiungendo: “È ora di maturare e correre”!

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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