Equity crowdfunding? Lerro: Non esiste più. Parliamo di crowdinvesting
Cos'è il crowdinvesting? Intanto, non ci sono più solo quote di SRL e strumenti di debito, non ci sono più solo i minibond; ci sono le obbligazioni, ci sono gli SFP, ci sono i valori immobiliari Mifid, le note di cartolarizzazione, ecc...
Fra i tanti interventi che ho avuto modo di ascoltare all’evento di presentazione del report 2023 sul Crowdinvesting, quello dell’avvocato Alessandro Lerro è stato senza dubbio fra i più interessanti, probabilmente perché scaturito da un’affermazione forte, ovvero: Basta parlare di equity crowdfunding!
Ho deciso così di fare una chiacchierata con l’avvocato Lerro per approfondire l’argomento.
L’equity crowdfunding, non esiste più. Affermazione forte…
È vero: l’equity crowdfunding non esiste più. Dobbiamo prenderne atto. L’equity crowdfunding è un residuo del passato. Oggi il regolamento sul crowdfunding parla di prestiti online, parla di tutti i valori mobiliari che sono previsti nella disciplina Mifid e parla di altri strumenti ammessi ai fini di crowdfunding che sono le quote di Srl in Italia e le quote delle GmbH tedesche che sono simili alle srl che non rientrano tra i valori immobiliari Mifid. Quindi l’equity crowdfunding non esiste più perché parliamo di qualcosa di molto più ampio, molto più vasto.
L’equity crowdfunding non esiste più perché parliamo di qualcosa di molto più ampio, molto più vasto
Cosa include quindi la definizione più ampia di crowdinvesting?
Intanto, non ci sono più solo quote di SRL e gli strumenti di debito, non ci sono più solo i minibond; ci sono le obbligazioni, ci sono gli SFP, ci sono i valori immobiliari Mifid, le note di cartolarizzazione, ecc… Il Regolamento Europeo 1508 prevede l’autorizzazione per lo svolgimento di servizi di crowdfunding, non per lo svolgimento di prestiti peer-to-peer o per lo svolgimento di raccolte online di capitale sociale.
Il Regolamento Europeo 1508 prevede l’autorizzazione per lo svolgimento di servizi di crowdfunding, non per lo svolgimento di prestiti peer-to-peer o per lo svolgimento di raccolte online di capitale sociale.
Quindi si tratta di una autorizzazione unitaria e non ha senso e non è nemmeno legittima una segmentazione di questa autorizzazione. Come se io ti dicessi che ti do la patente ma solo per guidare le BMW. Io ti do la patente poi decidi tu che macchina guidare. Ovviamente, devi essere in grado di guidare la BMW, devi essere in grado di guidare una qualsiasi cilindrata. Quindi come piattaforma devi essere in grado di valutare le offerte di valori mobiliari che pubblichi.
Come vede i numeri dell’ultimo anno?
Quest’anno non c’è stata la tradizionale crescita a doppia cifra che abbiamo visto per tanti anni e che tra l’altro prima o poi avrebbe dovuto anche arrestarsi.
Questa evoluzione, così come l’internazionalizzazione del mercato, perché il crowdfunding ha senso su una grande scala, sono la miglior risposta al down transitorio che si è registrato quest’anno.
Quali sono le ragioni di questo down transitorio?
Le ragioni sono chiaramente la crisi internazionale dei titoli tecnologici che probabilmente hanno portato anche un rallentamento alla propensione di investimento in queste asset class. Ricordiamo che il crowdfunding molto spesso è legato ai titoli tecnologici, salvo una parte importante relativa al settore immobiliare. C’è stata poi minor disponibilità di denaro perché per investire in crowdfunding un investitore solitamente disinveste da un’altra parte, ma se le mie azioni di un colosso tech stanno a -35% da due anni è ovvio che non vado a vendere quelle per investire in una startup. Aspetto che le mie azioni risalgano.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni?
Parliamoci chiaro: ci troviamo in una situazione congiunturale che in questo momento non è favorevole. Eppure, chi come noi presidia questo mercato da tempo, sta notando un’altissima attenzione da parte del mercato della consulenza finanziaria sulle nuove opportunità di intermediazione finanziaria nel capital market. Questa è la nuova asset class.
È molto difficile capire cosa c’è dietro un ETF o dietro una Sicav, mentre è molto facile capire un progetto immobiliare, un progetto energy, un prestito peer to peer
Gli investitori vogliono investire in non quotato, vogliono anche investire nell’illiquido, più rischioso ma più redditizio, cercano delle asset class alternative magari più profittevoli dei titoli tradizionali e meno sintetiche. È molto difficile capire cosa c’è dietro un ETF o dietro una Sicav, mentre è molto facile capire un progetto immobiliare, un progetto energy, un prestito peer to peer nei confronti di un’azienda che speiga dove intende mettere quelle risorse.
Questi sono i fattori che porteranno sicuramente a una ricrescita del mercato ovviamente a condizione che ci siano degli operatori in grado di intermediare questo tipo di asset class.