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Gestione separata, l’aliquota non si tocca

Pericolo scampato! Almeno per quest’anno i contributi da versare all’Inps non aumenteranno.

Pericolo scampato, ma quanta paura. Le partite Iva che non sono iscritte ad alcun Albo o Ordine possono stare tranquille. Almeno per quest’anno i contributi da versare all’Inps non aumenteranno.

Almeno per quest’anno i contributi da versare all’Inps non aumenteranno.

Con un colpo di coda nel decreto Milleproroghe è stato infatti stabilito che la percentuale di contribuzione alla gestione separata dell’Inps rimarrà per il 2015 invariata al 27,72%.

L’Inps rimarrà per il 2015 invariata al 27,72%

Viene meno quindi il pericolo che la percentuale aumentasse di tre punti, quindi fino al 30,72%, già dal 2015, ammazzando molte speranze di giovani che sarebbero stati soffocati dal provvedimento.

 

Gestione separata

Il versamento dei contributi alla gestione separata dell’Inps è obbligatorio per tutte le partite Iva che non sono iscritte ad un Albo o ad un Ordine. Così, per esempio, mentre l’architetto e l’ingegnere, oppure il giornalista e lo psicologo, versano i contributi alla loro specifica cassa previdenziale (che in tutti i casi presenta percentuali più basse rispetto all’Inps) e l’artigiano e il commerciante pagano i contributi per una specifica gestione tenuta dall’Inps, tutto l’esercito dei lavoratori autonomi (dai grafici ai fotografi, dai consulenti ai venditori porta a porta) devono versare alla gestione separata.

Si tratta di un obbligo a cui non ci si può sottrarre. Quindi anche se la pensione non la si vedrà mai, oggi bisogna pagare i contributi.

 

Aumento incontrollato

Al momento la percentuale di contribuzione alla gestione separata Inps è del 27,72% (il 27% per i contributi pensionistici e lo 0,72% per le varie indennità). Tale rimarrà per tutto il 2015, poi dal prossimo anno scatteranno gli aumenti. Non ci sarà subito il salto di tre punti che era stato previsto per il 2015, ma la crescita sarà graduale: 28,72% nel 2016 e 29,72% nel 2017.

Non ci sarà subito il salto di tre punti che era stato previsto per il 2015, ma la crescita sarà graduale: 28,72% nel 2016 e 29,72% nel 2017.

Percentuali altissime e intollerabili per chi quotidianamente è costretto a faticare per trovare nuovi clienti e alimentare la propria attività. Il fatto di non essere iscritti in un Albo fa cascare tutti nel mare magnum di una gestione contributiva che incide pesantemente sul reddito dei “senza Ordine”. Così paradossalmente a parità di lavoro e di attività svolta, l’appartenenza o meno ad una categoria protetta può abbattere la spesa contributiva.

Pertanto, che quest’anno l’aliquota non aumenti va bene, ma la speranza è che si metta seriamente mano a una riforma della gestione separata. Altrimenti c’è il rischio che il popolo già tartassato delle partite Iva debba pagare oggi la pensione a coloro che hanno goduto di una vita di privilegi, senza poter ottenere lo stesso trattamento in futuro.

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