Netflix ha perso 1 milione di abbonati, ma ha già una strategia di emergenza
Netflix, nel secondo trimestre, ha perso quasi un milione di abbonati e in verità è andata meglio rispetto alle previsioni di inizio anno che indicavano la possibilità di una defezione doppia. Le avvisaglie di questa tendenza si sono manifestate nel primo trimestre con 200mila abbonati in meno, ma in realtà da tempo è chiaro a …
Netflix, nel secondo trimestre, ha perso quasi un milione di abbonati e in verità è andata meglio rispetto alle previsioni di inizio anno che indicavano la possibilità di una defezione doppia. Le avvisaglie di questa tendenza si sono manifestate nel primo trimestre con 200mila abbonati in meno, ma in realtà da tempo è chiaro a tutti che il livello di competizione raggiunto dal settore non permetterà più a Netflix di crescere molto. A livello globale infatti vanta 220,7 milioni di clienti ed entro l’autunno la speranza è di acquisirne idealmente un altro milione.
Reed Hastings, il co-CEO della società, ha dichiarato ieri che i risultati sono stati meno negativi del previsto ma “è difficile perdere un milione di abbonati e definirlo un successo”. In effetti c’è poco da esultare ma almeno i ricavi sono cresciuti del 9%, consentendo di sfiorare quota 7,9 miliardi di dollari – sarebbero stati di più alti se il dollaro non avesse progressivamente perso terreno negli ultimi tempi.
Rimane comunque sotto gli occhi di tutti il tracollo al Nasdaq. Quando gli analisti di Wall Street hanno ricevuto i dati del primo trimestre le azioni sono crollate del 46% e dall’inizio dell’anno ormai si registra un -56%. Incredibile come solo nel novembre 2021 Netflix viaggiasse a quota 604 dollari per azione e adesso annaspi a 210 dollari.
La strategia per il futuro
Hastings è ottimista come molti colleghi concorrenti poiché sostiene che la tv lineare sia giunta alla fine: suppone che tra 5-10 anni sia finita. E ovviamente quei clienti si riverseranno sulle offerte alternative, fra cui lo streaming. In questa fase quindi il massimo impegno verrà focalizzato sui contenuti, senza badare ai flussi di entrata: l’obiettivo è aumentare fatturato e ricavi con ogni strategia.
“Questa libertà significa che possiamo offrire grandi film direttamente su Netflix, senza la necessità di finestre cinematografiche estese o esclusive, e consentire agli abbonati di guardare la tv se lo desiderano, senza dover aspettare che un nuovo episodio esca ogni settimana”, ha dichiarato Netflix. “Questa focalizzazione sulle possibilità di scelta e sul controllo fornita agli abbonati influenza tutti gli aspetti della nostra strategia, creando quello che riteniamo essere un vantaggio commerciale significativo a lungo termine”.
La prima mossa è stata quella di licenziare circa 450 dipendenti per rendersi più snella. La seconda, ad aprile, è stata quella di annunciare il prossimo avvento di un abbonamento meno costoso basato sulla pubblicità; dovrebbe arrivare sui primi mercati a partire dall’inizio del 2023.
Per altro proprio l’altro ieri è stato ufficializzato l’accordo con Microsoft che diventerà la piattaforma adv di riferimento. “Microsoft ha dimostrato di avere la capacità di supportare tutte le nostre esigenze pubblicitarie”, si legge nella nota ufficiale di Netflix. “Ancor più importante, Microsoft ha offerto la flessibilità di innovare nel corso del tempo sia dal punto di vista della tecnologia e delle vendite, sia dal punto di vista della protezione della privacy dei nostri iscritti“.
Gli analisti sono convinti che sia una buona mossa anche se per una raccolta pubblicitaria consistente ci vorrà del tempo. Inoltre non è detto che in tutti i mercati la presenza di spot venga accolta positivamente; ormai è anche una questione di qualità dell’esperienza di fruizione.
Infine l’ultima mossa riguarda la repressione nei confronti del fenomeno della condivisione incontrollata degli abbonamenti. Gli abbonamenti Base, Standard e Premium impongono un numero di schermi di visione limitati in contemporanea, quindi di fatto è sufficiente mettersi d’accordo con amici e parenti sulle fasce orarie.
Netflix stima che nel mondo vi siano circa 100 milioni di utenti a sbafo – di cui storicamente però è sempre andata fiera. Nel 2017 infatti si permetteva di twittare “Love is sharing a password” e non c’era occasione in cui ricordasse quanto questa azione fosse migliore della pirateria, favorendo anche il successo di realtà come Together Price o Spliit.
In Cile, Costa Rica e Perù, da marzo, è disponibile l’opzione aggiungi membro extra mentre in Argentina, Repubblica Dominicana, El Salvador, Guatemala e Honduras, da agosto sarà disponibile aggiungi una casa. Si tratta di due soluzioni (di pochi dollari mensili in più) che dovrebbero consentire di superare i confini della fruizione famigliare in una modalità più trasparente. Probabilmente saranno registrato gli indirizzi IP di chi si collega e in futuro Netflix potrebbe decidere di intervenire più duramente bloccando eventuali flussi di streaming. Non è ancora chiaro comunque dove si andrà a parare.
L’unico spettro è quello di HBO Max, che continua a macinare successi e ottenere più candidature agli Emmy (140 contro 105). “Per me, i grandi problemi sono la qualità dei contenuti”, ha confessato Matthew Harrigan, analista di Benchmark, a The New York Time. HBO inizierà a distribuire ad agosto infatti il prequel di Game of Thrones , House of Dragon, mentre Netflix si difenderà con The Crown e poco altro.