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Flat tax incrementale, come funziona e quanto si risparmia

La Flat tax incrementale è una delle novità della legge di Bilancio 2023 e, anche se sono ancora diversi i punti da chiarire, non è certo troppo presto per comprendere chi può beneficiare di questa opportunità fiscale e quanto si possa risparmiare.

La flat tax incrementale è una delle novità della manovra di Bilancio 2023: cerchiamo di comprendere come funziona, avvalendoci di qualche esempio, e scoprire cosa accadrà ai lavoratori autonomi titolari di partita IVA dal 2023.

Flat tax: cos’è e come funziona

Iniziamo subito con il rammentare che la nuova Flat tax incrementale è un’aliquota del 15% sugli incrementi di reddito rispetto al massimo reddito generato nel triennio precedente, al netto di una somma cuscinetto pari al 5% del reddito di partenza.

Proprio per questo motivo, considerato che su tale cuscinetto si continua a pagare la tassazione ordinaria Irpef, ne deriva che chi parte da una base più bassa ha un maggiore risparmio fiscale, mentre chi ha redditi di partenza molto alti e incrementi modesti potrebbe addirittura non avere alcun beneficio concreto.

Chi parte da una base reddituale più bassa ha un maggiore risparmio fiscale

La nuova tassa “piatta” si potrà infatti applicare su un incremento reddituale massimo di 40.000 euro, con conseguente risparmio massimo di 10.811 euro (circa 900 euro al mese). Per arrivare a questo beneficio cap, però, è necessario che il titolare della partita IVA parta da una base non troppo alta di reddito ed effettui il massimo salto possibile.

Per comprendere quanto si possa risparmiare e quanto convenga, tuttavia, bisogna anche tenere in considerazione l’incidenza delle aliquote Irpef: è evidente che colui che ha già i propri redditi tassati al 43% potrà avere maggiori risparmi rispetto a quei lavoratori che invece vedono i propri redditi tassati con aliquote inferiori.

La Flat tax spingerà i contribuenti a fatturare di più?

Come noto, l’obiettivo principale della Flat tax è quella di generare un meccanismo virtuoso che possa stimolare i vantaggi per chi crea ricchezza, una spinta a fatturare che dovrebbe anche far emergere un po’ di redditi maturati in nero.

Ad ogni modo, per prevenire ogni forma di abuso, l’incremento nel 2023 è calcolato sul reddito più alto dichiarato nel triennio 2020-22. Considerato però che il 2020 è l’anno della pandemia, è lecito immaginare che il confronto tra il maggiore reddito del 2023 possa essere effettuato con il 2021 o con il 2022.

Qui sorge, peraltro, il primo problema. Considerato che il termine dichiarativo per il 2021 si è appena concluso, e che per il 2022 non è nemmeno iniziato, c’è il rischio che alcuni contribuenti possano scegliere di rinviare le fatture artificiosamente proprio alla fine del prossimo anno, potendo così fare un calcolo di maggiore convenienza.

Chi può beneficiare della Flat tax incrementale

Ma quanti sono i contribuenti che possono beneficiare della Flat tax incrementale? In realtà non tantissimi, almeno in via teorica.

Ricordiamo infatti che la nuova imposta sostitutiva al momento è prevista solo per il 2023 e solamente per le “persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni”. Contrariamente a quanto era stato ipotizzato originariamente, dunque, la Flat tax incrementale non è disponibile per i dipendenti. Ancora, evidentemente, la Flat tax incrementale non vale per quei contribuenti che applicano l’altra Flat tax delle partite Iva, il regime forfettario.

Dunque, gli interessati sono essenzialmente gli autonomi e i professionisti con più di 85.000 euro di ricavi o compensi (nuova soglia di accesso al forfettario), oltre a quei contribuenti sotto soglia che non applicano il forfettario perché hanno qualche causa di esclusione o per scarsa convenienza.

Insomma, si tratta di circa 975.000 persone fisiche con un volume d’affari a fini IVA inferiore a 65.000 euro ma fuori dal forfettario, così come 540.000 contribuenti con un volume d’affari oltre gli 85.000 euro.

Esempi Flat tax incrementale

Per stimare la convenienza per diversi casi studio, condividiamo di seguito alcune simulazioni effettuate da Lorenzo Pegorin e Gian Paolo Ranocchi sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 5 dicembre 2022:

Fonte: Il Sole 24 Ore, 5 dicembre 2022
Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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