GenAI tra sanità e life science: le startup si preparano alla rivoluzione
Secondo lo studio condotto da da SAS e Coleman Parkes Research, il 46% delle aziende sanitarie utilizza già la GenAI – un dato leggermente inferiore alla media intersettoriale del 54%, ma che cresce significativamente se si guarda alle intenzioni future: il 95% delle realtà intervistate prevede di adottare questa tecnologia entro i prossimi due anni.

L’intelligenza artificiale generativa (GenAI) si sta affermando come uno dei principali motori dell’innovazione globale. In particolare, nei settori healthcare e life science, il suo impatto si preannuncia trasformativo. È quanto emerge da uno studio condotto da SAS, leader internazionale nel settore dei dati e dell’AI, in collaborazione con Coleman Parkes Research. L’indagine ha coinvolto 477 decision maker globali attivi nelle strategie legate alla GenAI, offrendo un’analisi concreta sull’adozione, le sfide e le opportunità in questi comparti ad alta regolamentazione.
Il potenziale della GenAI in ambito sanitario
Nel settore healthcare, l’adozione della GenAI non è solo una questione di avanguardia tecnologica: è una risposta alle crescenti esigenze di efficienza, personalizzazione delle cure e gestione di grandi volumi di dati. Secondo lo studio, il 46% delle aziende sanitarie utilizza già la GenAI – un dato leggermente inferiore alla media intersettoriale del 54%, ma che cresce significativamente se si guarda alle intenzioni future: il 95% delle realtà intervistate prevede di adottare questa tecnologia entro i prossimi due anni.
Il 46% delle aziende sanitarie utilizza già la GenAI – un dato leggermente inferiore alla media intersettoriale del 54%, ma che cresce significativamente se si guarda alle intenzioni future: il 95% delle realtà intervistate prevede di adottare questa tecnologia entro i prossimi due anni.
Questa rapida accelerazione è guidata da obiettivi chiari. L’89% delle organizzazioni che già usano la GenAI riferisce miglioramenti significativi nell’elaborazione di grandi insiemi di dati, mentre l’88% evidenzia vantaggi in termini di gestione del rischio e conformità normativa. Non sorprende, quindi, che l’87% delle aziende sanitarie intenda investire in GenAI nel prossimo anno fiscale, con il 92% che ha già stanziato un budget dedicato.
L’interesse per la GenAI si inserisce in un contesto di evoluzione strutturale del settore sanitario, che oggi deve confrontarsi con sfide complesse: dalla frammentazione dei dati clinici ai vincoli normativi, fino al bisogno crescente di strumenti predittivi per diagnosi e trattamento. In questo scenario, la GenAI si propone come un alleato strategico per supportare medici, ricercatori e policy maker nel prendere decisioni più rapide e informate.
Life science e pharma: una trasformazione in corso
Il settore life science e farmaceutico è storicamente più aperto all’adozione di tecnologie innovative. Lo conferma il dato secondo cui il 58% delle aziende in questo ambito utilizza già la GenAI – una percentuale superiore rispetto alla media globale. Ma è il dato sulle intenzioni future a impressionare: il 97% delle aziende intervistate ha già in programma l’introduzione o l’espansione dell’uso di GenAI.
L’86% delle aziende segnala miglioramenti nell’elaborazione dei dati, mentre il 79% ha registrato risparmi significativi in termini di tempo e costi.
Qui il focus si sposta su efficienza operativa e accelerazione dei processi di ricerca. L’86% delle aziende segnala miglioramenti nell’elaborazione dei dati, mentre il 79% ha registrato risparmi significativi in termini di tempo e costi. In un contesto dove i trial clinici possono durare anni e comportare costi enormi, ogni leva tecnologica in grado di abbreviare i cicli di sviluppo è un vantaggio competitivo.
Alyssa Farrell, Global Health and Life Sciences Industry Marketing Director di SAS, sottolinea come “le capacità della tecnologia in ambito predittivo e di modellazione offrano un enorme potenziale per accelerare iniziative lungo l’intera catena del valore: dalla ricerca e sviluppo fino alla commercializzazione”.
