SIT StartGarden, qui nascono le startup Deep Edge del futuro. Intervista a Serguei Beloussov
In Svizzera esiste un vero paradiso per le startup a forte vocazione scientifica: è lo StartGarden del SIT (Schaffhausen Institute of Technology). Ne abbiamo parlato con il founder Serguei Beloussov
Con il lavoro che faccio, parlare con persone che hanno storie interessanti da raccontare non è qualcosa che mi capita di rado. Ogni giorno incontro founder, investitori, sognatori e imprenditori, ma ci sono persone che più di altre, hanno il grande potere di lasciare il segno. Uno di questi è senza dubbio Serguei Beloussov, founder di almeno due dozzine di aziende nel mondo, Ceo di Acronis, Parallels, founder di Runa Capital, Phystech Ventures e una lunga serie di altre aziende che non stiamo qui ad elencare. Oltre ad essere un imprenditore di grandissimo successo, Serguei Beloussov è uno scienziato e un grande esperto di Cyber Security, ma questa è solo la punta dell’iceberg per inquadrare lo spessore del personaggio. L’occasione della nostra chiacchierata riguarda StartGarden, un vero e proprio ecosistema per startup basato al SIT Schaffhausen Institute of Technology (Svizzera).
Startup.News
StartGarden è un incubatore e un acceleratore di startup, parte del grande ecosistema SIT. Tuttavia, in Europa ci sono tantissimi acceleratori e incubatori. Quindi mi chiedo quali sono i punti di forza di StartGarden?
Serguei Beloussov
Beh, ci sono delle grandi differenze. La prima è sicuramente il fatto che StartGarden non è un’attività standalone, ma è solo una parte del grande ecosistema SIT. E non parliamo di una sola azienda, ma di tante aziende collegate le une alle altre: SIT Academy, SIT Alemira (digital learning ecosystem) per l’educazione e la ricerca, SIT Autonomous (per i servizi di consulenza di IA e Machine Learning per la mobilità senza conducente) SIT Capital (fondo con una base di 50 milioni di dollari). Per questo StartGarden non è come gli altri incubatori. Per una startup l’obiettivo non è andare in un incubatore, l’obiettivo è diventare un’azienda di successo, creare un prodotto di successo, risolvere un problema del mondo reale. Per fare questo non hai bisogno solo di un incubatore, hai bisogno di assumere persone, di fare ricerca, hai bisogno di trovare fondi e di una combinazione di elementi che solo un ecosistema complesso e completo come SIT è in grado di offrire.
Una bella differenza. Ce ne sono altre?
Certamente! Un’altra sostanziale differenza fra StartGarden ed altri incubatori è il fatto che noi siamo focalizzati. Quanti incubatori esistono con focus su temi Deep Edge come Quantum Computing, Quantum Technologies, Living Materials ecc…? Inoltre, qui abbiamo persone con profonde conoscenze in tema di proprietà intellettuale. Quando parti con una nuova startup è molto importante pensare anche a cose come trademark, copyright, brevetti, protezione della proprietà intellettuale. Cose che una startup tradizionale può anche non considerare, ma che per chi opera nella ricerca e nei settori che noi seguiamo, sono fondamentali.
Possiamo quindi dire che all’interno di StartGarden nascono startup estremamente innovative con un fortissimo focus tecnologico e scientifico….
Esatto. Inoltre, qui cerchiamo di avere tutto quello che può servire a una startup per evolversi, crescere. Non bisogna per esempio andare in giro a cercare capitali per passare allo step successivo, perché qui abbiamo anche un fondo SIT Capital, all’interno abbiamo Runa Capital, abbiamo un ecosistema di fondi che hanno già coinvestito nel nostro portfolio di oltre 200 aziende. Parliamo di nomi come Coroviz, Andersen, Sequoia, ecc… Il nostro obiettivo è portare i nostri team a fatturare da 0 a un milione e abbiamo tutta l’esperienza e i mezzi per farlo.
