Partite IVA, + 125 mila aperture nel secondo trimestre 2022
Nel secondo trimestre 2022 le nuove partite IVA calano su base annua: ecco la loro distribuzione territoriale e per settore.
Stando all’Osservatorio sulle partite IVA dell’Agenzia delle Entrate, nel corso del secondo trimestre 2022 sono state aperte 125.392 nuove partite Iva, con un calo del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2021.
La flessione è tutt’altro che inattesa: la diminuzione nel numero di aperture è infatti penalizzata da una base statistica particolarmente elevata, considerato che nel secondo trimestre 2021 si erano concentrate numerose aperture di partite IVA dopo l’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia da Covid-19 (nel secondo quarto dello scorso anno l’incremento delle nuove partite IVA fu di fatti del 54% a/a).
Alle persone fisiche 7 nuove partite IVA su 10
I dati per distribuzione per natura giuridica mostrano come il 69,6% delle nuove aperture di partita IVA sia riconducibile a persone fisiche, contro il 22,5% delle società di capitali e il 3,1% delle società di persone. La quota rimanente, marginale, è relativa ai non residenti, ovvero le società di commercio on-line, e alle altre forme giuridiche.
Si noti come rispetto al secondo trimestre del 2021 la diminuzione delle nuove partite IVA coinvolga tutte le forme giuridiche, con il -61% per i non residenti e con un più moderato -10% per le persone fisiche.
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una prevalenza della quota maschile (61,1%) e dei giovani: il 47,8% delle nuove aperture è stato infatti avviato da giovani fino a 35 anni mentre il 31,4% è riconducibile a soggetti della fascia dai 36 ai 50 anni. Quasi una nuova partita IVA su due (46,3%) ha optato per il regime forfetario.
Dove sono state aperte le nuove partite IVA
Passando poi alla ripartizione territoriale, il 45% delle nuove aperture si è concentrato nel Nord, davanti al 22,8% del Centro e al 31,7% di Sud e Isole.
Ponendo in relazione i dati con quelli dello scorso anno notiamo come le flessioni maggiori si siano registrate in Veneto (-37,7%), Friuli V.G. (-29,4%) e Molise (-27,7%) e come solamente il Lazio abbia mostrato un incremento tendenziale (+1,6%).
Attività professionali e commercio assorbono le maggiori aperture
In base alla classificazione per settore produttivo, poi, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di avviamenti di partite IVA con il 18,5% del totale, davanti alle attività professionali con il 18,2% e all’edilizia con l’11%.
Anche in questo caso notiamo come la flessione sia quasi generalizzata, con i maggiori cali che si verificano nel commercio (-36,8%), nell’agricoltura (-35,1%) e nella sanità (-14,4%). Di contro, si registrano dati tendenzialmente positivi nel settore dei trasporti (+16,9%), delle attività artistiche e sportive (+8,5%) e dei servizi residuali (+1,9%).