Le barriere da superare: governance, privacy e sicurezza
Nonostante l’entusiasmo, l’integrazione della GenAI non è priva di ostacoli. I principali riguardano la sicurezza dei dati e la governance. Oltre il 77% dei leader sanitari e il 79% di quelli nel life science esprimono preoccupazioni sulla privacy e la protezione delle informazioni, in particolare quelle sensibili dei pazienti.
Solo il 14% delle aziende pharma e il 9% di quelle sanitarie dichiara di avere un quadro di governance AI consolidato e completo.
Solo il 14% delle aziende pharma e il 9% di quelle sanitarie dichiara di avere un quadro di governance AI consolidato e completo. Un dato che rivela quanto sia ancora acerba l’infrastruttura normativa interna necessaria per sostenere l’adozione etica e sicura della GenAI.
Anche la complessità delle regolamentazioni internazionali rappresenta una barriera. Le normative sulla protezione dei dati (come il GDPR in Europa) e le leggi sanitarie locali impongono limiti stringenti sull’utilizzo dei dati reali, rendendo necessarie soluzioni alternative.
L’alternativa dei dati sintetici
Proprio in risposta a queste limitazioni, molte aziende stanno guardando ai dati sintetici come soluzione innovativa. Già oggi, il 56% delle aziende life science e il 46% di quelle sanitarie li utilizza o è in fase di valutazione.
I dati sintetici consentono di simulare in modo statisticamente coerente set di dati reali, riducendo il rischio di violazioni della privacy. Vengono impiegati per addestrare modelli di AI, simulare flussi operativi e migliorare la qualità dei dataset disponibili. Si tratta di una strategia che può aprire nuovi orizzonti per l’adozione della GenAI in settori finora bloccati da vincoli etici e normativi.
Farrell conclude: “I dati sono la linfa vitale dell’ecosistema sanitario digitale. L’integrazione di dati sintetici e tecnologie come i digital twin rappresenta un altro metodo per ottenere più valore dai dati, a vantaggio dei pazienti e della salute della popolazione”.
Il ruolo delle startup in questo scenario
In un panorama in rapida trasformazione, le startup hanno un ruolo cruciale. Soprattutto nel contesto europeo, dove l’accesso ai capitali è ancora inferiore rispetto agli Stati Uniti, le giovani imprese rappresentano una forza propulsiva per l’adozione della GenAI, grazie alla loro flessibilità, al focus sull’innovazione e alla capacità di operare in nicchie di mercato non ancora presidiate dai big player.
Secondo il Global Startup Ecosystem Index 2024 di StartupBlink, l’AI è oggi una delle principali aree di crescita per le startup tecnologiche. L’Italia, pur non essendo ancora nella top 10 mondiale, mostra segnali incoraggianti, con un ecosistema in fermento, soprattutto nelle grandi città come Milano, Torino e Roma.
In questo contesto, startup che operano all’intersezione tra AI, sanità e biotech stanno emergendo come protagoniste. Dai sistemi di supporto decisionale basati su NLP per i medici, alle piattaforme predittive per la diagnosi precoce, fino alle soluzioni per l’analisi automatizzata dei trial clinici, la varietà è ampia.
Opportunità per l’open innovation e gli investimenti
L’integrazione tra startup e grandi aziende sanitarie è un modello vincente. Il Rapporto Open Innovation 2024 di InnovUp e Assolombarda evidenzia come il Corporate Venture Capital (CVC) stia diventando uno strumento sempre più utilizzato per investire in soluzioni GenAI ad alto potenziale. Anche nel settore biotech, i dati CB Insights mostrano che il 37% dei finanziamenti CVC nel 2024 è stato destinato a startup AI, con un focus crescente su quelle attive nella salute e nei servizi medici avanzati.
Se è vero che la GenAI sta aprendo una nuova era per sanità e life science, è altrettanto vero che serviranno investimenti mirati, una governance solida e un approccio etico all’uso dei dati. Le startup, con la loro agilità, possono giocare un ruolo strategico in questa trasformazione, ma devono poter contare su un ecosistema che favorisca la crescita e l’adozione tecnologica.
In definitiva, l’opportunità è concreta: sfruttare la GenAI non solo per migliorare i processi aziendali, ma per ridisegnare radicalmente la cura della salute e l’innovazione scientifica. Una sfida che vale la pena affrontare, un’idea che merita di essere scalata.