Il nostro obiettivo è portare i nostri team a fatturare da 0 a un milione e abbiamo tutta l’esperienza e i mezzi per farlo.
In che modo selezionate le startup da portare al vostro interno? Fate delle call, avete degli scout in giro per l’Europa?
In realtà utilizziamo qualunque strumento a disposizione. In generale abbiamo un grande network anche di fondi che ci portano le proprie startup. Ma collaboriamo anche con tantissime realtà come Harvard, MIT, Cambridge, Oxford, Politecnico di Milano, National University of Singapore, ecc…
Immagino entriate nel capitale delle startup che incubate. Avete delle regole a riguardo, dei limiti?
Certo, fa parte del nostro modello. Ma in realtà non abbiamo regole. C’è una persona del team che si occupa solo di questo. Di solito stiamo ampiamente sotto il 20%, il 10% in genere, ma non è un gioco, non abbiamo regole. In questo settore, quando c’è di mezzo la ricerca, non puoi avere queste regole. Abbiamo uno scopo: portare quell’azienda al successo, il resto è relativo. A mio avviso il business somiglia molto all’arte: non puoi applicare delle regole all’arte.
A mio avviso il business somiglia molto all’arte: non puoi applicare delle regole all’arte.
Non esiste una formula per il successo, come quelle chi vendono alcuni libri come: “diventa milionario” o “crea un unicorno”. Esistono dei patterns, certo, ma la maggior parte delle volte il successo dipende dalle tue capacità uniche, dall’execution, dalla tua strategia, dalle opportunità. Alcune opportunità necessitano di tantissimo tempo per essere afferrate, ma poi cambiano il mondo. È difficile capire quando è il momento giusto. Prendi, per esempio, l’intelligenza artificiale. È qualcosa che sta andando fortissimo adesso ma ha 70 anni e all’epoca qualcuno pensava che potesse essere un’opportunità di business, solo che non lo è stata per 70 anni…
Alcune opportunità necessitano di tantissimo tempo per essere afferrate, ma poi cambiano il mondo. La cosa difficile è capire quando è il momento giusto.
Avete considerato di aprire una sede del SIT anche in Italia?
Anche a causa della situazione attuale, tanta parte del lavoro che facciamo è da remoto. In realtà stiamo riconsiderando il nostro modello e tu sei il primo giornalista con cui ne parlo. Credo che il nostro modello sarà di tipo Hub and spoke. Questo vuol dire che avremo uno o più hubs e tanti spoke che potranno essere Cambridge, Harvard, ecc. Stiamo decisamente considerando l’Italia…
Una startup dovrebbe nascere e crescere in un ecosistema in cui può trovare facilmente i talenti che le servono. Questa è la cosa più importante.
StartGarden si trova in Svizzera. Il fatto di avere delle tasse più basse incide sulle startup che arrivano da voi da altri Paesi?
Sì, ma questo non è fondamentale. Non credo che un trattamento fiscale agevolato possa incidere tanto sulle startup che all’inizio spendono denaro, ma non ne guadagnano. Quello che importa è il costo della vita, l’accesso a capitali, la convenienza, il comfort e la produttività. Cose che in Italia sono più vantaggiose che in Svizzera, per esempio. In realtà abbiamo diversi target per i nostri hub. Esistono dei segmenti che sono già nel nostro futuro: Intelligenza Artificiale, Neuroscienze, Quantum Technology e poi Esplorazione spaziale. Ecco se dovessi fare un centro per startup che si occupano di esplorazione spaziale non lo farei in Italia perché non è il posto in cui trovi tanti esperti del settore, ce ne sono alcuni, ma non tanti. Mentre l’Italia è un buon posto per le Neuroscienze, la matematica. Ci sono italiani riconosciuti nel mondo come grandi esperti in scienze dei materiali, anche in scienze della vita. Una startup dovrebbe nascere e crescere in un ecosistema in cui può trovare facilmente i talenti che le servono. Questa è la cosa più importante.