Solo 1 azienda italiana su 5 è pronta a gestire le minacce esterne
Il Readiness Report 2024 di Kyndryl condivide, senza sorprese, una profonda preoccupazione delle imprese riguardo alla cybersecurity: il 65% dei decision maker a livello globale si dichiara infatti allarmato dagli attacchi informatici. E nonostante il 90% ritenga la propria infrastruttura IT all’avanguardia, solo il 39% la considera pronta per le sfide che, inevitabilmente, arriveranno. Il …
Il Readiness Report 2024 di Kyndryl condivide, senza sorprese, una profonda preoccupazione delle imprese riguardo alla cybersecurity: il 65% dei decision maker a livello globale si dichiara infatti allarmato dagli attacchi informatici. E nonostante il 90% ritenga la propria infrastruttura IT all’avanguardia, solo il 39% la considera pronta per le sfide che, inevitabilmente, arriveranno.
Il nostro Paese emerge come territorio ancora più vulnerabile, con solo il 20% dei leader che si sente preparato a gestire rischi esterni e il 23% che dichiara di essere pronto ad affrontare minacce cyber.
Lo studio, basato su interviste a 3.200 manager senior e analisi della piattaforma Kyndryl Bridge, evidenzia dunque una diffusa impreparazione di fronte ai rischi esterni, con i cyber attacchi in cima ai timori dei manager. Giappone e Italia si collocano in fondo alla classifica per prontezza sulla sicurezza e percezione del divario di competenze digitali, mentre India, Brasile e Cina mostrano maggiore fiducia.
Tra i rischi più evidenti c’è il fatto che solo il 24% del campione globale si sente pronto a gestire attacchi informatici, mentre pesano anche l’incertezza macroeconomica e il crescente skill gap. L’insicurezza si estende alle infrastrutture fisiche e cloud, con un notevole ritardo nell’implementazione dell’IA. Nonostante il 94% dei dirigenti consideri prioritaria la modernizzazione tecnologica, il 44% delle infrastrutture IT critiche è prossimo all’obsolescenza, aumentando la vulnerabilità complessiva.
La posizione dell’Italia
Come abbiamo già rammentato, l’Italia non si posiziona certo in una posizione gloriosa: è penultima per misure di cybersicurezza e resilienza implementate, con solo il 24% delle aziende che ritiene di disporre di misure efficaci. A livello globale, il 61% dei leader non considera la propria infrastruttura IT pronta per i rischi futuri, con l’Italia al terzultimo posto in questa classifica.
Riguardo all’intelligenza artificiale, il 71% dei leader non si sente preparato a gestire i rischi futuri, nonostante gli investimenti in corso. Solo il 42% sta ottenendo un ritorno positivo sull’investimento, mentre molti temono di non poter affrontare adeguatamente i rischi legati a sicurezza, privacy dei dati e carenza di competenze.
Infine, in Italia si distingue altresì una particolare percezione del panorama normativo sull’IA, con solo il 24% dei leader che lo ritiene in evoluzione troppo lenta, un dato significativamente superiore alla media mondiale. Un aspetto considerato cruciale, poiché i top manager italiani vedono la modernizzazione normativa come uno dei principali motori dell’innovazione nel Paese.