9 startup da tenere d’occhio nel 2019
Lo scenario delle startup italiane alla fine del 2018 ricalcava il tessuto imprenditoriale del nostro paese e per il 2019 la ricetta, con ogni probabilità, non cambierà. Parecchie startup scommettono sui punti di forza della tradizione per far partire la loro scalata verso il successo, tenendo in considerazione moltissimi settori.
Lo scenario delle startup italiane alla fine del 2018 ricalcava il tessuto imprenditoriale del nostro paese e per il 2019 la ricetta, con ogni probabilità, non cambierà. Parecchie startup scommettono sui punti di forza della tradizione per far partire la loro scalata verso il successo, tenendo in considerazione moltissimi settori.
Di startup pronte a sfondare ce ne sono per fortuna molte anche in Italia, anche grazie all’impegno delle aziende che gioco forza aumenteranno il budget dedicato all’innovazione: nelle previsioni per il 2019, ha rivelato un report del Politecnico di Milano, il budget in informatica e comunicazioni aumenterà per il 39% delle imprese italiane, con un tasso di crescita pari al 2,6%. I principali ambiti di investimento sono principalmente rivolti alla digitalizzazione, big data analytics e business intelligence (38%).
Andando al dunque le startup che dovremmo tenere in considerazione nel 2019 a parer nostro sono le seguenti:
- Altheia Science: L’azienda sviluppa medicine avanzate e risolutive per le malattie auto-immuni, con un focus su sclerosi multipla e diabete di tipo 1.
- Igenius: società fondata da Uljan Sharka: di finanziamenti ha raccolto poco più di sei milioni ed è certo che li saprà far fruttare. Si occupa di intelligenza artificiale e ha creato un’interfaccia a controllo vocale per semplificare il rapporto tra persone e dati business.
- Wher: mappe e città a misura di donna
- Fratelli desideri: fratelli desideri sostiene di poter realizzare il sogno di chi si cimenta in cucina. Ovvero, diventare un grande chef in pochi passi preparando direttamente la cena per amici e parenti. La società è partita negli ultimi mesi del 2018, investimento iniziale: 600mila euro.
- Ricompro: compri l’elettronica che qualcuno non usa più e – ovviamente – vendi i tuoi oggetti che funzionano bene ma non ti servono. L’obiettivo è dare una focus preciso anche all’ambiente, in quanto così facendo si allungherebbe il ciclo di vita di un prodotto, e si aiuta la community.
- Biorfarm: startup che permette di adottare una pianta e monitorarne la crescita tramite app, e quindi smartphone; ma non solo; consentirà anche di sapere dove, ad esempio, i suoi frutti verranno impiegati /venduti.
- Orange Fiber: Orange Fiber ha brevettato la produzione di tessuti sostenibili dai sottoprodotti agrumicoli. L’idea di base è quindi quella del reciclo, in quanto verrebbero utilizzate le tonnellate di sottoprodotto, che l’industria di agrumi produce annualmente. I tessuti sono di alta qualità, destinati per il comparto moda-lusso.
- My Cooking Box: My Cooking Box ha l’ambizione di rivoluzionare il meal delivery e allo stesso tempo di insegnare ad apprezzare la ricchezza culinaria nostrana anche nel resto del mondo; la startup si propone di creare dei box con all’interno una selezione delle giuste dosi di ingredienti italiani, accompagnati dalle ricette.
- Midori: Midori, molti di voi ricorderanno questo nome di un cocktail, è una startup che si occupa di smart home. Il suo prodotto più importante si chiama Ned, uno smart meter tutto made in Italy, che controlla i consumi degli elettrodomestici di casa. Lo scorso autunno Midori ha conquistato gli investitori sulla piattaforma di crowfund Mamacrowd, raccogliendo oltre 200.000 euro di adesioni.