200 milioni di utenti unici mensili. Sono questi i numeri di Quora, la piattaforma di domande e risposte nata in California 7 anni fa e ormai realtà solida e apprezzata in tutto il mondo. Un vero successo nato dall’idea di Adam D’Angelo, imprenditore con il pallino per la condivisione della conoscenza. In occasione dello sbarco della piattaforma nel nostro Paese con una versione in lingua italiana, abbiamo incontrato Valentina Tosi, Head of Community Relations per l’Italia.
Valentina ha un brillante curriculum alle spalle e gli stimoli giusti per far crescere la piattaforma nella sua terra di origine. “Sono stata molto contenta di accettare questa posizione perché per me è davvero importante fare qualcosa per il mio Paese” ci racconta.
La nascita di Quora
Ma partiamo dall’inizio. Era il 2009 e Adam D’Angelo lasciò Facebook per fondare la sua piattaforma per la condivisione della conoscenza e del sapere. “Lui e i suoi soci, passarono tutto quell’anno allo sviluppo di Quora” racconta Tosi. Siamo, troppo spesso, abituati a pensare il web sia un posto in cui cercare informazioni, ma è giusto anche restituire qualcosa.
L’idea di Quora è proprio questa: restituire conoscenza al mondo, condividerla, farla circolare. Non è un caso se nei progetti di sviluppo futuri ci sono interazioni con il mondo accademico, le università.
Quora è una piattaforma in cui si fanno domande, inerenti i temi più disparati, alle quali esperti del settore forniscono risposte. Partecipano imprenditori, liberi professionisti, professori, ma anche studenti o persone che brillano in particolari discipline. Contrariamente a Wikipedia che si pone come una sorta di enciplopedia, Quora è una piattaforma che offre consigli, spiegazioni, approfondimenti.
Cosa spinge a rispondere?
Ma perché un esperto, dovrebbe investire il proprio tempo scrivendo delle risposte? È una domanda che ci viene spontanea. Siamo tutti d’accordo sul dovere morale di restituire il sapere, ma è davvero solo questo?
Oltre al puro piacere per la condivisione, Quora fornisce vantaggi anche a chi risponde perché in questo modo accresce la propria reputazione.
“In realtà, Quora è molto di più. Oltre al puro piacere per la condivisione, fornisce vantaggi anche a chi risponde perché in questo modo accresce la propria reputazione”. Racconta Valentina Tosi.
Partecipare attivamente a questo scambio continuo di sapere funziona, quindi, anche come un grande lavoro di personal brandig, di autopromozione.
Come sta andando Quora in Italia?
“È ancora presto per parlare di numeri perché siamo solo all’inizio, ma i risultati sono molto buoni. La comunità è attiva e siamo contenti di come tutto stia funzionando. Abbiamo organizzato dei meetup per incontrare la comunity e c’è grande partecipazione“.
L’argomento startup riscuote molto successo, perché su Quora si riescono ad avere consigli di esperti che sarebbe difficile contattare direttamente
Approfittiamo della sua presenza per chiedere a Valentina quali sono i temi più seguiti nel nostro Paese.
“Al primo posto c’è l’argomento “Italia” con circa 5.600 followers, seguono Psicologia e Libri ma sono molto seguiti anche Politica, Economia, Filosofia, Consigli di vita. Anche il tema delle startup riscuote molto successo, perchè su Quora si riescono ad avere consigli di esperti che sarebbe difficile contattare direttamente, ma che, invece, sono disponibili e impiegare del tempo per aiutare chi partecipa alla community“.
Il modello di business
Chi si collega alla versione italiana di Quora potrebbe non capire qual è il modello di business di questa azienda, che al netto della condivisione del sapere, deve comunque monetizzare il lavoro di tante persone. La risposta è semplice: advertising mirato ai temi delle discussioni, come avviene per la versione in inglese. In poche parole: se c’è una discussione in cui si parla di chitarre, potrà esserci l’inserzione di un produttore o di un liutaio, per esempio.
“In questo momento – racconta Valentina Tosi – in Italia il nostro primo obiettivo è far crescere la community. Non ci sono pubblicità nelle discussioni, perchè non è importante adesso. È ancora presto“.
Per saperne di più: it.quora.com