Digital health tech, 5 tra le migliori startup italiane
Quello della sanità digitale è uno dei mercati più caldi. Gli esperti stimano che varrà1,5 trilioni di dollari nel 2030, con un CAGR del 27,7%. La redazione di Startup-News ha selezionato 5 tra le startup italiane più interessanti del settore, tenendo conto dei trend a più rapida crescita. Stiamo parlando di DoctorApp, BiomimX, PatchAI, PaperBox health e AreaMedical24. Ma andiamo con ordine.
Quando si parla di Digital health tech, il paniere dell’offerta di prodotti e servizi è molto vasto e difficile da circoscrivere. Il settore abbraccia, infatti, un ecosistema che include applicazioni di telemedicina, dispositivi per il controllo remoto dello stato di salute, algoritmi che servono a mettere a punto terapie personalizzate, sistemi per facilitare il rapporto medico/paziente e molto altro ancora.
Da una parte della tecnologia troviamo gli operatori sanitari, i professionisti specializzati, i ricercatori. Dall’altra i pazienti. Ma tra gli stakeholder coinvolti ci sono ovviamente anche le autorità per il controllo e la regolamentazione della tecnologia applicata in sanità, gli startupper e gli sviluppatori.
Questo articolo non vuole (e non può) essere esaustivo ma abbiamo cercato di individuare sul mercato le 5 startup italiane in campo Digital health tech più interessanti. Anche alla luce dei potenziali sviluppi del settore. Di queste startup, una è già arrivata alla exit e un’altra è stata acquisita solo pochi giorni fa. Abbiamo scelto di parlarne proprio per dare un’idea concreta di cosa possa succedere a un progetto di business di successo.
Breve panoramica del mercato europeo
Il mercato europeo della salute in chiave digitale è il secondo più grande al mondo dopo quello USA. In testa c’è il Regno Unito, se guardiamo all’uso della telemedicina e soprattutto delle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale applicate in ambito medico. Seguono Germania e Francia.
Dal 2016 a oggi gli investimenti nella sanità digitale sono aumentati in modo progressivo, ma a dare un vero e proprio boost al settore (come sappiamo bene) è stata soprattutto la pandemia. Quanto successo nel biennio 2020-2021 ha portato a un aumento sostanziale di investimenti da parte dei fondi VC: 4 miliardi di dollari nel 2020 in quasi 300 operazioni di raccolta di capitale. I dati sono quelli dell’Insight Report di Klecha & Co. (investment bank indipendente) che risale a maggio 2022.
Le società europee del settore Digital health tech, nel febbraio 2021, hanno raggiunto un valore pari a 41 miliardi di dollari, un aumento del 412% rispetto agli 8 miliardi del 2015.
Aspettative e buone intenzioni
Nel mondo post-pandemia, i pazienti stanno continuando a ricevere cure e assistenza in modo ibrido, sia di persona sia da remoto. E non solo continueranno a farlo ma sono sempre più numerose le persone che si aspettano un certo tipo di servizi e comodità aggiuntive, come quelle che può garantire la telemedicina.
Un numero sempre maggiore di attività offre accesso e assistenza h24 7 giorni su 7, e anche la sanità dovrà in qualche modo andare in questa direzione.
L’impatto di quanto accaduto a causa dell’epidemia da Covid-19 si fa ancora sentire nonostante siamo ormai nel 2023. La sanità è l’industria che è stata più fortemente colpita o che comunque è stata segnata in modo indelebile.
Oltre alla spinta verso la trasformazione digitale, la Commissione europea punterà al rafforzamento della governance sanitaria digitale e al miglioramento delle terapie che si avvalgono delle nuove tecnologie. Diversi governi e autorità nazionali si stanno già muovendo in questa direzione, regolamentando ufficialmente la sanità digitale e offrendo incentivi per il suo utilizzo (lo hanno fatto Germania e Svezia, ad esempio).
Cosa succede in Italia?
In Italia si parla soprattutto di digitalizzazione delle cartelle cliniche, un obiettivo per cui c’è ancora molto da fare.
