Lavoro 4.0: l’importanza della creatività
La tredicesima edizione di R2B – Research to Business, che si è tenuta a Bologna, è stata l’occasione per fare il punto sull’innovazione in Italia. Big data, innovazione sociale e competenze per l’industria del futuro sono alcuni dei temi che sono stati trattati. In particolare, la tavola rotonda dal titolo “Humanities for innovation: al cuore …
La tredicesima edizione di R2B – Research to Business, che si è tenuta a Bologna, è stata l’occasione per fare il punto sull’innovazione in Italia. Big data, innovazione sociale e competenze per l’industria del futuro sono alcuni dei temi che sono stati trattati. In particolare, la tavola rotonda dal titolo “Humanities for innovation: al cuore della tecnologia?” ha affrontato l’importante questione su quali saranno le competenze più adatte ad affrontare la sfida dell’industria 4.0, interrogandosi sul ruolo delle competenze tecniche e di quelle umanistiche.
Rapporto tra competenze tecniche e umanistiche
Sul rapporto fra competenze scientifiche e humanities nello scenario lavorativo futuro, è intervenuta Simona Bielli, Head of Programmes di Nesta Italia, con un’esperienza triennale a Londra come Research and Programme Manager del team Digital Startup in Nesta (fondazione di portata globale incentrata sull’innovazione), con queste parole:
“Le sfide che stiamo affrontando e che diventeranno sempre più importanti nei prossimi anni richiedono competenze che vanno oltre quelle ingegneristiche. I temi della sostenibilità ambientale, dell’urbanizzazione, della disuguaglianza, dell’incertezza politica, dei cambiamenti tecnologici, della globalizzazione e dei cambiamenti demografici ci coinvolgono e non possono essere ignorati da aziende, governi e soggetti che creano occupazione. Ecco che la complessità delle dinamiche che plasmeranno il nostro futuro presuppone domande di etica importanti e analisi di problemi che non possono più essere risolti seguendo approcci tradizionali, ma devono essere affrontati con modalità nuove”.
I lavori del futuro
La ricerca “The Future of Skills: Employment in 2030”, svolta da Nesta, in partnership con Pearson e Oxford Martin School, analizza dati UK e US e sottolinea l’importanza delle competenze creative nelle professioni degli anni a venire: professioni quali fotografi, audio-visivi, designer grafici, archivisti e curatori, musicisti, architetti, produttori e direttori artistici, web designer, ballerini e coreografi e così via, vedranno una crescita stimata del 60-70%. Oltre alle competenze creative, i lavori del futuro richiederanno sempre più capacità interpersonali, cognitive (come l’originalità, la fluidità di idee e l’apprendimento attivo) e di sistema. In generale sarà sempre più richiesta la capacità di combinare conoscenze cross-settoriali con competenze specifiche.
La capacità di riconoscere, capire e agire in sistemi complessi saranno sempre più importanti. La cultura generale, come la conoscenza della lingua inglese, dell’italiano, della storia, della filosofia e nozioni di amministrazione e management sono tutte associate a occupazioni che vedranno una crescita nel mercato del lavoro.