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Facebook lavora a una propria criptovaluta (forse): cosa dobbiamo attenderci?

Il mercato delle criptovalute continua ad attirare interesse da parte di banche, investitori, aziende, legislatori e vari stakeholders. D’altronde, c’è poco di cui stupirsi: si tratta di un comparto relativamente nuovo, potenzialmente rivoluzionario (per lo meno, per quanto concerne l’ambito blockchain), tendenzialmente speculativo (soprattutto sul fronte dell’asset class) e, dunque, un vero e proprio panorama …

Il mercato delle criptovalute continua ad attirare interesse da parte di banche, investitori, aziende, legislatori e vari stakeholders. D’altronde, c’è poco di cui stupirsi: si tratta di un comparto relativamente nuovo, potenzialmente rivoluzionario (per lo meno, per quanto concerne l’ambito blockchain), tendenzialmente speculativo (soprattutto sul fronte dell’asset class) e, dunque, un vero e proprio panorama ancora da esplorare.

Recente è, in tal senso, anche l’interesse espresso da Facebook. La società di Mark Zuckerberg ha attualmente altre priorità (sia sufficiente rammentare il modo con cui il social network sta cercando di correre ai ripari dopo lo scandalo Cambridge Analytica), ma quanto emerso negli ultimi giorni è la conferma che anche il gruppo Facebook sta lavorando per sfruttare l’applicazione della tecnologia criptovalutaria. Ma come?

Un nuovo token virtuale da casa Zuckerberg

Per comprendere cosa abbia in mente Facebook giova compiere un piccolo passo indietro di circa due mesi. Era infatti l’11 marzo quando il social network rivelò che aveva dato il via alle fasi iniziali dello sviluppo di una nuova criptovaluta, un token virtuale che consentirebbe ai suoi tanti utenti, in tutto il mondo, di effettuare pagamenti elettronici in maniera più rapida, affidabile e economicamente conveniente.

Naturalmente, si trattava (e presumibilmente si tratta) di un progetto agli albori. All’epoca non furono dati particolari dettagli, e pareva che solamente una ristretta parte del team di sviluppo aziendale fosse realmente dedito allo studio della blockchain, il libro mastro digitale e decentralizzato che sta alla base di tutte le principali criptovalute, come Bitcoin e, soprattutto, Ethereum.

Proprio gli ether rappresentano la punta di diamante di una blockchain mai così efficace, non a caso preda privilegiata di istituzioni finanziarie e altre organizzazioni private e pubbliche che stanno cercando di sfruttare le sue potenzialità. Per chi invece fosse a digiuno del tema, può essere utile ricordare come la blockchain sia un sistema di registrazione su libro mastro che non solamente sta alla base della circolazione di criptovaluta, ma può avere svariati utilizzi che sono del  tutto estranei alla generazione e alla circolazione della criptovaluta.

La blockchain può infatti essere sfruttata per dare una più certa e univoca riconducibilità delle operazioni compiute su di essa, e può favorire la nascita, lo sviluppo e l’attivazione di contratti “intelligenti”, particolarmente versatili e flessibili. Gli ambiti di applicazione sono praticamente infiniti: alcune banche stanno sperimentando la blockchain per l’erogazione di finanziamenti in tempi più rapidi, altre organizzazioni la stanno usando per poter testare in che modo si possa migliorare la gestione della logistica, degli approvvigionamenti, delle spedizioni.

E Facebook che cosa vuole fare?

 

In che modo Facebook vuole sfruttare la blockchain?

Per poterne sapere di più dobbiamo compiere un altro piccolo salto nel tempo, questa volta in avanti. Pochi giorni fa, infatti, David Marcus, responsabile di Facebook Messenger, ha annunciato che avrebbe assunto la responsabilità di condurre un nuovo gruppo di lavoro intento ad esplorare come sfruttare la tecnologia blockchain attraverso la propria piattaforma.

La blockchain, che funge da base tecnica per tutte le criptovalute – come bitcoin – è di gran moda. La decisione di Facebook di perseguire la tecnologia blockchain sicuramente aggiungerà un po ‘di validità all’industria della crittografia, che è stata fin qui molto caotica. Questo non significa che Facebook costruirà la propria criptovaluta, ma ci sono molti modi in cui la tecnologia blockchain potrebbe essere utilizzata, e che non hanno nulla a che fare con le criptovalute, inclusa la memorizzazione dei dati crittografati – ha affermato Marcus.

 

Insomma, Facebook sta lavorando alla blockchain, e anche se non è detto che prima o poi verrà alla luce una criptovaluta che costituirà il perno di un nuovo sistema di pagamenti elettronici, sembra essere probabile che possano presentarsi nuovi sviluppi in tale ambito. D’altronde, la scelta di Zuckerberg di affidare a Marcus tale responsabilità non è certo casuale. Marcus non è infatti affatto un principiante quando si tratta di criptovalute e blockchain, considerato che prima di lavorare per la società, era il presidente di PayPal, ed è stato un investitore precoce in Bitcoin. È anche nel board di Coinbase, che gestisce uno degli exchange di criptovaluta più popolari. In altri termini, unendo i puntini di questo intricato puzzle, sembra essere chiaro che Marcus è l’uomo giusto, al momento giusto, nel posto giusto.

Come molte altre aziende, Facebook sta esplorando i modi per poter sfruttare il potere della tecnologia blockchain – ha poi dichiarato un portavoce di  Facebook nelle ore successive – “Questo nuovo team esplorerà molte diverse applicazioni. Non abbiamo altro da aggiungere”.

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