Mettersi in proprio, aprire una gastronomia d’asporto
Aprire una gastronomia o rosticceria, senza dare la possibilità di consumare in loco, è il sistema più semplice per partire
Chi ama cucinare e vuole mettersi in proprio può considerare la possibilità di aprire una gastronomia/rosticceria da asporto, ma senza dare la possibilità di consumare in loco: l’attività sarà più facile da avviare e da gestire. Due fattori determinano il successo di una simile attività:
- La bontà dei piatti in vendita e delle materie prime utilizzate.
- L’originalità della nostra offerta: cerchiamo di soddisfare una necessità ben precisa della clientela, soprattutto se non esiste ancora niente di simile nei paraggi.
Sfruttiamo i trend del momento e i bisogni emergenti: può trattarsi di una rosticceria per celiaci, oppure per vegetariani e vegani, o ancora – perché no – possiamo specializzarci in uno o più prodotti regionali, dalla polenta agli arrosticini.
I requisiti personali
Non occorrono particolari requisiti tecnico-professionali, ma chi ha esperienza nel settore risulterà sicuramente avvantaggiato rispetto a un neofita. Indispensabile conoscere in modo approfondito le caratteristiche delle pietanze che si vogliono proporre al pubblico. Se ne abbiamo la possibilità, investiamo in un corso di cucina, anche se siamo già piuttosto esperti la formazione e l’aggiornamento non guastano mai.
Il budget iniziale
Per aprire una rosticceria dobbiamo prima di tutto ristrutturare i locali che abbiamo affittato, in modo che siano adatti alle nostre necessità e rispondano agli obblighi di legge. Dopodiché dovremo acquistare arredamento ed elettrodomestici. Il budget iniziale può variare molto in base alle dimensioni e allo stato del locale che scegliamo per la nostra attività, ma trattandosi di un esercizio dove non si effettua il consumo in loco, non abbiamo bisogno di grandi metrature, possono bastare 25/30 metri quadri. Considerando che l’investimento iniziale può variare molto, per una rosticceria di piccole dimensioni avremo bisogno di circa 45/50.000 euro.
Risparmiare sui costi di avvio
- Acquistiamo arredamento e attrezzatura usati (bancone riscaldato compreso)
- Scegliamo un locale già a norma per quanto riguarda gli impianti, meglio ancora se al suo interno veniva già svolta un’attività simile (bar, take away…)
- Controlliamo se sul mercato ci sono attività analoghe da rilevare, in questo caso potrebbe bastare rinnovare l’insegna, dare un tocco personale all’arredamento e cambiare menu (sempre che il prezzo che ci propongono sia vantaggioso).
L’iter burocratico
Le gastronomie e le rosticcerie “da asporto”, sono considerate attività artigianali se rispondono ai requisiti previsti dalla Legge Quadro sull’Artigianato n. 443 del 1985:
- tutto quello che vendiamo deve essere prodotto da noi, non possiamo offrire alimenti o bevande confezionati prodotti da terzi
- quanto venduto NON deve essere consumato in loco
- il luogo di produzione e vendita deve essere lo stesso (o i due luoghi devono essere molto vicini) perché la nostra attività viene considerata “laboratorio di produzione e vendita di alimenti e bevande”.
Cosa serve
Se quanto abbiamo in mente risponde a questi requisiti possiamo operare senza autorizzazione amministrativa al commercio.
Dovremo però:
- aprire una Partita IVA;
- iscriverci a Inail e Inps (gestione IVS artigiani e commercianti);
- ottenere l’autorizzazione sanitaria dall’ASL (Azienda Sanitaria Locale) di competenza;
- presentare la dichiarazione di inizio attività (SCIA) al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del Comune dove operiamo;
- seguire un corso per il “Personale addetto alla produzione e vendita delle sostanze alimentari“. Si tratta di un corso di breve durata (in genere poche ore o una giornata) dal costo contenuto e in molti casi gratuito dopo il quale ci viene rilasciato il Libretto formativo (tutto il personale della nostra rosticceria deve esserne in possesso). Chi ha un titolo di scuola alberghiera o una laurea in alcuni settori scientifici/medici è esonerato dal corso (biologia, medicina, scienze alimentari…).
Suggerimenti utili
Organizziamoci per offrire un servizio di consegne a domicilio. A seconda delle caratteristiche del luogo scelto per avviare la nostra attività (quartiere residenziale, zona centrale di passaggio, area ricca di aziende e uffici) offriamo menu adatti alla potenziale clientela, come piatti tradizionali per le famiglie, oppure sfiziosi spuntini da consumare passeggiando, o ancora piatti leggeri e gustosi per chi dopo pranzo deve lavorare.
Prendiamo in considerazione la possibilità di aprire un franchising o anche quella di operare, inizialmente, come ditta individuale.
Per ulteriori informazioni rivolgiamoci allo Sportello Unico Attività Produttive (Suap) del nostro comune e alla Camera di Commercio più vicina a noi.