Investire in startup innovative: lo stato dell’arte delle agevolazioni fiscali
La Legge di Bilancio 2025 ha mantenuto le agevolazioni fiscali previste per investitori e finanziatori di startup e PMI innovative. Un segno che il legislatore continua a tenere in considerazione il ruolo che queste forme di imprenditorialità hanno per il futuro del Paese
Accanto alle facilitazioni di ordine societario, giuslavoristico, camerale, di promozione all’estero, di collocamento dei capitali e di sostegno finanziario, il legislatore ha dotato le startup innovative di facilitazioni fiscali.
Il tema è di particolare interesse anche per il fatto che la Legge di bilancio non ha scalfito le agevolazioni fiscali che erano riservate al settore.
Infatti, le limitazioni dall’1.1.2025 alle detrazioni per oneri detraibili previste dal nuovo articolo 16-ter del Testo Unico delle imposte dirette per le persone fisiche con un reddito complessivo superiore a 75 mila euro non hanno riguardato:
- le somme investite nelle startup innovative, detraibili ai sensi degli articoli 29 e 29-bis del Decreto Legge 179/2012;
- le somme investite nelle PMI innovative, detraibili ai sensi dell’articolo 4, comma 9, seconda parte, e comma 9-ter del Decreto Legge 3/2015.
Startup e PMI innovative: le ragioni delle facilitazioni fiscali
Negli ultimi anni, le startup innovative hanno acquisito un ruolo sempre più importante nell’economia italiana e rappresentano una risorsa preziosa per la rigenerazione del tessuto imprenditoriale. Queste giovani imprese, caratterizzate da un forte orientamento verso tecnologia e innovazione, rappresentano una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Oltre a creare nuove soluzioni e posti di lavoro, le startup offrono interessanti opportunità di investimento, rese ancora più allettanti grazie a specifiche agevolazioni fiscali pensate per incoraggiare il sostegno a queste realtà emergenti.
Son questi i motivi per cui questa forma di esercizio dell’attività d’impresa ha ottenuto (e mantiene anche dopo il varo della Legge di Bilancio 2025) i favori dell’Erario.
Agevolazioni fiscali per investitori
Detrazioni fiscali per investimenti in startup.
L’articolo 29 del Decreto Legge n. 179/2012 ha introdotto un regime di favore per coloro che decidono di investire nelle startup innovative. Questa disciplina, resa permanente dal 2017, prevede vantaggi sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche:
- per le persone fisiche: è possibile beneficiare di una detrazione IRPEF del 30% della somma investita nel capitale sociale della startup innovativa, fino a un massimo di 1 milione di euro all’anno.
- per le persone giuridiche: è prevista una deduzione IRES del 30% per investimenti in startup innovative che non superino gli 1,8 milioni di euro annui.
Le agevolazioni spettano fino ad un ammontare complessivo dei conferimenti ammissibili non superiore a 15 milioni di euro per ciascuna start up innovativa. Ai fini del calcolo di tale ammontare massimo, occorre considerare tutti i conferimenti agevolabili ricevuti dalla start up innovativa nei periodi di imposta di vigenza del regime agevolativo.
Per mantenere il diritto alle agevolazioni, l’investimento deve essere mantenuto per almeno tre anni. In caso contrario, si perde il beneficio ottenuto.
Ulteriori limiti riguardano la durata massima dell’agevolazione, che è concessa solo per i primi cinque anni dalla registrazione della startup nella sezione speciale del Registro delle imprese, e qualora:
- l’investimento generi una partecipazione qualificata superiore al 25% del capitale sociale o dei diritti di governance;
- il contribuente è anche fornitore di servizi alla startup, direttamente ovvero anche attraverso una società controllata o collegata, per un fatturato superiore al 25% dell’investimento agevolabile.
Una ulteriore facilitazione fiscale è quella prevista dall’esenzione dei capital gain, di cui in seguito.
Un’opzione alternativa: detrazione IRPEF al 50%
Per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2020 è disponibile un’ulteriore opzione a vantaggio delle persone fisiche: una detrazione IRPEF del 50% della somma investita fino a un massimo di 100.000 euro all’anno in una o più start up innovative. Va da sé che, in questo caso, il vantaggio fiscale massimo è pari a 50.000 euro per ciascun periodo d’imposta.
