Il crowdfunding in Italia secondo l’Indagine di Opstart
Dalla ricerca di Opstart emerge come uno degli ostacoli principali all'adozione del crowdfunding in Italia sia la scarsa educazione finanziaria. Un formazione adeguata in questo senso rappresenterebbe un vantaggio enorme per l'intero Paese.
Negli ultimi anni, il panorama degli investimenti ha subito una trasformazione significativa grazie alla crescente adozione del crowdfunding in Italia come metodo di finanziamento per startup e progetti innovativi. Tuttavia, nonostante i progressi in termini di regolamentazione e consapevolezza, nel nostro Paese permangono molti pregiudizi su questo strumento. L’Indagine Crowdfunding 2024 condotta da Opstart in collaborazione con BVA DOXA offre uno sguardo approfondito sugli investitori italiani, sfatando alcuni falsi miti legati al crowdfunding in Italia e delineando un quadro chiaro delle opportunità future.
Un’Italia divisa tra tradizione e innovazione negli investimenti
Secondo la ricerca, oltre la metà degli italiani (54%) investe attivamente, affidandosi principalmente ai consigli della propria banca o del proprio consulente finanziario (39%), mentre una minoranza (15%) esplora opzioni alternative, come le piattaforme online. Questo dato evidenzia un divario significativo tra chi preferisce affidarsi a canali tradizionali e chi adotta un approccio più autonomo, specialmente nel settore del crowdfunding in Italia.
In termini di strategie d’investimento, il 51% degli intervistati adotta un approccio prudente, concentrandosi su prodotti a basso rischio, mentre il 46% diversifica includendo anche prodotti ad alto rischio per massimizzare i rendimenti. Solo un esiguo 3% sceglie di puntare tutto su investimenti ad alto rischio, riflettendo una certa cautela nei confronti delle nuove forme di investimento come il crowdfunding in Italia.
Il crowdfunding in Italia: una realtà ancora poco sfruttata
Nonostante il 44% degli italiani sia a conoscenza del crowdfunding in Italia, solo il 6% lo utilizza effettivamente come strumento di investimento. La ricerca di Opstart evidenzia come questa diffidenza sia alimentata dalla percezione che il crowdfunding in Italia sia un investimento ad alto rischio (18%) o poco affidabile (16%). Questo quadro si scontra con la realtà di un mercato che, se regolamentato correttamente, offre rendimenti potenzialmente elevati e una maggiore diversificazione del portafoglio.
Il CEO di Opstart, Giovanpaolo Arioldi, sottolinea come le piattaforme di crowdfunding in Italia, tra cui la stessa Opstart, siano vigilate da Consob e Banca d’Italia, garantendo un livello di sicurezza e trasparenza elevato. “Nonostante sia spesso percepito come poco regolamentato e quindi rischioso, il crowdfunding in realtà può rappresentare un’opportunità di investimento redditizia, disciplinata da norme a cui si devono attenere tutte le piattaforme europee per poter operare, come il recente Regolamento Europeo 2020/1503” ha dichiarato Arioldi.
Nonostante sia spesso percepito come poco regolamentato e quindi rischioso, il crowdfunding in realtà può rappresentare un’opportunità di investimento redditizia, disciplinata da norme a cui si devono attenere tutte le piattaforme europee per poter operare, come il recente Regolamento Europeo 2020/1503”
Educazione finanziaria: per aumentare la fiducia nel crowdfunding in Italia
Uno degli ostacoli principali all’adozione del crowdfunding in Italia è la scarsa educazione finanziaria. Negli ultimi due anni, la percentuale di persone informate su concetti fondamentali come la diversificazione del rischio (54,6%) e la relazione tra rischio e rendimento (46,6%) è diminuita. Solo il 38,1% degli intervistati conosce il concetto di interesse composto, un fattore cruciale per comprendere i rendimenti a lungo termine.
Un maggiore livello di alfabetizzazione finanziaria potrebbe aiutare gli investitori a comprendere meglio il crowdfunding in Italia e a integrarlo nelle loro strategie di diversificazione. In particolare, più del 90% degli italiani ritiene che sia importante introdurre l’educazione finanziaria nelle scuole e il 79,7% nei luoghi di lavoro.
Negli ultimi due anni è aumentata la familiarità con i concetti di inflazione (il 73,8% dichiara di sapere di cosa si parla) e di tasso di interesse semplice (46,5%). Diminuita, invece, la conoscenza dei concetti di diversificazione del rischio (54,6%), di relazione tra rischio e rendimento (46,6%) e di tasso di interesse composto, con poco più di un decisore finanziario su tre che dichiara di sapere di cosa si parla (38,1%)
“Oggi, molti risparmiatori rischiano di perdere l’opportunità di ottenere rendimenti più elevati non sfruttando strumenti innovativi come il crowdfunding, che può invece rappresentare un valido alleato per diversificare e far crescere il proprio capitale“. Leggiamo nel report.
Più del 90% degli italiani ritiene che sia importante introdurre l’educazione finanziaria nelle scuole e il 79,7% nei luoghi di lavoro.
Chi investe in crowdfunding in Italia: l’identikit dell’investitore italiano
Secondo l’indagine di Opstart, la maggioranza degli investitori in crowdfunding in Italia è composta da uomini (85%), con un alto livello di istruzione (54,9% sono laureati) e residenti prevalentemente al Nord Italia (47%). Le fasce d’età più rappresentate sono quelle tra i 30 e i 50 anni (48%) e over 50 (41%).
Interessante notare che, nonostante il 62,7% degli investitori dichiari di non avere una profonda conoscenza finanziaria, ben il 77,9% si mostra ottimista riguardo al miglioramento della propria situazione economica grazie al crowdfunding in Italia.
I settori di investimento preferiti nel crowdfunding in Italia
Il crowdfunding in Italia consente agli investitori di supportare settori innovativi con un alto potenziale di crescita. Tra i preferiti, spicca il settore della Green Economy con il 51% degli investitori che finanziano progetti sostenibili, seguito dal Real Estate (39%), Fintech (21%) e Big Data (19%).
La distribuzione geografica degli investimenti nel crowdfunding in Italia
Geograficamente, il Nord Italia è in testa per numero di investimenti in crowdfunding in Italia, con la Lombardia che rappresenta da sola il 42% del totale. A livello provinciale, Milano si conferma come il principale hub finanziario con oltre il 15% degli investimenti.
Nel Centro Italia, il Lazio si distingue per la forte presenza di investitori, con Roma che rappresenta il 5% degli investimenti. Al Sud, la Campania guida con il 3%, a testimonianza di un crescente interesse anche nelle regioni meridionali.
Il futuro del crowdfunding in Italia
Il crowdfunding in Italia rappresenta una straordinaria opportunità per democratizzare l’accesso ai capitali e sostenere progetti innovativi. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è essenziale abbattere i falsi miti che ancora circondano questo strumento.
Secondo l’Indagine di Opstart e i dati elaborati dal sondaggio condotto con BVA DOXA, permangono infatti diverse barriere che frenano la diffusione del crowdfunding in Italia, prima tra tutte la diffidenza (33%), seguita dalla mancanza di informazioni trasparenti sugli strumenti disponibili (31%) e un rischio troppo alto di perdita del capitale (25%). In percentuale minore, subentrano motivazioni quali guadagni insufficienti a fronte del rischio (16%), mancanza di liquidità in caso di disinvestimento (15%), mancanza di regolamentazione (15%), costi associati (10%), investimento d’ingresso troppo alto (10%), scarsa diversificazione (9%) e una pessima esperienza pregressa (4%).