Internazionalizzazione, le imprese italiane sempre più orientate all’estero
Le medie imprese italiane sono sempre più orientate a fare business all’estero, con uno slancio verso l’internazionalizzazione che sembra avere accelerato durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Ad affermarlo è un recente report condotto da Grant Thorton, secondo cui le imprese tricolori del mid-market hanno fatto registrare un incremento del 6% nella fiducia ad incrementare il …
Le medie imprese italiane sono sempre più orientate a fare business all’estero, con uno slancio verso l’internazionalizzazione che sembra avere accelerato durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Ad affermarlo è un recente report condotto da Grant Thorton, secondo cui le imprese tricolori del mid-market hanno fatto registrare un incremento del 6% nella fiducia ad incrementare il fatturato fuori dai confini nazionali entro i prossimi 12 mesi, passando dal 18% dei primi sei mesi del 2020, al 24% della seconda parte dello stesso anno.
Imprese italiane più resilienti del previsto?
Per quanto poi attiene le motivazioni che sembrano supportare questo ottimismo sulle capacità di internazionalizzazione delle imprese italiane, i commenti al dossier di Grant Thornton sembrano suggerire come la resilienza e l’agilità del mid-market, mostrati durante la crisi pandemica da Covid-19, abbiano aiutato le imprese a gestire meglio le evidenti difficoltà che ne sono derivate, e saper cogliere meglio le opportunità di crescita, oltre che rivedere le proprie strategie, ampliando evidentemente i propri orizzonti geografici al di là dei confini nazionali.
Insomma, forse più di quanto qualcuno potesse attendersi, le imprese italiane si sono dimostrate capaci di intercettare e prevedere i cambiamenti del mercato. La loro volontà di rimanere competitive anche in un contesto di grande criticità, ha stimolato ulteriormente le già radicate capacità di adattamento e di trasformazione delle difficoltà generate dalla pandemia in opportunità.
Covid-19, gli effetti sull’internazionalizzazione delle imprese italiane
Entrando più nel dettaglio del report Grant Thornton, emerge come quasi 4 imprese italiane su 10 abbiano iniziato ad aumentare l’attenzione sui mercati internazionali ancora prima dello scoppio della pandemia, e come sia del 36% la quota di coloro che hanno adeguati prezzi delle transazioni durante la pandemia da nuovo coronavirus.
Ancora, è della stessa percentuale la quota di aziende che ha affermato di aver accelerato i piani relativi ai mercati internazionali a causa della pandemia, 9 punti percentuali in più rispetto al 25% di imprese italiane che invece ha affermato, di contro, di aver rallentato i piani relativi ai mercati internazionali. Un altro 7% di imprese ha infine affermato a Grant Thornton di aver aumentato l’attenzione sui mercati internazionali solamente dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19.
Cosa faranno le imprese italiane all’estero?
Ma come si traduce in attività concrete questa accresciuta attrattività nei confronti dell’internazionalizzazione?
È ancora il report della società di analisi ad affermarlo, sancendo che a livello globale il 41% delle imprese che appartengono al mid-market avrebbe identificato la strategia di delocalizzazione come occasione per generare nuove opportunità, anche grazie all’uscita del mercato di alcuni concorrenti, spinti fuori dalla crisi in atto.
Ancora, il 36% delle imprese italiane (la stessa percentuale si replica anche nei confronti delle imprese della zona euro) ha associato questo fenomeno ai programmi di stimolo del governo alle iniziative di investimento nei mercati esteri.
Infine, per quanto attiene l’attenzione nei confronti della catena di approvvigionamento e di sbocco internazionale (uno dei temi che ha attirato maggiore sensibilità – e criticità – in ambito Covid), il dossier sottolinea come il maggiore vantaggio percepito sia la possibilità di assicurarsi prezzi e condizioni contrattuali migliori. Una percezione condivisa dal 41% delle imprese dell’area euro, e dal 42% delle imprese italiane.