Questa misura, introdotta per incentivare ulteriormente gli investimenti in startup innovative, è soggetta al regime “de minimis”, che limita l’ammontare complessivo degli aiuti di Stato ricevibili da un’impresa.
Inoltre, dal 2025, la detrazione è aumentata al 65%, ma sarà valida solo per investimenti effettuati nei primi tre anni di vita della start-up.
Va precisato che anche in questo caso esistono limitazioni. Ad esempio, non si può accedere all’agevolazione se l’investimento genera una partecipazione superiore al 25% del capitale sociale o dei diritti di governance. Inoltre, è escluso chi fornisce servizi alla startup per un fatturato superiore al 25% dell’investimento agevolabile.
Adempimenti per l’ottenimento dei benefici fiscali
Per ottenere i benefici fiscali, le startup innovative beneficiarie devono presentare un’istanza online tramite l’apposita piattaforma del Ministero dello Sviluppo Economico prima dell’effettuazione degli investimenti.
A sua volta il Ministero verifica il rispetto del massimale “de minimis” da parte dell’impresa beneficiaria e comunica periodicamente all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie istanti e degli investitori che intendono usufruire della detrazione fiscale.
N.B. Per gli investimenti effettuati dal 2024, nel caso in cui l’importo della detrazione in de minimis superi l’imposta lorda dovuta, è riconosciuto per l’eccedenza un credito d’imposta utilizzabile nella dichiarazione dei redditi in diminuzione delle imposte dovute o in compensazione nel modello F24. Tale credito può essere utilizzato per ridurre le imposte nel periodo di imposta in cui è presentata la dichiarazione dei redditi e nei periodi di imposta successivi.
Incentivi mirati: oltre il capitale, un ecosistema più favorevole
Oltre agli incentivi diretti agli investitori, altre misure potenziano il sistema delle startup e delle PMI innovative. Tra queste, spiccano:
- Esenzione fiscale per capital gain: le plusvalenze realizzate dalle sole persone fisiche derivanti dalla cessione di partecipazioni in startup innovative, sia qualificate che non qualificate, sono esenti dall’imposta per le persone fisiche;
- Remunerazione tramite strumenti finanziari: gli strumenti finanziari assegnati come remunerazione per lavoro o consulenze qualificate sono esenti da imposte e contributi;
- Disapplicazione della disciplina sulle società di comodo: le startup innovative non sono soggette alla normativa secondo la quale una società viene considerata “di comodo” nel caso in cui non realizzi precalcolati ricavi rispetto ai parametri del patrimonio e di conseguenza il reddito imponibile viene quantificato secondo determinate percentuali;
- Prossima adozione di un Testo Unico: il Governo italiano ha appena approvato un disegno di legge che riordini e coordini le norme vigenti in materia di start-up, PMI innovative e incubatori, al fine di superare l’attuale frammentazione della disciplina e garantire un quadro normativo chiaro o quanto più facilmente accessibile.
Innovazione e attrattività: un vantaggio per l’intero Paese
Il valore delle startup e delle PMI innovative non si misura solo in termini economici, ma anche attraverso la loro capacità di innovare e contribuire al progresso tecnologico e sociale. Queste imprese possono rappresentare la piattaforma del Paese quanto a settori strategici come la digitalizzazione, la sostenibilità ambientale e l’intelligenza artificiale.
Aggiunto al loro potenziale impatto sul mercato del lavoro, per via delle opportunità a giovani talenti e degli incentivi alla formazione di competenze altamente specializzate, queste realtà rappresentano un ponte verso il futuro per un Paese come l’Italia, caratterizzato da un’imprenditoria tradizionale spesso orientata alla conservazione.
Conclusioni
Investire e finanziarie startup e PMI innovative non è solo un’opportunità economica ma un atto di fiducia nel futuro del Paese. Queste realtà già hanno dimostrato e rappresentano il cuore pulsante di una nuova economia, capace di combinare tradizione e modernità, e di proiettare l’Italia verso una crescita robusta e sostenibile.