“La blockchain non è altro che un foglio Excel evoluto”. Accusa a Davos l’economista Roubini
L’economista Nouriel Roubini è da sempre uno dei principali critici di criptovalute e blockchain. Secondo lui i bitcoin valgono tutti zero e saranno la casa della prossima bolla economica. Anche la blockchain, che molti vorrebbero fosse lo strumento definitivo per governare l’economia mondiale, non è altro che un foglio di calcolo più complesso di altri. …
L’economista Nouriel Roubini è da sempre uno dei principali critici di criptovalute e blockchain. Secondo lui i bitcoin valgono tutti zero e saranno la casa della prossima bolla economica.
Anche la blockchain, che molti vorrebbero fosse lo strumento definitivo per governare l’economia mondiale, non è altro che un foglio di calcolo più complesso di altri.
Ospite all’ultimo convegno di Davos sulle criptovalute, Roubini ha affermato di essere convinto che a breve ci dovrà essere una rivoluzione nei servizi finanziari, ma che questa rivoluzione non ha nulla a che vedere con bitcoin e blockchain. Inoltre nessuna nazione secondo potrà mai accettare la presenza di una valuta criptata per ragioni di sicurezza e per non favorire il riciclaggio. In realtà mentre Roubini non è certo l’unico a scagliarsi contro le criptovalute, un esempio celebre è quello di Bill Gates, rimane tra i pochissimi ad essere totalmente contrario all’idea di transazioni certificate con la blockchain. Secondo Roubini ogni tipo di pagamento online basato sulle criptovalute è per sua natura troppo lento e allo stesso tempo complesso. Ha destato scalpore la sua affermazione che
Le criptovalute permettono al massimo di gestire cinque transazioni al secondo, le carte VISA arrivano a 250.
Se poi una banca dovesse emettere una propria criptovaluta questa andrebbe automaticamente a soppiantare quelle esistenti proprio perché garantita dalla banca e non dalla blockchain.
Che in questo momento le cose non vadano proprio bene per le criptovalute lo si capisce dalla continua discesa dei valori e dal fatto che le piattaforme di gestione continuano a soffrire. Anche in Italia abbiamo avuto proprio in questi giorni il fallimento di Bitgrail, l’exchange italiano che un anno fa arrivò sui giornali per un ammanco di oltre 150 milioni di dollari. Oggi per la principale piattaforma di exchange italiana si è aperta la via del fallimento con una sentenza del Tribunale di Firenze.