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I giovani nell’impresa italiana: gli EET e l’evoluzione dell’occupazione

Gli EET rappresentano il futuro dell’economia italiana, un esempio concreto di come i giovani possano riscrivere le regole del mercato, trasformando sfide in opportunità. La loro capacità di innovare, unita a una visione lungimirante, li pone al centro di un cambiamento epocale, in cui competenze e creatività sono i veri protagonisti. Sostenere questa trasformazione è un dovere non solo per il Governo, ma per l’intera società, che deve riconoscere nei giovani non un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare.

Negli ultimi anni, in un panorama occupazionale italiano segnato da cambiamenti profondi, emerge una nuova figura di giovane lavoratore: gli EET (Employed, Educated, and Trained). Questa categoria contrasta il più noto fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment, or Training) e rappresenta una svolta significativa nell’economia nazionale, incarnando un modello di resilienza e innovazione.

Una generazione che inventa il lavoro

Gli EET non sono semplicemente giovani occupati, ma protagonisti di un rinascimento imprenditoriale. I dati del Focus Censis-Confcooperative 2024 rivelano come circa 144.000 giovani imprenditori abbiano intrapreso iniziative in settori ad alta intensità tecnologica e intellettuale, confermando una spiccata propensione all’innovazione.

I dati del Focus Censis-Confcooperative 2024 rivelano come circa 144.000 giovani imprenditori abbiano intrapreso iniziative in settori ad alta intensità tecnologica e intellettuale

Questo fenomeno si inserisce in una più ampia trasformazione dell’occupazione giovanile, che, dopo le difficoltà della pandemia, ha intrapreso una crescita costante dal 2021, superando i 3 milioni di occupati nella fascia 15-29 anni nel 2023​.

Mettersi in proprio

Un nuovo volto per l’imprenditorialità giovanile

La scelta dei settori in cui i giovani decidono di investire riflette la loro capacità di adattarsi alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più digitalizzato. Tra il 2017 e il 2024, le imprese giovanili attive nella pubblicità e nelle ricerche di mercato sono triplicate (+228,7%), seguite da quelle nei servizi di direzione aziendale e consulenza gestionale (+206,4%) e nella produzione di software (+52,4%)​.

Molti giovani scelgono di mettersi in proprio, vedendo nell’imprenditorialità non solo un modo per affrontare le sfide occupazionali, ma anche un’opportunità per realizzare progetti innovativi e personali. Questo slancio verso l’autoimprenditorialità dimostra una crescente consapevolezza del proprio potenziale e una maggiore sicurezza nelle competenze acquisite, sia attraverso l’istruzione che grazie all’esperienza diretta.

Distribuzione geografica e valore economico

Geograficamente, gli EET si distribuiscono in modo interessante: il 35,4% si concentra nel Mezzogiorno, il 28,5% nel Nord-Ovest, il 19,4% nel Nord-Est e il 16,7% al Centro​. Questa presenza nel Sud, spesso associato a tassi di disoccupazione elevati, dimostra una vitalità che sfida gli stereotipi legati all’immobilismo economico del Meridione.

Geograficamente, gli EET si distribuiscono in modo interessante: il 35,4% si concentra nel Mezzogiorno, il 28,5% nel Nord-Ovest, il 19,4% nel Nord-Est e il 16,7% al Centro​.

Dal punto di vista economico, i giovani lavoratori generano un valore complessivo di 52,2 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL nazionale. Questo contributo evidenzia come gli EET rappresentino non solo una risposta individuale alle sfide occupazionali, ma anche una risorsa strategica per il sistema economico italiano​.

Mettersi in proprio

Un mercato del lavoro sempre più qualificato

L’evoluzione del mercato del lavoro riflette una crescente domanda di competenze avanzate. Tra il 2019 e il 2023, la quota di giovani occupati con laurea o post-laurea è cresciuta del 3,1%, raggiungendo il 23,5%, mentre si è ridotta del 2,7% la presenza di lavoratori con sola licenza media​.

Mettersi in proprioQuesta transizione verso un’economia delle competenze pone sfide importanti: da un lato, è necessario allineare il sistema formativo alle nuove esigenze del mercato; dall’altro, occorre affrontare il persistente gender gap. Nel 2023, il divario nei tassi di occupazione tra uomini e donne nella fascia 15-29 anni era ancora di 10,4 punti percentuali​.

Le criticità dei NEET: un potenziale inespresso

Se gli EET incarnano il lato luminoso della gioventù italiana, i NEET rappresentano ancora una questione irrisolta. Sebbene il numero di NEET sia diminuito del 28,3% tra il 2019 e il 2023, essi costituiscono ancora il 16,1% della popolazione giovanile​.

Sebbene il numero di NEET sia diminuito del 28,3% tra il 2019 e il 2023, essi costituiscono ancora il 16,1% della popolazione giovanile​.

Questa situazione ha implicazioni economiche significative: il mancato inserimento dei NEET nel mercato del lavoro costa all’Italia circa 15,7 miliardi di euro all’anno, pari allo 0,75% del PIL. Recuperare anche una parte di questa fascia potrebbe rappresentare un ulteriore motore di crescita per il Paese​.

Mettersi in proprio: sfide e opportunità per i giovani

Il dinamismo degli EET offre una lezione importante: mettersi in proprio è spesso una scelta necessaria per sfuggire a un mercato del lavoro tradizionale che può essere limitante, ma è anche un’opportunità per esprimere al massimo il proprio potenziale creativo. Tuttavia, per sostenere e ampliare questo fenomeno, è fondamentale implementare politiche mirate, che riducano le barriere burocratiche e finanziare l’accesso al credito.

Promuovere un ecosistema imprenditoriale inclusivo e resiliente significa anche affrontare le disuguaglianze di genere e territoriali, valorizzando al massimo il potenziale delle giovani generazioni in tutte le regioni italiane.

Gli EET rappresentano il futuro dell’economia italiana, un esempio concreto di come i giovani possano riscrivere le regole del mercato, trasformando sfide in opportunità. Mettersi in proprio è per molti di loro non solo una risposta ai problemi strutturali del lavoro, ma un percorso verso la realizzazione personale e professionale. Sostenere questa trasformazione è un dovere non solo per il governo, ma per l’intera società, che deve riconoscere nei giovani non un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare.

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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