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L’Euro digitale quando? Se va bene nel 2025 (e spunta anche Amazon)

La Banca centrale europea (BCE) ha scelto Amazon, Nexi, EPI, CaixaBank e Worldline per la sperimentazione del futuro euro digitale. Si parla insomma di un’alternativa al contante da impiegare esclusivamente per favorire e semplificare i pagamenti personali all’interno dell’Unione Europea. Tecnicamente e diffusamente si chiamano CBDC (Central Bank Digital Currency), valuta digitale della banca centrale. …

La Banca centrale europea (BCE) ha scelto Amazon, Nexi, EPI, CaixaBank e Worldline per la sperimentazione del futuro euro digitale. Si parla insomma di un’alternativa al contante da impiegare esclusivamente per favorire e semplificare i pagamenti personali all’interno dell’Unione Europea. Tecnicamente e diffusamente si chiamano CBDC (Central Bank Digital Currency), valuta digitale della banca centrale.

Venerdì scorso la BCE ha ufficializzato le collaborazioni ma comunque una decisione definitiva sul progetto euro digitale non è stata ancora presa: l’annuncio è previsto per settembre 2023. L’impegno è importante e l’indagine al riguardo prosegue ormai da due anni. In realtà il tema è oggetto di riflessione in circa 100 paesi e l’Europa si pone a metà strada tra gli Stati Uniti, dove stanno ancora dibattendo sull’utilità, e la Cina che è già nella fase sperimentale.

Lo scopo di questo esercizio di prototipazione è testare quanto bene la tecnologia alla base di un euro digitale si integri con i prototipi sviluppati dalle aziende.

Lo scopo di questo esercizio di prototipazione è testare quanto bene la tecnologia alla base di un euro digitale si integri con i prototipi sviluppati dalle aziende. Le transazioni simulate saranno avviate utilizzando i prototipi di front-end sviluppati dalle cinque società ed elaborati attraverso l’interfaccia dell’Eurosistema e l’infrastruttura di back-end. Non ci sono piani per riutilizzare i prototipi nelle fasi successive del progetto euro digitale“, ha puntualizzato la BCE la scorsa settimana.

La selezione di ogni singolo partner si deve all’intenzione di testare specifici ambiti. Sono state scelte infatti da un gruppo di 54 fornitori di front-end che si sono candidati a partire dall’aprile scorso, a seguito dell’invito della BCE stessa. Entrando nel merito con Amazon si sperimenteranno i pagamenti e-commerce. “Il futuro sarà costruito su nuove tecnologie che consentiranno pagamenti moderni, veloci ed economici”, ha confermato Max Bardon, vicepresidente di Amazon Payments, a CoinDesk.

Con la multinazionale spagnola CaixaBank si lavorerà a una app mobile per il trasferimento di denaro fra utenti o via conto corrente, quindi i classici pagamenti online peer-to-peer. L’European Payments Initiative (EPI), di cui fanno parte 31 banche e istituti di credito, e NEXI simuleranno i pagamenti al dettaglio nei punti vendita, considerando rispettivamente le procedure dedicate al pagatore e al beneficiario. Worldline invece sperimenterà i pagamenti offline (peer-to-peer) fra utenti.

Nei prossimi mesi verranno quindi testate tutte le potenziali opzioni di design e per il primo trimestre 2023 sarà tempo di responsi. Fermo restando il fatto che non potranno essere traditi i capisaldi del futuro euro digitale: green, privato e con un perimetro di impiego limitato.

Euro digitale se va bene nel 2025

La Commissione Europea nel 2023 dovrebbe proporre un disegno di legge sull’euro digitale, sempre che la sperimentazione della BCE si concluda positivamente e che la politica sostenga l’idea. Il concetto si deve alla popolarità delle criptovalute ancorate alle valute tradizionali; ovviamente in questo caso si tratterebbe di un uno strumento al 100% BCE espressamente sviluppato per i pagamenti digitali.

La Commissione ha iniziato a tastare il terreno nell’ottobre 2020 con la pubblicazione di una relazione sull’euro digitale (molto generica) e la conseguente consultazione pubblica, terminata poi a gennaio 2021. Dopodiché c’è stato spazio per un’altra (terminata a giugno) più tecnica relativa alle potenzialità di impiego.

Sebbene il dibattito prosegua fra gli addetti ai lavori, Heike Mai, analista di Deutsche Bank Research, sostiene che ci vorrà molto tempo. “Vogliono solo prepararsi ad avere un concept pronto e poi decidere se darne seguito o meno. Se tra due anni dovessero decidere di emettere un euro digitale, ci vorranno probabilmente altri due o tre anni per passare attraverso una fase di sperimentazione di implementazione”, ha confidato l’analista a CoinDesk.

In sintesi nella migliore delle ipotesi verrà alla luce nel 2025. Ma sarà complicato rispondere alle richieste dell’utenza finale che nelle consultazioni pubbliche ha domandato soprattutto privacy, sicurezza e libertà di pagamento nei 27 paesi UE. Per altro non è neanche ancora chiaro se il sistema sarà basato su blockchain o tecnologie più convenzionali. In realtà secondo Philipp Sandner, economista e preside del Frankfurt School Blockchain Center, il sistema blockchain sarebbe utile solo per un impiego business o nel mercato dei capitali. Mentre il tema privacy, a suo parere, è solo politico poiché si potrebbe tranquillamente anonimizzare tutto come con i contanti.

E sul tema concorrenza: “In BCE non sono contrari, al contrario. Vogliono concorrenza nel mercato dei pagamenti. E hanno fatto molto negli ultimi anni per arrivarci. Ma vogliono anche almeno un sistema di pagamento al dettaglio che funzioni in tutta Europa, in tutti i paesi europei e sia sotto il controllo europeo”, ha concluso Mai.

Giornalista tech e digital da oltre 20 anni per quasi tutte le principali testate del settore. Oggi collaboro con Italian Tech e Green & Blue di Repubblica.it, Wired e HdBlog. Ho fondato la mia prima startup nel 2001 quando ancora non si chiamavano così. Core business? Contenuti editoriali per il Web... ça va sans dire

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