Startup e scaleup in Italia, l’impatto occupazionale
La ricerca condotta dal Politecnico di Milano e Italian Tech Alliance, “Startup Scaleup e occupazione in Italia: impatto e trend”, pone l'accento sull'importante impatto occupazionale e innovativo di startup e scaleup in Italia.
L’ecosistema delle startup hi-tech in Italia sta subendo un’evoluzione significativa. La ricerca condotta dal Politecnico di Milano e Italian Tech Alliance, “Startup Scaleup e occupazione in Italia: impatto e trend”, pone l’accento sull’importante impatto occupazionale e innovativo di queste realtà. Il periodo 2020-2022 ha segnato una svolta, con un incremento del 59% nel numero di dipendenti nel settore, una cifra che supera nettamente la crescita in altri ambiti economici e sottolinea la potenziale trasformazione del tessuto economico italiano.
La crescita delle startup italiane
Le 913 startup analizzate mostrano un aumento di oltre 5.700 unità nel numero di dipendenti dal 2020, raggiungendo i 15.300. Tale crescita, che equivale a un tasso di crescita annuale del 262%, evidenzia non solo la vitalità del settore, ma anche il suo ruolo nell’offrire opportunità lavorative innovative, in contrasto con i tassi di crescita più modesti di altri settori dell’economia nazionale.
Il ruolo delle scaleup
Le scaleup, con una crescita del 32% nella popolazione aziendale e rappresentando l’11% del totale delle startup, emergono come pilastri dell’occupazione nel settore delle startup. Contribuendo al 50% dei posti di lavoro generati nel 2022, le scaleup incarnano la trasformazione delle startup da entità nascenti a imprese stabilite e influenti. La loro crescita dimostra l’importanza di politiche mirate non solo alla creazione ma anche alla scalabilità di queste imprese.
Non solo le scaleup possono generare nuovi posti di lavoro, ma possono innescare dinamiche interessanti che possono fungere da effetto volano per l’ecosistema. Ne è un esempio il flusso di uscita di dipendenti: la quasi totalità delle scaleup intervistate nel corso della Ricerca dichiara che i propri dipendenti, una volta usciti dall’organizzazione, continuano il loro percorso di carriera all’interno di Corporate. Questa dinamica permette di contaminare, stimolare e innovare la cultura, il modo di lavorare tipico di aziende tradizionali: grazie a questo flusso, le Corporate possono attingere infatti a competenze e talenti che portano con sé non solo il know how tecnico-scientifico o specifico del settore, bensì un bagaglio di valori e metodologie agili tipico del mondo startup. Il 38% delle scaleup intervistate, inoltre, afferma che almeno uno dei propri dipendenti usciti dall’organizzazione ha continuato il suo percorso o in altre startup, o addirittura, ha dato vita a una nuova attività imprenditoriale (19%), stimolando anche il cosiddetto fenomeno del «second time founder».
Profili professionali e sfide nel reclutamento
La carenza di profili tecnico-scientifici e manageriali con competenze tecniche è una sfida significativa per le scaleup, che si trovano a competere in un mercato del lavoro globalizzato per attrarre talenti. Questa dinamica sottolinea l’urgenza di iniziative formative e di incentivi per lo sviluppo di competenze ICT in Italia, in risposta alla carenza locale e alla competizione internazionale per talenti qualificati.
Oltre a richieste di RAL non sostenibili, molte scaleup riscontrano difficoltà nel reperimento di figure (neolaureate o senior) con competenze tecniche, in particolare lato software. Si segnala anche la difficoltà di reperire figure manageriali e commerciali che abbiano competenze o background in ambito tecnico-tecnologico. Questa dinamica ha portato diverse realtà a ricercare attivamente all’estero.
Innovazione e impatto sociale
Startup e scaleup sono frequentemente all’avanguardia nel promuovere l’innovazione con un impatto sociale positivo. Settori come energia pulita, sanità digitale e mobilità sostenibile sono solo alcuni esempi in cui queste aziende stanno apportando cambiamenti significativi, sfidando le pratiche tradizionali e promuovendo una crescita economica più responsabile e inclusiva.
Educazione e gender gap
L’82% dei dipendenti nelle scaleup possiede una laurea triennale o superiore, riflettendo il bisogno di un elevato livello di specializzazione nel settore. Nonostante l’aumento delle donne in queste aziende, il gender gap rimane una sfida, specialmente in ruoli tecnici e direttivi, richiamando l’attenzione sulla necessità di ulteriori sforzi per promuovere la parità di genere.
Condizioni contrattuali e retributive
Le scaleup tendono a offrire contratti a tempo indeterminato, con l’86% dei dipendenti sotto questa forma contrattuale, indicando un impegno verso la stabilità lavorativa e l’attrattività sul mercato del lavoro. Questo approccio è sintomatico di un cambiamento nel modo in cui le startup si posizionano come datori di lavoro desiderabili.
L’ecosistema italiano
L’impatto delle startup e scaleup sull’economia italiana va oltre la semplice creazione di posti di lavoro; rappresenta un movimento verso un modello economico più innovativo e adattabile. Per massimizzare questo potenziale, è essenziale un’azione coordinata tra pubblico e privato, focalizzata su formazione, innovazione e attrattiva di talenti. Il futuro economico dell’Italia potrebbe dipendere in modo significativo da come questo settore verrà nutrito e sviluppato nei prossimi anni.