Hacker? Lo è un lavoratore italiano su tre (infografica)
Un terzo degli italiani usa device privati per aggirare le protezioni imposte dal datore di lavoro. Lo rivela una ricerca commissionata da Samsung
A rivelarlo è una ricerca condotta da OnePoll, commissionata da Samsung e svolta su 4.500 persone in 7 Paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Belgio e Olanda): un lavoratore italiano su tre può essere considerato hacker. Perchè? Utilizza i propri device informatici per superare le protezioni dell’azienda per cui lavora.
Vita e lavoro sempre più sovrapposti
Dalla ricerca salta subito all’occhio che il divario fra vita personale e lavorativa è ormai diventato sempre più labile. Ormai si passa parte dell’orario di lavoro a sbrigare faccende personali e ci si portano a casa i compiti dell’ufficio. A farlo sono addirittura 9 italiani su 10, il 90% contro una media europea del 77%. Una commistione che, proprio per questo motivo, vede spesso gli strumenti informatici personali come tablet, smartphone e computer portati sempre più spesso sul luogo di lavoro.
Gli strumenti privati in ufficio
Ma quali sono gli strumenti utilizzati più spesso? Secondo la ricerca, quasi la metà degli italiani (49%) utilizza il proprio smartphone personale anche per fini lavorativi, mentre il 32%, al contrario, usa lo smartphone in dotazione dall’ufficio anche per la propria vita privata. In realtà una sovrapposizione così elevata è figlia dei tempi. Per un terzo degli intervistati, portarsi il lavoro a casa serve a “diluirlo” e quindi a diminuire lo stress. Metà degli intervistati ha dichiarato di dedicare al proprio lavoro almeno 45 minuti del proprio tempo libero e lo fa principalmente prima dell’orario ufficiale di inizio. Non facciamo difficoltà a immaginare, per esempio, i lavoratori pendolari che sfruttano un viaggio in treno per organizzarsi la giornata o leggere le mail prima di arrivare in sede.
La questione sicurezza
Quello che risulta più preoccupante per le aziende è, tuttavia, il fattore sicurezza. Infrangere delle policy aziendali può esporre la rete a rischi molto grossi. Anche qui, gli italiani, forti di una buona competenza informatica, sono i primi all’interno del campione europeo. Il 34% dei lavoratori italiani, contro una media europea del 26%, ha dichiarato di utilizzare i propri device per aggirare consapevolmente gli ostacoli imposti sul luogo di lavoro dalla propria azienda. Saremo davvero più bravi degli altri o solo meno rispettosi delle regole?