Mettersi in proprio a basso costo: il cuoco a domicilio
Se sappiamo cucinare con maestria e fantasia, proporci come chef a domicilio può essere un’idea vincente. Il budget per iniziare è minimo e la concorrenza è ancora poca.
Il budget iniziale
Il budget iniziale è minimo perché possiamo utilizzare gli strumenti che troveremo nelle cucine in cui prepareremo il menu. Facciamo sempre un accurato sopralluogo a casa di chi ci ha ingaggiato, alcuni giorni prima dell’evento e solo dopo aver concordato tutte le portate: ci sarà utile per capire se abbiamo bisogno di qualche attrezzo in particolare.
Se abbiamo qualche piccolo risparmio da parte investiamo in un buon set di coltelli da cucina: ci permetteranno di lavorare con maggiore velocità e facilità.
Per diventare cuoco a domicilio bastano 2.500 euro, che comprendono i costi burocratici di avvio dell’attività, un set di coltelli di media qualità e una “divisa” adatta all’occasione.
Risparmiare sui costi di avvio
Se non abbiamo la possibilità di investire nell’attrezzatura facciamolo a sei mesi o un anno dall’avvio della nostra attività, quando saremo più sicuri della sua fattibilità e potenziale successo. Proviamo a risparmiare anche sulla divisa da chef creando qualcosa di simpatico e originale con i vestiti che abbiamo già a disposizione nel nostro guardaroba o puntando sul più tradizionale grembiule da cucina.
Cuoco a domicilio, l’iter burocratico
- Come prima cosa dobbiamo aprire una partita IVA.
- A questo punto iscriviamoci presso la AUSL di competenza ad un corso per alimentaristi (se non ne abbiamo già fatto uno da meno di tre anni): si tratta di un breve corso gratuito della durata di mezza giornata indispensabile per conoscere tutte le regole igienico-sanitarie che hanno a che fare con la manipolazione degli alimenti. Ogni tre anni dovremo partecipare a un breve aggiornamento. Alcuni titoli di studio (come la Scuola Alberghiera o la Laurea in Biologia ci permettono di accedere direttamente al corso di aggiornamento).
- Se non siamo già abilitati alla somministrazione di alimenti e bevande dobbiamo iscriverci al corso a frequenza obbligatoria tenuto dalle associazioni di categoria o dalle Camere di Commercio. Il costo è di circa 600,00 euro e la durata minima di 130 ore.
- Informiamoci bene presso il nostro comune di residenza (Sportello Unico per le Attività Produttive) per capire se ci sono pratiche aggiuntive da sbrigare: trattandosi di un’attività ancora poco diffusa la regolamentazione può cambiare da regione a regione e da comune a comune.