Come è noto, inoltre, negli ultimi dieci anni il personale a tempo indeterminato del SSN è fortemente diminuito. Leggendo l’elenco pubblicato dalla Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (Sisac) lo scorso anno, scopriamo che gli ambiti territoriali carenti dal punto di vista dell’assistenza primaria sono almeno 1.200. Di conseguenza circa 1,5 milioni di italiani si ritrovano senza il proprio medico di fiducia.
Un cambiamento è necessario, non solo per migliorare e garantire la qualità del servizio (sia pubblico sia privato) ma anche per facilitare e snellire il lavoro dei medici di base e dei professionisti del settore salute in generale.
Le proposte di valore per promuovere un cambiamento fortunatamente non mancano. Vediamo le 5 che abbiamo selezionato.
DoctorApp semplifica la vita a medici e pazienti
Quello di DoctorApp è un ecosistema digitale che mette al centro il paziente e le sue esigenze, ma che al contempo semplifica la vita dei medici di base e degli specialisti.
Come? Lato utente attraverso un’app gratuita molto semplice da usare, che permette di prenotare le visite in un clic. Consente di comunicare con il medico di famiglia e con il pediatra dei bambini in modo snello, di gestire le visite di controllo proprie e quelle dei genitori anziani, di richiedere ricette e ricevere informazioni utili per la salute.
Ma serve anche a prenotare visite specialistiche, ricevere una notifica per non dimenticare l’appuntamento preso e gestire in autonomia eventuali disdette senza perdere tempo al telefono.
Lato professionisti, DoctorApp è uno strumento di gestione dello studio medico. Pediatri e medici di base possono sfruttarlo per facilitare le prenotazioni, snellire le code e comunicare al meglio con i pazienti. Gli specialisti possono usarlo direttamente e/o affidarlo al personale di segreteria nell’ottica di migliorare l’organizzazione dello studio. Oltre all’app, per il personale medico c’è una dashboard utilizzabile da desktop senza installare nulla.
A un anno dalla campagna di equity crowdfunding (2021) su CrowdFundMe, che si era chiusa con una raccolta di 350mila euro in 30 giorni, a novembre 2022 la startup ha chiuso un nuovo aumento di capitale. Questo grazie all’interessamento del Fondo Zungri Capital, che ha scelto di credere nuovamente nel progetto con un investimento di 400mila euro.
BiomimX crea organi umani sui chip
Il mondo della digital health tech comprende anche innovazioni tecniche molto visionarie, come la nuova generazione di modelli preclinici umani, dinamici e 3D di BiomimX.
Il valore aggiunto della proposta di BiomimX sta soprattutto nella possibilità che dà alle aziende farmaceutiche di avere a portata di mano mini-organi su chip, sui quali testare l’efficacia e la tossicità di nuovi farmaci. Così si evitano test in vivo sugli animali e si aumenta il livello di sicurezza delle formule sul mercato.
Prima che un farmaco venga messo in commercio sono necessari dai 10 ai 15 anni per portare a termine il processo di sperimentazione e i costi spesso superano il miliardo di euro.
La tecnologia di BiomimX, uBeat, crea tante piccolissime copie degli organi umani per consentire di fare molti più test a un costo più contenuto. Nata nel 2017, la startup ha ottenuto nel 2018 la validazione scientifica avviando le procedure di brevetto industriale. Il meccanismo di stimolazione meccanica creato da BiomimX, che si integra all’interno della piattaforma tecnologica dell’azienda permettendo di creare colture cellulari 3D miniaturizzate avanzate, è molto versatile e adatto a qualunque organo.
Attualmente la piattaforma è stata usata per creare un modello di cuore e di articolazione umana e il team della startup sta convalidando modelli per polmoni, fegato e altri organi.
Patchai offre un assistente virtuale empatico
Patchai ha sviluppato una piattaforma intelligente che integra un assistente virtuale in grado di personalizzare il dialogo con il paziente e raccogliere i dati riportati dall’assistito in tempo reale.
In questo modo il sistema responsabilizza i pazienti coinvolti nella ricerca clinica e nei percorsi di cura, consentendo loro una migliore autogestione delle condizioni di salute e migliorando l’aderenza ai protocolli di studio e ai piani di assistenza.
