Libertà e vincoli nelle diverse forme di finanziamento per startup innovative
Quali sono le principali forme di finanziamento per per startup innovative e quali sono i vincoli e i vantaggi che si portano dietro? Cerchiamo di approfondire l'argomento in questo articolo di Gabriele Righetti
Mi trovo spesso ad incontrare startuppers bravissimi sui punti dell’idea (innovativa), un po’ meno bravi sugli aspetti di marketing ma zero sugli aspetti economici e, soprattutto finanziari.
“Senza soldi non si canta messa” ¹ , gli rispondo subito, per trasmettergli l’idea che senza risorse economiche è difficile portare avanti qualsiasi attività, al pari di quelle spirituali o non direttamente legate al denaro.
Ogni startup, nel suo percorso di crescita, si trova di fronte alla necessità di reperire risorse finanziarie.
Inoltre ogni fonte di finanziamento porta con sé facoltà e vincoli che possono influenzare in modo sensibile la libertà decisionale dei fondatori.
La scelta del giusto mix di finanziamenti è essenziale per trovare un equilibrio tra crescita e autonomia.
Mi trovo spesso ad incontrare startuppers bravissimi sui punti dell’idea (innovativa), un po’ meno bravi sugli aspetti di marketing ma zero sugli aspetti economici e, soprattutto finanziari.
Le forme con le quali le startup innovative ottengono risorse finanziarie
La pratica professionale ha rilevato le seguenti cinque tipiche forme o modalità per il finanziamento di uso nelle startup innovative:
1) Autofinanziamento;
2) Business Angel: supporto esperto;
3) Venture Capital;
4) Crowdfunding;
5) Bandi e finanziamenti pubblici.
1) Autofinanziamento: indipendenza totale, ma risorse limitate
L’autofinanziamento rappresenta la forma di provvista dei mezzi finanziari più indipendente in quanto i fondatori utilizzano esclusivamente risorse proprie per supportare la crescita dell’azienda.
È un approccio che consente di mantenere il pieno controllo strategico e decisionale dell’azienda, senza dover rendere conto ad investitori esterni. Tuttavia la mancanza di capitali aggiuntivi può rallentare la crescita e costringere a fare scelte molto oculate, e talvolta troppo restrittive, in termini di investimenti in innovazione, marketing ed espansione.
Questa modalità è ideale per startup con bassi costi iniziali e modelli di business sostenibili nel breve periodo, che non necessitano di grandi investimenti per decollare.
2) Business Angel: supporto esperto, ma con una quota di equity
L’ingresso di un business angel può rappresentare un’ottima opportunità per le startup che necessitano di un’iniezione di capitale senza perdere completamente l’autonomia. Questi investitori, oltre ai fondi, portano con sé competenze, mentorship e accesso a un network strategico di contatti.
Con tutto ciò, però, il finanziamento di un business angel comporta la cessione allo stesso di una quota di equity (solitamente tra il 5% e il 30%) e, in alcuni casi, la necessità di accettare un certo grado di coinvolgimento nelle decisioni aziendali.
Si sono altresì registrati casi in cui il business angel genera pressioni, con conseguenti tensioni, per poter vendere velocemente al fine di garantire un ritorno sull’investimento.
Rivolgersi ad un Business Angel è opzione adatta per startup in fase iniziale che necessitano di capitali moderati e di supporto strategico per accelerare la crescita.
3) Venture Capital: capitali ingenti, ma vincoli elevati
Il venture capital rappresenta la scelta ideale per startup con alto potenziale: attraverso questo canale è possibile ottenere finanziamenti consistenti per espansione e innovazione, con il vantaggio di accedere a network di alto livello e ricevere supporto strategico.
Tuttavia questa forma di finanziamento impone vincoli talvolta importanti: la cessione di una quota importante di equity (spesso oltre il 30%), la possibilità che i venture capitalist influenzino la governance aziendale e l’obbligo di definire un’exit strategy chiara (come IPO o acquisizione) per garantire il ritorno agli investitori.
