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Domotica residenziale e automotive: i progetti della startup Humanoid

La domotica (Home Automation) si occupa dello studio delle tecnologie che possono migliorare la qualità della vita di una casa. In sostanza, sistemi elettronici e informatici messi in rete tra loro che permettono il controllo a distanza della casa tramite le cosiddette “interfacce utente”, cioè telecomandi, touch screen, tastiere di dispositivi (fissi o mobili), metodi …

La domotica (Home Automation) si occupa dello studio delle tecnologie che possono migliorare la qualità della vita di una casa.

In sostanza, sistemi elettronici e informatici messi in rete tra loro che permettono il controllo a distanza della casa tramite le cosiddette “interfacce utente”, cioè telecomandi, touch screen, tastiere di dispositivi (fissi o mobili), metodi di riconoscimento vocale o biometrico.

Queste interfacce costituiscono il terminale di tutto il sistema domotico e dialogano, un gradino sopra, con i residential gateway i quali non sono altro che dei router avanzati che connettono la rete domestica con il mondo esterno.

Tramite sms, email o messaggi telefonici pre-registrati, se si è lontani da casa, oppure attraverso una forma più diretta di riconoscimento se si è nei paraggi, si trasmettono i comandi all’unità centrale a cui sono allacciati i vari impianti intelligenti attraverso vari tipi di interconnessione, come, ad esempio, rete locale Lan, onde convogliate, onde radio e bus.

In primo luogo l’impianto elettrico a cui fanno capo i sistemi di illuminazione e sono collegati i singoli elettrodomestici, poi l’impianto termico e quello di climatizzazione di una vera e propria casa smart.

Che cosa può fare un sistema intelligente di questo tipo?

Per quanto attiene alla climatizzazione, esso permette di regolare gli split in base alla reale presenza di persone in una stanza. Circa la rete elettrica e termica, viene consentito il monitoraggio dei consumi in tempo reale e il loro controllo a distanza, anche con geo-localizzazione. Sui carichi elettrici, esso consente di impostare condizioni e orari in cui attivare i vari elettrodomestici. Con i sensori di luminosità l’automazione di tende e tapparelle consente di sfruttare al massimo la luce naturale.

Inoltre, la home automation permette di sapere all’istante lo stato di usura di singole parti di un elettrodomestico e di programmarne la sostituzione (manutenzione predittiva), oltre a rilevare i guasti software e a fare intervenire i tecnici, anche a distanza (assistenza da remoto).

A fine 2015 il mercato dell’Internet delle cose ha raggiunto in Italia i 2 miliardi di euro di fatturato, facendo così registrare un +40% rispetto al 2014 e la domotica in senso stretto ha fatturato 440 milioni di euro.

L’Internet delle cose ha raggiunto in Italia i 2 miliardi di euro di fatturato

Il 79% degli italiani si dice oggi disposto ad acquistare prodotti interconnessi e governabili a distanza, in automatico, destinati a una smart home in quanto la domotica rappresenta oggi un’arma in più in termini di efficienza e comfort ambientale e qualche risultato lo dà anche in tema di efficientamento energetico, in quanto, grazie all’applicazione di diverse soluzioni e all’ottimizzazione della tecnologia di controllo, si ottiene un risparmio energetico medio nell’ordine dall’11% al 31%.

Il 79% degli italiani si dice oggi disposto ad acquistare prodotti interconnessi e governabili a distanza

Tuttavia, la domotica è più utile per un uso corretto dei dispositivi e per un loro controllo da remoto che non per abbattere significativamente i consumi elettrici o termici.

In Italia arriva Humanoid

Ormai l’intelligenza artificiale è diventata molto raffinata e le possibilità di utilizzo non si limitano alla sola abitazione ma possono riguardare anche l’automotive. Lo dimostrano i progetti di una interessante startup friulana (Humanoid Company, di Udine) che è appunto attiva in due ambiti: la domotica (progetto «Robodom») e l’automotive (progetto denominato «Edward»). Quest’ultimo sistema è in grado di gestire e di interagire in completa autonomia con l’ambiente esterno, fornendo dati e informazioni: oltre alle indicazioni stradali, riporta la posizione del veicolo e genera autodiagnosi. Il sistema è studiato per essere applicato a trasporti sia pubblici che privati.

Non basta: «Con un semplice ritocco – aggiunge Simone Cappellaro, fondatore della startup –, il sistema è stato arricchito di un sensore che rileva il tasso alcolemico del conducente e interagisce con l’avviamento del veicolo: se una persona è “alticcia”, l’auto non parte».

Laureato in Economia all’Università di Udine, si occupa di consulenza direzionale alle PMI del Nordest. Appassionato di start-up, è socio fondatore di Custodi di Successo FVG.

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