Ripropongo un interessante articolo di Lisa Evans su entrepreneur.com che spiega come negli States l’idea imprenditoriale sia più comune e radicata che da noi, in tutti gli ambienti, anche nei campus universitari.
“Andare a scuola, ottenere una laurea e iniziare a lavorare nel proprio settore. Questo è il normale ciclo di vita per la maggior parte degli studenti. Altri, invece, incontrano nell’ambiente scolastico le migliori opportunità di business e scelgono di seguire sia gli studi che la propria startup.
Mattew Bachman e Ben Gordon, studenti alla Columbia University, si sono incontrati grazie al loro amore per il caffè freddo tra una lezione e l’altra. Hanno così deciso di trasformare la loro passione in business e dopo poco è nato Wandering Bear Coffee.
Louie Cesario è un famoso ed esperto imprenditore in aziende tecnologiche e docente presso l’Arizona State University. Un suo studente, un giorno, tornando dal supermercato si rese contro di aver dimenticato lo shampoo. Cesario ha avuto il colpo di genio di trasformare questo problema in un business, creando Sudz Club, un servizio dedicato ai figli che studiano nei dormitori, lontano da casa e che possono facilmente ricevere i prodotti casalinghi dai parenti, attraverso tutti gli USA.
L’ambiente scolastico favorisce la creatività. I Campus universitari sono pieni di migliaia di studenti che interagiscono, parlano di idee e creando le condizioni ideali per sognare l’apertura di una attività imprenditoriale. Cesario accredita l’ambiente scolastico non solo perchè è particolarmente ispiratore, ma anche perchè è facile lanciare l’attività.
Quando sei a scuola non devi prenderti del tempo e lasciare il lavoro se vuoi approfondire il tuo business. Non devi rinunciare ad anni di stipendi, perchè lo stipendio già non ce l’hai. Sembra stupido ma è vero. Avere un impiego, molto spesso, blinda le idee di business.
Molti startupper, inoltre, dedicano alla propria azienda il 100% del tempo disponibile, arrivando presto all’esaurimento o ad un repentino rallentamento. Il bilanciamento tra studio e business è invece la chiave per eccellere in entrambi i casi.
Per sfruttare al massimo il loro tempo senza andare ad intaccare gli studi, Bachman e Gordon hanno adattato i loro calendari accademici alle esigenze del loro business, sempre più in crescita:
Sceglievamo i corsi universitari a seconda di cosa ci serviva imparare per la nostra azienda: corsi di ingegneria aziendale, vendita, business analyst.
Tutte cose che studiavano lavorandoci sopra.
Inoltre, un ambiente scolastico garantisce un enorme mercato di prova, a portata di mano. Sudz Club, che basa il proprio business proprio sugli studenti, ha sviluppato il proprio business in mezzo ai propri clienti, osservandoli, studiandoli, intervistandoli. Wandering Bear Coffee ha testato il proprio prodotto con i compagni di classe:
I primi a provare il nostro caffè sono stati proprio i nostri compagni di classe. Portavamo litri di caffè a scuola e registravamo tutti i feedback: troppo dolce, troppo amaro, troppo caldo.
Ultima chicca, ma non per importanza riguarda un eventuale team di lavoro. Un campus universitario è un luogo ideale per reclutare la tua prima squadra, a buon mercato. E se invece necessiti di aiuto e di qualche dritta, i docenti sono un enorme fonte di conoscenza. Approfittane.”
Ammetto di non essere aggiornato sulla realtà universitaria italiana, ma credo che sia ben lontana da quella americana qui descritta da Lisa. È vero che la grandezza geografica degli States facilita l’andare all’università a migliaia di chilometri e quindi vivere il campus, cosa presente anche in Italia, ma ovviamente in maniera molto ridotta, tuttavia, quello che sento è una completa diversità di pensiero di vivere l’ambiente universitario. In Italia l’università è una strada da percorrere per poter arrivare alla linea di partenza e poi iniziare la vita, negli states è un esperienza di vita, da vivere, consumare, ricordare, che oltre che a portarti al “via” ti segna la vita.
Sono io nostalgico del sogno americano?