Inoltre, la pressione per una crescita rapida e scalabile può limitare la libertà di sperimentazione e innovazione.
Il venture capital è l’opzione ideale per startup con potenziale di crescita esponenziale.
4) Crowdfunding: libertà di gestione ma molto trasparente
Il crowdfunding offre un’opportunità interessante per le startup che vogliono raccogliere fondi senza cedere quote significative di capitale. Attraverso piattaforme dedicate è possibile validare società e partecipazioni direttamente sul mercato e ottenere risorse finanziarie da un’ampia base di investitori retail mediante l’emissione di quote di capitale (la proprietà, cd. “equity”).
L’equity crowdfunding, nell’attribuire a terzi finanziatori le quote di capitale, presuppone che i fondatori debbano essere disposti a concedere una quota della società a piccoli investitori.
Ricorrere a questa formula di finanziamento impone una importante e qualitativa opera di relazioni esterne: dalla necessità di una campagna marketing efficace per convincere il pubblico a investire all’espletamento di vincoli di trasparenza e obblighi di rendicontazione periodici nei confronti dei finanziatori.
Il crowdfunding è un modello particolarmente indicato per startup con prodotti innovativi e forte appeal sul mercato.
5) Bandi e finanziamenti pubblici: capitale senza cedere equity, ma con burocrazia
I bandi e i finanziamenti pubblici rappresentano un’opportunità di estremo vantaggio per le startup che vogliono ottenere risorse finanziarie senza cedere la proprietà (equity) poiché rappresentano un debito quando non ottenuti o per la parte elargita a titolo di fondo perduto.
Seppur le condizioni di finanziamento siano spesso favorevoli (con tassi agevolati e/o contributi a fondo perduto), questa forma di finanziamento presenta anche alcuni limiti.
Quali? Pesante e complessa burocrazia, tempi lunghi per l’approvazione e l’erogazione dei fondi ed obbligo di rendicontazione dettagliata.
Sovente, e plausibilmente, i fondi ricevuti spesso devono essere destinati a specifiche attività, riducendo la flessibilità nell’utilizzo delle risorse.
Questa opzione è ideale per startup con progetti innovativi in linea con le politiche pubbliche di sviluppo.
Conclusione: quale finanziamento scegliere?
Non esiste la miglior soluzione, ma la soluzione migliore per il fatto e l’esigenza specifica.
Ad esempio, la scelta del finanziamento più adatto dipende perlopiù dalla combinazione desiderata da:
– dal livello di autonomia che si desidera mantenere e
– dalla velocità di crescita che si intende raggiungere.
Schematizzando al massimo si potrebbe assumere che:
• se l’obiettivo è mantenere il pieno controllo, l’autofinanziamento è la scelta più ovvia;
• se si necessita di capitali e mentorship senza eccessiva perdita di autonomia, i business angel rappresentano una buona soluzione;
• se la priorità è la crescita rapida e l’accesso a ingenti risorse, il venture capital è la scelta migliore, anche coi suoi forti vincoli;
• se è ricercato un compromesso tra libertà e capitale, il crowdfunding può essere un’opzione valida.
• in una raccolta di fondi senza dover cedere equity, i finanziamenti pubblici sono una buona opportunità, pur con le difficoltà burocratiche connesse.
Il tutto nella consapevolezza che ogni startup ha esigenze diverse e la soluzione migliore è quella che per bilanciare crescita e libertà decisionale soddisfa il miglior rapporto o mix di finanziamenti.
NOTE:
1) L’origine dell’aforisma deriva dalla tradizione ecclesiastica, dove in passato era consuetudine che i sacerdoti ricevessero offerte per celebrare le messe. Se non c’era un contributo economico, la messa non veniva officiata.
Il significato moderno potrebbe essere svelato con “niente soldi, niente risultati”, ovvero che per realizzare un progetto, avviare un’attività o ottenere un servizio, servono risorse finanziarie.