Aiuti di Stato e comunità UE, le novità
L'ultimo vertice straordinario UE ha sancito un patto tra Nord e Sud in tema di aiuti di Stato nazionali, fondi europei e PNRR, ma c'è ancora molto da fare per passare dalle parole ai fatti.
Gli aiuti di stato sono oggi uno strumento essenziale per le economie più in crisi, ma al contempo lo sono anche i fondi europei, fondamentali per lo sviluppo economico e per mantenere la competitività con USA e Cina. Giovedì 9 e venerdì 10 febbraio 2023 i capi di Stato e di governo dell’Unione europea si sono riuniti a Bruxelles per un vertice europeo straordinario, incentrato proprio su questi temi. Alcuni Paesi tra cui l’Italia, hanno chiesto di snellire le procedure per usare i fondi comunitari in alcuni settori strategici, come quello della transizione verde. In cambio però il Governo ha dovuto accettare l’allentamento sugli aiuti di Stato, una misura che favorirebbe Francia e Germania.
L’allentamento del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato, infatti, secondo il nostro governo comporta il rischio di una significativa frammentazione del mercato interno UE. Perché? Oltre il 77% degli aiuti di Stato approvati ad oggi è concentrato in 2 Stati membri (Francia e Germania) e questo squilibrio potrebbe aumentare ulteriormente con l’allentamento. Anche perché, purtroppo, non tutti gli Stati membri possono contare sullo stesso margine fiscale per fornire aiuti di Stato.
Il ruolo della diplomazia italiana
Come sottolinea il giornalista e scrittore italiano Beda Romano su IlSole24Ore, la diplomazia italiana ha lavorato in queste ultime settimane per ottenere per i Paesi membri più libertà di manovra sui fondi comunitari.
L’accordo deve ancora essere definito ma un ok di massima c’è già. Usare i fondi comunitari sarà più facile ma al contempo ci sarà, come sottolineato, un allentamento sugli aiuti di Stato.
Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione e il Consiglio a garantire la piena mobilitazione dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti. Si prevede che le procedure diventino più semplici, più rapide e più prevedibili. L’idea è che permettano di fornire velocemente un sostegno mirato, temporaneo e proporzionato, anche attraverso i crediti d’imposta, nei settori strategici per la transizione verde e che subiscono l’impatto negativo dei sussidi esteri.
Un uso più facile e flessibile dei fondi comunitari dovrebbe anche contrastare il divario tra paesi ricchi e poveri all’interno dell’UE.
PNRR, Italia in ritardo
Non è un segreto: l’Italia non sta riuscendo a impiegare con intelligenza i fondi della NextGenerationEU. Ad oggi abbiamo ottenuto circa 67 miliardi di euro in 3 tranche sui 200 messi a disposizione fino al 2026. Complice l’inflazione e il carovita, alcuni dei progetti e degli obiettivi non risultano più attuabili o raggiungibili e sono necessarie delle modifiche. Bruxelles ha pubblicato recentemente le nuove linee-guida da seguire per modificare il PNRR dove serve. ma si tratta di una procedura molto complessa.
Per ottenere la quarta rata dei finanziamenti del PNRR (18,4 miliardi), l’Italia deve raggiungere entro fine marzo 12 obiettivi e altri 15 entro fine giugno. La successiva fase di verifica è prevista invece a fine dicembre. Nel 2023 il numero dei target da raggiungere è 27 nel primo semestre e 69 nel secondo.
Il nuovo documento di 60 pagine che spiega come aggiornare il PNRR illustra possibili ragioni di modifica ai sensi degli articoli 14, 18 e 21 del testo legislativo che regolamenta il NextGenerationEU. Ogni modifica però richiede un negoziato con l’esecutivo UE e la successiva decisione attuativa del Consiglio. L’idea è che non debba essere ridotta l’ambizione complessiva dei progetti, soprattutto per quanto riguarda le misure “verdi e digitali” ma che ci sia un adeguamento legato all’effettivo contesto economico.
Modificare il PNRR è possibile ma complesso, ci vuole un negoziato con l’esecutivo UE e una decisione attuativa del Consiglio
Il commento di Giorgia Meloni
«Siamo molto soddisfatti dei risultati di questo Consiglio europeo, ma penso che valga la pena approfondire vari temi – ha commentato a caldo la premier Giorgia Meloni –. Nella notte i Ventisette Paesi hanno anche discusso della guerra russa in Ucraina, promettendo nuovi aiuti a Kiev, tra cui armamenti pesanti e di migrazione».