Allo stesso tempo, rende più semplice l’erogazione delle cure per i medici, che hanno a disposizione dati affidabili e in tempo reale.
Immaginiamo ad esempio un gruppo di pazienti oncologici sottoposti a cure in via sperimentale, che seguono una terapia da casa. Anziché seguire una ricetta cartacea, che racchiude le istruzioni per la terapia, e raccontare al medico una volta a settimana come si sentono e quali effetti hanno avuto, con Patchai hanno un assistente digitale che ricorda loro cosa devono fare, in modo personalizzato, e inviano al medico informazioni su benefici ed effetti collaterali nel momento in cui li vivono.
I risultati preliminari della tecnologia sui pazienti hanno dimostrato un’aderenza al protocollo fino al 95%, nove volte superiore rispetto alle soluzioni cartacee. In soli tre anni dal lancio, la startup ha destato l’interesse di aziende leader nel settore farmaceutico come Novartis e Roche.
A gennaio dello scorso anno Patchai ha chiuso un round da 1,7 milioni di euro in due tranche guidate da Uv Cap e Sfem Italia, veicolo di investimento della Stevanato Group, azienda italiana di imballaggi medici. Con i fondi raccolti ha potuto espandere il business a nuove aree terapeutiche e scalare a livello internazionale.
Oggi la startup non esiste più, nel senso che a fine 2021 è arrivata al traguardo dell’exit grazie all’acquisizione da parte dell’americana Alira Health, società di consulenza internazionale impegnata nella trasformazione del mondo healthcare.
PaperBox health fa lo screening innovativo dei DSA
Da una startup che ha già concluso il suo percorso di vita passiamo a una che sta muovendo i primi passi. PaperBox health ha messo a punto un metodo di screening innovativo per l’individuazione dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) ovvero dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, attraverso un videogioco.
Avere a disposizione uno strumento per l’individuazione precoce dei disturbi dell’apprendimento è molto importante per il loro trattamento e il sistema di PaperBox health è adatto anche ai bambini di soli 5 anni, ancora in età prescolare.
La startup è nata all’interno del progetto di venture builder Vento, promosso da SEI School of Entrepreneurship & Innovation lo scorso anno.
DINO, così si chiama il videogioco per individuare i fattori di rischio della dislessia, ha ottenuto ufficialmente il patrocinio di AID, l’Associazione Italiana Dislessia e lo stesso vale per gli innovativi servizi di teleriabilitazione effettuati da specialisti.
Il progetto di Paperbox health è stato selezionato per accedere all’hub di Microsoft for Startups, piattaforma che aiuta le nuove startup a realizzare la propria idea di business. Inoltre, ha preso parte alla prima edizione italiana di VITA Digital health Accelerator, acceleratore verticale dedicato alla digital healthcare, che sta aiutando il team a portare sul mercato DINO.
Tra i partner della startup ci sono realtà importanti come Angelini Ventures, che segue Paperbox sin dai primi passi, supportando la crescita del team e fornendo supporto strategico.
AreaMedical24 opera nella telemedicina B2B e B2C
AreaMedical24 è una startup che offre servizi di telemedicina e medical concierge a compagnie assicurative e aziende ma anche a privati cittadini.
AM24 ha già sviluppato una rete capillare in tutta Italia, è convenzionata con oltre duemila medici e 725 paramedici per le visite, conta su una rete di soccorso di 53 ambulanze, 4 aeroambulanze e circa 1.900 strutture di ricovero e poliambulatori.
La sua centrale operativa lavora h24 sette giorni su sette e coordina servizi di medicina telematica, tra cui consulenze telefoniche, medical second opinion e simili, ma anche servizi più tradizionali, come l’invio del medico generico e del pediatra a domicilio, l’assistenza infermieristica e fisioterapica a domicilio o i trasporti sanitari.
La società è stata acquisita solo pochi giorni fa, a marzo 2023, da Paginemediche, piattaforma di salute digitale e telemedicina avanzata specializzata nell’erogazione di programmi di prevenzione e gestione di patologie e condizioni croniche.
Se hai progetto in ambito digital health tech e stai cercando l’incubatore adatto prova a leggere questo articolo.